BRUXELLES. La decisione di attrezzare i caccia italiani con bombe a bordo “non è in contraddizione” con il mandato e la strategia militari delle forze Isaf in Afghanistan.
Lo ha detto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, interpellato a Bruxelles. Rasmussen considera “del tutto naturale” il dibattito aperto in Italia sulla ricerca di mezzi e strumenti che possano contribuire a “difendere meglio le proprie truppe dispiegate sul terreno, impegnate nel controllo del territorio”. “Il come farlo deve essere, penso, una decisione nazionale, anche se ovviamente deve essere presa nella cornice del nostro mandato e dei nostri obiettivi comuni”, ha precisato Rasmussen. Secondo il segretario dell’Alleanza, dotare di bombe gli aerei che scortano i convogli non è comunque in contraddizione con la nuova strategia del generale Petraeus che punta a evitare il più possibile attacchi aerei per limitare al massimo le vittime tra i civili afghani. “Non vedo nessuna contraddizione tra questo tipo di intervento e la strategia che abbiamo adottato per le nostre operazioni in Afghanistan”, ha chiarito Rasmussen.
LA RUSSA. Il tema è stato rilanciato in Italia dopo l’attentato costato la vita sabato scorso a quattro alpini. In seguito all’attacco, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha affermato che “l’Italia è l’unico Paese che in Afghanistan che non ha armato i propri bombardieri con le bombe, tutti gli altri lo hanno fatto”. “Per mia decisione – ha dichiarato nei giorni scorsi al Tg3 e alla trasmissione In mezz’ora – si è stabilito che i caccia venissero utilizzati soltanto con il cannoncino di bordo, quindi l’Italia ha gli aerei senza le bombe. Ho ritenuto che potessimo farne a meno perché vi è comunque rischio di mettere a repentaglio vite civili: per questo ho pensato finora di dire no”. Ma ora, ha proseguito, “visto il dolore enorme che provoca ogni morte, non me la sento più di assumere questa decisione da solo, di fronte a quello che sta avvenendo: chiedo alle Camere di decidere”. La Russa ha poi annunciato che mercoledì riferirà in Parlamento, alla Camera e al Senato sull’attentato subito dai militari italiani in Afghanistan, dove hanno perso la vita quattro italiani.
COMMENTI.Nel frattempo, dopo quella che era sembrata un’apertura a “discuterne in Parlamento”, Piero Fassino afferma che il Partito democratico non è favorevole alle bombe sugli aerei militari italiani in Afghanistan. “Ho letto con stupore e sconcerto che noi avremmo dato una disponibilità, – spiega il responsabile Esteri del Pd a SkyTg24 – ma non è così. Abbiamo semplicemente detto che, dopo un evento luttuoso, è bene che in Parlamento si discuta della missione e del suo andamento, oltre che di come rendere sicuri i nostri soldati. Siamo contrari a misure propagandistiche, a inutili esibizioni di muscoli e soprattutto a misure che possano determinare il coinvolgimento della popolazione civile in eventi bellici”. “La decisione di armare i bombardieri italiani – dichiara invece il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini – spetta esclusivamente al governo. In democrazia la confusione è del tutto sbagliata. È il governo che deve decidere quale proposta avanzare in Parlamento. È il governo che se vuole armare con bombe i nostri aerei deve formulare una proposta in Parlamento”. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, spiega che in Afghanistan “si pensa alla possibilità di armare meglio i nostri aerei di combattimento: ora hanno solo mitragliatrici, le bombe potrebbero aumentare l’efficacia della loro azione di scorta ai convogli”. “L’uso degli aerei con le bombe – aggiunge in un’intervista al Mattino – sarebbe circoscritto” alla scorta dei convogli. “La priorità del governo – controbatte Luigi de Magistris, eurodeputato IdV – dovrebbe essere quella di affrontare in Parlamento un dibattito sulla exit strategy e proporre una conferenza internazionale per una risposta politica alla crisi dell’Afghanistan, coinvolgendo tutti i suoi protagonisti per tentare la pacificazione per mezzo della diplomazia e della cooperazione”. Decisamente contrariaEmma Bonino. “Ognuno dei paesi presenti in Afghanistan riflette separatamente con proposte come quella del ministro La Russa e così si perde il senso della nostra presenza in Afghanistan”, ha detto in unintervista a Radio Radicale.”Il problema non mi pare si possa risolvere con la questione degli ordigni – ha aggiunto – anche perché in quelle regioni non ci sono obiettivi strategici che si possano bombardare dall’alto, è una guerra non convenzionale contro i talebani molto diffusi sul territorio, con le bombe vedo solo il rischio di aumentare le vittime civili”.