MILANO. Altri due fermi per l’aggressione a Luca Massari, il tassista milanese in coma da domenica dopo essere stato malmenato per aver investito e ucciso un cane.
I due, un uomo e una donna, sono stati fermati oggi con l’accusa di concorso in tentato omicidio aggravato da futili motivi e dalla crudeltà. La donna, Stefania C., 28 anni, che è la compagna di Morris Ciavarella, arrestato l’altro ieri, avrebbe colpito con pugni e calci il tassista, mentre l’uomo, Piero C., è il compagno 26enne della padrona del cane investito dal tassista.
Nel tentativo di non farsi rintracciare la scorsa notte i due non hanno dormito nelle loro abitazioni, ma nel pomeriggio sono stati raggiunti dagli agenti della squadra mobile. Il pm Tiziana Siciliano che coordina le indagini contesta ai due l’ipotesi di concorso materiale e morale in tentato omicidio. Entrambi, secondo i testimoni, avrebbero partecipato al pestaggio.
Le condizioni del tassista, ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli, restano molto preoccupanti, ma stazionarie: ha lesioni a milza e polmoni, i denti rotti e numerose contusioni al volto, un edema cerebrale ed è in coma farmacologico.
Il comune di Milano, intanto, si costituirà parte civile nel processo che sarà istruito contro gli aggressori di Massari. “Ho preso questa decisione assieme al sindaco di Milano, Letizia Moratti. – ha detto il vicesindaco Riccardo De Corato – Il Comune si costituirà parte civile nei confronti di questi delinquenti”. Al termine di un incontro con i rappresentanti dei tassisti di Milano, De Corato, ha lanciato un appello a tutti i possibili testimoni oculari dell’episodio. “Faccio un appello ai cittadini che a quell’ora di domenica erano sui balconi o hanno assistito all’ aggressione: facciano il loro dovere di milanesi, si rechino in Questura o in commissariato e raccontino quanto hanno visto. A Milano non ci possono essere muri di paura”. Il vicesindaco ha definito l’episodio di domenica “una vile aggressione di gruppo”, per questo ha rivolto un appello ai testimoni a superare quella omertà contro cui si sono già scontrati gli investigatori e quel clima di intimidazione, nel quartiere, che è costato a un testimone, il vedersi l’auto bruciata.
Nel frattempo, sta meglio, anche se ancora dolorante per le botte subite, il fotoreporter aggredito, sentito dagli agenti della Squadra mobile per cercare di identificare i suoi aggressori. Una delle ipotesi che si fanno è che tra gli aggressori del fotoreporter ci possano essere i complici di Ciavarella.
L’aggressione al tassista potrebbe essere scaturita dalla reazione di un unico clan familiare che abita nelle case Aler della zona, un’area “difficile”, storicamente, della città, il cui clima si è fatto pesantissimo dopo l’aggressione a Massari e dopo l’arresto di Ciavarella.
Massari aveva deciso anni fa di non abitare più a Milano, dove continuava però a tornare tutti i giorni per lavoro, per sfuggire qualche ora allo stress. Da 8 anni aveva acquistato casa in un paesino del pavese Zibido al Lambro, frazione di Torrevecchia Pia, in via della Pace vicino alla chiesa. Una zona tranquilla, la campagna, gli orti. “E’ pazzesco quello che gli hanno fatto. – ha detto un amico – Luca è un ragazzo semplice e buono che non farebbe mai male a nessuno”. A Torrevecchia Luca, che non è mai stato sposato, ha incontrato finalmente anche il grande amore della sua vita, Patrizia, la giovane donna che da domenica sera non vuole allontanarsi dalla sala daspetto del reparto di rianimazione del Fatebenefratelli, dove il tassista è ricoverato. “Non lavevo mai visto così sereno e felice come negli ultimi tempi. – ha raccontato un vicino di casa – ha conosciuto Patrizia due mesi fa, proprio la donna adatta a lui, ed era finalmente contento”. Da quel momento non gli sono più pesati neppure i 52 chilometri che doveva fare tutti i giorni, avanti e indietro da Milano, per prendere servizio con il suo taxi in città.