NAPOLI. C’è un quinto indagato nell’inchiesta sull’omicidio di Teresa Buonocore, l’agente turistica 51enne uccisa il 20 settembre scorso all’ingresso del porto di Napoli.
Si tratta di Enrico Perillo, il geometra condannato a 15 anni di reclusione per le violenze su una delle due figlie della donna. Nei giorni scorsi gli era anche stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare per la detenzione delle armi e delle munizioni ritrovate dalla polizia nelle ore successive all’omicidio.
Enrico Perillo è sospettato di essere il mandante del delitto assieme al fratello Lorenzo, titolare di una società di recapiti, e alla moglie Patrizia Nicolino, medico radiologo; questi ultimi due sono indagati a piede libero. Esecutori materiali del delitto sono invece ritenuti dagli investigatori Alberto Amendola, tatuatore, e Giuseppe Avolio, pescivendolo, in carcere dalla sera successiva all’omicidio.
Dalle indagini è emerso che il movente dell’uccisione di Teresa è stata la vendetta per le dichiarazioni rese dalla donna nel processo a carico di Enrico Perillo; l’idea di punire la Buonocore sarebbe stata proprio del geometra, che peraltro era suo amico d’infanzia. Non è chiaro in che modo Enrico Perillo avrebbe impartito l’ordine ai due killer, se attraverso la moglie, come racconta Amendola, o con l’invio di lettere in codice, come riferisce Avolio.