TARANTO. Impossibile accertare se Sarah sia stata violentata. A rivelarlo è l’autopsia sul corpo della 15enne uccisa dallo zio, reso confesso,Michele Misseri.
La permanenza in acqua per 41 giorni del corpo non permette, in sede medico legale, di rilevare tracce di abuso sessuale. Lo si apprende da fonti vicine alle indagini. Eventuali tracce di violenza sessuale potrebbero essere rilevate dai carabinieri incaricati di rintracciare il Dna di Misseri sul corpo della ragazzina.
VERIFICHE SU CONFESSIONE DI MISSERI. È stato lo stesso Misseri a rivelare agli inquirenti, durante la sua lunga confessione, di aver abusato sessualmente della nipote quando questa era già morta. L’attesa è ora per l’esito dell’esame del Dna compiuto dai carabinieri dal quale potrebbero arrivare risposte certe sulla violenza sessuale. Tuttavia – viene sottolineato in ambienti investigativi – anche se questo esame sarà negativo non si potrà mai escludere che la violenza sia stata compiuta, proprio perché il cadavere è stato in acqua per 41 giorni e, al momento del ritrovamento, era fortemente deteriorato. Della violenza sessuale completa compiuta sul cadavere di Sara ne parla nella sua confessione lo stesso zio, che è per questo accusato anche di vilipendio di cadavere, oltre che di omicidio volontario aggravato dal motivo abietto e di occultamento di cadavere. Sul contenuto della confessione sono in corso indagini per verificarne la veridicità.
LEGALI SCAZZI SI OPPONGONO A PERIZIA PSICHIATRICA. Intanto i legali che assistono la famiglia di Sarah fanno sapere che si opporranno fermamente alla richiesta di una perizia psichiatrica nei confronti di Misseri, come già avanzata dal suo legale, Daniele Galoppa. La richiesta tende ad accertare la capacità di intendere e di volere dell’indagato sia al momento del delitto sia durante il giudizio. Secondo il difensore, Misseri durante gli interrogatori a cui è stato sottoposto ha fornito “versioni contraddittorie, assolutamente illogiche e poco credibili”.
LA POSIZIONE DI SABRINA. Si cercano anche eventuali complici dell’assassino.Gli inquirenti si sono riuniti per cercare di chiarire alcuni punti oscuri del caso. Al vertice hanno preso parte il procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio, laggiunto Pietro Argentino, il sostituto Mariano Buccolieri, il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Giovanni Di Blasio e il comandante del reparto operativo Russo. Non è escluso che gli investigatori possano decidere di sentire ancora una volta Sabrina Misseri, figlia delluomo in carcere ma soprattutto amica del cuore e cugina di Sarah sul cui comportamento ci sono delle ombre.
Il Corriere della Sera, in un articolo, citando alcune intercettazioni, si chiede: davvero Sabrina, sua sorella Valentina o la madre Cosima non hanno mai captato segnali che potessero farle sospettare del capofamiglia? Loro giurano di no. Eppure – scrive il quotidiano – agli atti risulta unintercettazione ambientale che dice il contrario. È fine settembre. Michele Misseri ha appena “ritrovato casualmente” il telefonino di Sarah, dice di averlo visto tornando a prendere un cacciavite dimenticato proprio nel campo in cui aveva lavorato il giorno prima. Valentina dice a sua madre: “Non è che cha preso Sabrina e che il film che si è fatta che è stato papà è vero?”; “Che ti devo dire” risponde Cosima, “dice un mucchio di stupidate, anche sta storia del cacciavite… ma come fa a dire che gli serviva per far funzionare la macchina delle foglie se quella macchina lha usata dopo che è andato via dal campo?”.
Non coincidono, poi, gli orari. Sempre il Corriere scrive che Sabrina, raccontando la giornata in cui Sarah doveva venire da lei per andare al mare, dice: “Quando la mia amica Mariangela è arrivata per andare al mare io ero sotto la veranda. Sono uscita e mentre uscivo ho chiesto a mio padre che era in garage se aveva visto Sarah. Lui ha risposto di no, io lho chiesto a Mariangela, in strada, e anche lei ha detto di no. Sono tornata in veranda a prendere la borsa e sono saltata nella macchina di Mariangela per andare a cercarla. Mentre salivo telefonavo a Sara e mio padre era davanti al garage. Il telefono suonava. Al secondo tentativo era staccato”. Ma Mariangela dice che invece quando lei è arrivata Sabrina era per strada, molto agitata, e che Michele non era davanti al garage. Il racconto di Sabrina non torna nemmeno con quel che dice suo padre Michele: “Mentre strangolavo Sarah suonava il suo cellulare, poi è caduto dalle sue mani e si è staccata la batteria”. Quindi, se ha ragione lui, Sabrina non poteva vedere suo padre mentre telefonava a Sarah. Altro dettaglio: Sabrina manda a Sarah un messaggio via sms alle 14.10: “Confermato, andiamo al mare”. Ma la conferma dellamica Mariangela, la sola delle tre con auto e patente per raggiungere il mare, arriva alle 14.20. E ancora: se Sabrina era in veranda ad aspettare, si chiedono gli investigatori, come mai non vede Sarah passare e scendere in garage? E soprattutto: perché Sarah si infila lì sotto se davvero suo zio laveva già molestata alcuni giorni prima?
GIALLO DEL ROGO CON I VESTITI DI SARAH. Ma un altro giallo emerge dalla vicenda: i resti del rogo fatto da Misseri, come lui stesso ha confessato, con i vestiti di Sarah non è stato ritrovato, e a quanto pare nessuno lo sta cercando.E il procuratore capo Sebastio prima di entrare al vertice ha detto: “Non escludo di aprire uninchiesta sulla fuga di notizie riguardanti i verbali secretati. Poi, per quanto riguarda le indagini, posso dire che stiamo lavorando e valutando elementi. Al momento non posso rispondere alle vostre domande”.