Dossier contro la Marcegaglia: sotto inchiesta “Il Giornale”

di Redazione

Emma MarcegagliaMILANO. Il direttore responsabile del quotidiano Il Giornale Alessandro Sallusti e il vicedirettore Nicola Porro risultano indagati nell’ambito di un’inchiesta della procura di Napoli su presunte minacce alla presidente della Confindustria Emma Marcegaglia.

Secondo l’accusa, si voleva incastrare l’imprenditrice attraverso la raccolta di un dossier, dopo che la stessa aveva formulato critiche nei confronti del governo guidato da Silvio Berlusconi, il cui fratello Paolo è proprietario del quotidiano. L’ipotesi di reato formulata dai pm è di concorso in violenza privata (articolo 610 del codice penale). Sono state fatte anche alcune perquisizioni nella sede del quotidiano milanese e nelle abitazioni di alcuni giornalisti.

I decreti di perquisizione, eseguiti dai carabinieri, sono stati emessi dai pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, e vistati dal procuratore Giovandomenico Lepore. L’indagine sarebbe scaturita da alcune intercettazioni disposte nell’ambito di una diversa inchiesta condotta dai magistrati partenopei. Dalle conversazioni e da un sms sarebbe emersa la presunta intenzione di una campagna di stampa nei confronti della Marcegaglia.

Le perquisizioni nella sede del quotidiano sono state eseguite dal Noe, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri. In redazione sono arrivati anche i componenti del Comitato di redazione. Presente anche un perito nominato dall’autorità giudiziaria. I carabinieri – si legge nella ricostruzione pubblicata sul sito de Il Giornale – avrebbero cercato file di computer e documenti che potrebbero rivelare una presunta attività di dossieraggio. I pm Piscitelli e Woodcock intenderebbero approfondire alcune conversazioni tra i due giornalisti e il segretario del leader degli industriali relative a insistenze affinché Marcegaglia “correggesse” alcune dichiarazioni forti contro l’azione del governo, minacciando la pubblicazione di notizie che l’avrebbero danneggiata. Sono stati sequestrati pc e documentazione in possesso dei due giornalisti.

“C’è un clima un po’ particolare negli ultimo tempi, e può darsi che sia bastato un sospetto per far scaturire questa simpatico cosa. Mi sembra una sciocchezza”, ha commentato l’ex direttore responsabile Vittorio Feltri, divenuto nel frattempo direttore editoriale. In conferenza stampa Feltri ha poi confermato un interessamento, il 16 settembre mattina, da parte di Fedele Confalonieri. Ai pm Marcegaglia ha raccontato di aver chiamato personalmente il presidente di Mediaset perché intervenisse presso Il Giornale. Feltri spiega che Confalonieri voleva sapere se corrispondeva al vero la preoccupazione del presidente di Confindustria su un’inchiesta nei suoi confronti da parte del quotidiano per una ”campagna a tappeto”. “Io – ha spiegato Feltri – non ne sapevo nulla. Sallusti mi aveva riferito dello scherzo fatto da Porro ad Arpisella. Ho pensato ‘ma che pirla Porro che si diverte a fare queste cose’. A Confalonieri ho detto che il Giornale non voleva fare nulla contro la Marcegaglia. Lui non ha esercitato pressioni, la sua telefonata era volta solo ad avere informazioni”. “La Marcegaglia – conclude Feltri con tono scherzoso – parla ogni due minuti alla televisione e ci ha fatto venire il latte alle ginocchia. Anzi, se permettete, ci ha anche rotto i coglioni. Quando ero direttore non me ne fregava niente di intervistarla. E penso di interpretare il pensiero di Sallusti e cioè che anche a lui non interessa una sua intervista”.

“Vediamo che la Procura di Napoli sta dando il suo contributo alla libertà di stampa perquisendo Il Giornale ed alcuni giornalisti”, ha commentato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. “Siamo molto curiosi di vedere le reazioni di coloro che sono mobilitati per il disegno di legge sulle intercettazioni. Siamo ancor piú curiosi di capire le ragioni e le conseguenze di una iniziativa che ha aspetti devastanti”, ha concluso Cicchitto.

“Suscita grave inquietudine quanto sta accadendo in queste ore al Giornale di Milano, sottoposto per ordine della Procura di Napoli a verifiche e sequestri di documenti e materiali di lavoro del direttore e di altri giornalisti”, ha dichiarato il segretario nazionale della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi. “Pur nel rispetto del lavoro dei magistrati e in attesa di un rapido chiarimento su tutta la vicenda, non vorremmo – ha spiegato Siddi – che gli interventi in atto assumessero i caratteri del controllo preventivo sulla stampa. Per l’informazione sono momenti molto delicati, perché stanno comparendo sulle tracce del suo lavoro troppi pozzi avvelenati”.

”Leggo esterrefatto le notizie che riguardano la perquisizione nella sede del Giornale. – dichiara il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri – Avendo personalmente avuto alcune querele, risparmio aggettivi. Ma mi auguro che chi dice di difendere la libertà dell’informazione, come noi abbiamo sempre fatto, faccia sentire forte la sua voce di fronte a un atto inqualificabile”. Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera dei deputati: “Ormai siamo alle intimidazioni. Aspetto con ansia la reazione dei cosiddetti difensori della libertà di stampa ed esprimo tutta la mia solidarietà ai giornalisti del Giornale colpiti da una decisione che, oltre ad essere grave, appare assolutamente incomprensibile”.

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