AGRIGENTO. Catturato a Favara (Agrigento) il superlatitante di mafia Gerlandino Messina, 38 anni, di Porto Empedocle, nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità del ministero dell’Interno.
La notizia è stata confermata dal comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, colonnello Mario Di Iulio. Era ricercato dal 1999 per associazione mafiosa e vari omicidi. Il 2 febbraio 2001 erano state diramate le ricerche in capo internazionale. Il boss è stato catturato dagli uomini del Gis (gruppo di intervento speciale) dei carabinieri in una palazzina a due piani, in una zona di campagna a Favara. Gerlandino Messina aveva due pistole, con lui c’era un’altra persona. Il blitz dei carabinieri è stato fulmineo, il capomafia non ha avuto il tempo di reagire.
Gerlandino Messina era un fantasma da oltre dieci anni. Nato a Porto Empedocle nel 1972, è figlio dello storico capomafia agrigentino Giuseppe Messina. La sua scalata al vertice della mafia agrigentina inizia nel 1986, dopo l’uccisione del padre. La carriera allinterno dei ranghi di Cosa Nostra, culminata nel 2003 con il comando su tutta la provincia di Agrigento, fu favorita anche dal beneplacito espresso verso la sua posizione da Bernardo Provenzano. Dal 2 febbraio 2001 erano state diramate le ricerche in capo internazionale. L’ascesa di Gerlandino Messina corrispose alla parallela caduta di Luigi Putrone, altro capomafia operativo in quella zona fino a quel momento, e costretto a lasciare Porto Empedocle nel 1998. Messina è diventato il numero uno di Cosa nostra ad Agrigento dopo larresto di Giuseppe Falsone, il 25 giugno scorso a Marsiglia, nel sud della Francia, di cui era fino a quel momento il “vice”. E attualmente sarebbe il numero due di Cosa Nostra.
Con l’arresto di Messina si riducono a 16 i latitanti “di massima pericolosità” inseriti nel programma speciale di ricerca della direzione centrale della polizia criminale. L’elenco, che inizialmente conteneva 30 nomi, è stato via via ‘spuntato’ con i 28 arresti avvenuti dal 2008 ad oggi: ai criminali catturati sono nel frattempo subentrati altri inseriti nella lista dall’apposita commissione che periodicamente si riunisce. Tra i latitanti presi spiccano Giovanni Nicchi (mafia), Giovanni Strangio (‘ndrangheta), Salvatore Russo (camorra). Tra quelli da catturare, i più noti sonoil boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e i due vertici del clan dei casalesi Michele Zagaria e Antonio Iovine.
“La cattura di Messina è un colpo mortale per la mafia agrigentina”. Con queste parole, il ministro dell’interno Roberto Maroni, si è congratulato con il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, per l’arresto del boss. “E adesso il cerchio attorno a Matteo Messina Denaro si fa sempre più stretto”, ha concluso Maroni. Anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, esprime la propria soddisfazione, sottolineando al ministro Maroni e al generale Gallitelli come questa operazione confermi “il successo senza precedenti del Governo nella sua battaglia contro la criminalità organizzata”.