SANTARPINO. Cumuli di monnezza e servizi sociali, colpo di mano della giunta Di Santo. Così si intitola il nuovo volantino a firma del Partito Democratico santarpinese.
Nel nostro comune in questi giorni proliferano i cumuli di immondizia e il sindaco Di Santo, oltre a non parlare, dorme. E, in questo periodo, nel nostro comune, c’è anche una bella fioritura di Patronati per la gestione dei servizi sociali. E in tale settore, invece, l’Amministrazione comunale si dimostra abbastanza sveglia. E produce una serie di atti contraddittori e illegittimi.
L’Amministrazione targata Di Santo appena insediatasi decide di affidare, così come è avvenuto in passato, all’esterno il servizio di supporto ai servizi sociali. Su tale affidamento il Patronato Acai ricorreva al Tar in quanto riteneva che per tale affidamento bisognava espletare un Bando pubblico. Il Tar Campania accoglieva il ricorso condannando il comune di SantArpino al pagamento delle spese. A febbraio di questanno veniva indetta la gara dappalto e, sulla base delle valutazioni dei concorrenti, venivano ammessi due Patronati, quello delle Acli e quello dell’Acai, con conseguente affidamento al primo. Su tale decisione dell’Amministrazione, il Patronato Acai produceva ulteriore ricorso sostenendo l’inammissibilità del Patronato Acli per mancanza di requisiti e invocando una serie di irregolarità da parte dell’Amministrazione Di Santo. Ricorso accolto dal Tar con una sentenza che inchioda l’Amministrazione alle proprie responsabilità e che fa obbligo alla stessa Amministrazione di riprendere la gara parzialmente con l’esclusione del concorrente Acli e condannando lEnte Comune al pagamento delle spese. L’Amministrazione, in prima istanza, dava esecuzione alla sentenza affidando provvisoriamente il servizio all’Acai, naturalmente regolare vincitore della gara e, poi, procedeva con un sospetto e singolare provvedimento, motivato (si fa per dire) con l’intervenuta modifica della normativa sugli invalidi civili, a revocarglielo.
Un comportamento alquanto singolare e certamente contraddittorio. Infatti, ci chiediamo perché non si è proceduto a prendere in considerazione l’intervenuta modifica della legge già in fase di predisposizione degli atti per il Bando pubblico, visto che la nuova normativa a quella data era già in vigore? E ancora come mai l’Amministrazione comunale, in costanza di rapporto con il Patronato Acli (periodo aprile-luglio 2010), ha dimenticato l’esistenza della intervenuta modifica di legge in tema di normativa per gli invalidi civili? Può sorgere il sospetto che l’amministrazione comunale avesse interesse a tutelare il patronato Acli o, ancora peggio, a far fuori il Patronato Acai? Quali le reali motivazioni che hanno indotto a rivedere la volontà dell’Amministrazione in così breve lasso di tempo? C’entrano, per caso, anche questa proliferazione di Patronati sul territorio, che pare abbiano come riferimento dei padrinati politici, visto che si vocifera di Assessori direttamente o indirettamente interessati? E evidente che tale comportamento contraddittorio ha l’obiettivo di ostacolare in tutti i modi la possibilità di un affidamento, mediante regolare e trasparente bando pubblico. Quale è il motivo che li ha indotti a procurare, tra mancato servizio, danni procurati, spese legali, costi di servizio e risarcimenti, un danno alle casse comunali di oltre 60mila euro?
Non vorremmo che in tutta questa vicenda ambigua avessero avuto un ruolo interessi di parte e volontà di punizioni trasversali nei confronti del Patronato Acai. Insomma, la Giunta Di Santo non si occupa della monnezza, ma per i Patronati ha grande attenzione!