Sarah, sotto torchio la cugina e gli amici

di Redazione

Sarah ScazziTARANTO. Notte di interrogatori ad Avetrana, in provincia di Taranto, sul caso di Sarah Scazzi, la 15enne scomparsa lo scorso 26 agosto.

Tra giovedì 30 e venerdì 1 sono stati sentiti la cugina Sabrina Misseri e alcuni amici della comitiva che la ragazza frequentava. Massimo riserbo su quanto è emerso, ma non risulta per ora siano stati adottati provvedimenti giudiziari nei confronti di nessuna delle persone sentite.

La macchina degli interrogatori si è rimessa in moto dopo il ritrovamento del cellulare di Sarah da parte dello zio Michele Misseri in un podere nella campagna intorno ad Avetrana. Il cellulare di Sarah è in esame a Roma: si cercano impronte digitali mentre i tabulati telefonici sono stati depositati in Procura.

Sotto torchio nella notte tra il 30 settembre e il 1 ottobre la cugina Sabrina, che quel pomeriggio aveva appuntamento con Sarah per andare al mare insieme: la 15enne è sparita nei circa 500 metri di strada tra la sua abitazione e quella della famiglia Misseri. Ma i carabinieri del comando provinciale di Taranto hanno voluto riascoltare anche alcuni amici della comitiva con cui Sarah usciva: tutti più grandi di lei, dai vent’anni in su.

Le uniche novità arrivano dallo zio, Michele Misseri, padre di Sabrina, che due giorni fa ha trovato per caso in un campo dove aveva bruciato delle foglie il cellulare della nipote, senza batteria nè scheda sim. Le ricerche, effettuate da unità specializzate di carabinieri e vigili del fuoco affiancati da volontari della protezione civile, si concentrano ora nei pressi del podere, si concentrano ora nelle campagne a ridosso della strada poderale che porta ad Avetrana. Non viene esclusa l’ipotesi che qualcuno abbia deciso di disfarsi del cellulare di Sarah gettandolo tra le stoppie e scegliendo non casualmente il luogo.

Ricostruendo ancora una volta il pomeriggio della scomparsa di Sarah, lo zio ha ricordato un altro particolare: più o meno alla stessa ora della sparizione avrebbe sentito passare davanti a casa sua un motore di grossa cilindrata, che rallentava in direzione dell’uscita di Avetrana.

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