ROMA. La tregua tra berlusconiani e finiani, almeno per il momento, sembra reggere. Nel corso dell’incontro di lunedì mattina al Senato, durato circa mezz’ora, c’è stato l’accordo per la riconferma di tutte le presidente delle commissioni parlamentari in scadenza.
Giulia Bongiorno, finiana doc, resterà quindi alla guida della commissione Giustizia, come Silvano Moffa a quella del lavoro e Mario Baldassarri alle finanze. Ma il vero banco di prova per il governo sarà sui temi della legge elettorale e della giustizia, che sono stati rinviati. Intanto, si è stabilito di accelerare l’iter del provvedimento sulla riforma dell’Università, programmando una nuova riunione alla quale dovrebbe prendere parte anche il ministro Maria Stella Gelmini.
COMMENTI. “Un vertice positivo, che è l’espressione del tentativo di portare a compimento il programma dei prossimi tre anni” commenta Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. “Bastava prendere atto che la ‘terza gamba’ c’è per risolvere i problemi”. Così Italo Bocchino, presidente dei deputati di Fli, al Senato al termine del vertice delle forze di maggioranza, risponde ai cronisti che gli chiedono un commento sulla riunione appena conclusa nella quale si è deciso di riconfermare le presidenze della commissioni parlamentari. “Quando lo dicevamo un po’ di tempo fa, ci rispondevano con delle risatine – spiega – ma se si fanno i vertici di maggioranza si risolvono i problemi. Bastava prendere atto che c’è la ‘terza gamba’ per risolvere i problemi”. Un vertice che allontana le elezioni? “Per quanto ci riguarda – risponde Bocchino – la data più vicina è il 2013. Fino ad allora sosterremo il governo su quei provvedimenti previsti dal programma”. “Se Berlusconi e Bossi vogliono staccare la spina – conclude – lo spieghino loro agli italiani”. Quanto al Lodo Alfano “c’è la nostra disponibilità a votarlo. Siamo consapevoli della necessità di preservare il presidente del Consiglio e le alte Cariche dello Stato durante l’esercizio delle loro funzioni ma questo non significa far decadere i processi ma sospenderli”.
OPPOSIZIONE: “PDL NON HA NUMERI IN COMMISSIONI”. Secondo l’opposizione, però, il Pdl ha deciso di non ricorrere alle maniere forti “semplicemente perché non ha i numeri per farlo”. In diverse commissioni, infatti, nonostante lecinque ‘new entry’ dell’Udc, la maggioranza avrebbe rischiato di andare sotto. Un esempio èla commissione Esteri, presieduta da Stefano Stefani (Lega), dove la maggioranza è sotto di almeno quattro voti. A rischio era anche la commissione Trasporti guidata da Mario Valducci (Pdl), sotto di un voto.
LEGGE ELETTORALE. Sulla legge elettorale, di cui, dicevamo, non si è discusso nel vertice, nel frattempo, in Commissione Affari costituzionali del Senato, vi è stata la relazione del senatore Pdl Lucio Malan. Il presidente Carlo Vizzini ha rassicurato tutti i gruppi sul tempo necessario perché ognuno possa presentare proposte di legge che andrebbero ad aggiungersi ai 21 ddl già depositati su iniziativa di singoli senatori. Alle proposte presentate vanno aggiunti i due ddl di iniziativa popolare, uno di Beppe Grillo e l’altro dell’Unione donne italiane, che reintroducono il voto di preferenza, fissano un tetto di due mandati parlamentari e prevedono la incandidabilità di chi abbia subito condanne anche di primo grado. “Il lavoro della Commissione – ha spiegato il presidente Vizzini – non viene condotto in conflitto con i colleghi della Camera. Noi, per la verità, avevamo incardinato già nel dicembre 2008 i due ddl di iniziativa popolare”. Vizzini presume che nelle prossime ore anche la Commissione Affari costituzionali della Camera incardinerà le proposte fin qui presentate. In casi come questi, hasottolineato Vizzini, si procede a un’intesa fra le presidenze del Parlamento.