NAPOLI. A Napoli la raccolta differenziata non è mai partita ed ora sarà la Procura di Napoli a cercare di capire perché.
Lo farà con un’inchiesta che proverà a far luce sui ritardi e sugli investimenti del Comune di Napoli. L’inchiesta, condotta dalla sezione Ecologia del procuratore aggiunto Aldo De Chiara, avrà come obiettivo quello di capire perché due anni dopo il primo decreto legge del governo Berlusconi, si è ancora lontani dagli standard europei. Centrale, infatti, il decreto legge del 2008 che imponeva una distinzione netta tra comuni virtuosi e inadempienti in materia di differenziata. Il fascicolo trae spunto da un’intervista rilasciata a Repubblica dal prefetto di Napoli, Andrea de Martino, lo scorso 6 ottobre: “La raccolta differenziata non funziona, ci si deve adoperare per questo obiettivo”. Cosa è stato fatto negli ultimi due anni, chiedono gli inquirenti, quali le risorse impegnate? E poi sono stati definiti appalti e forniture nei periodi di ‘tregua’? Diverse le ipotesi al vaglio: dall’abuso d’ufficio al falso.
DELEGAZIONE UE A TAVERNA DEL RE.Gli ispettori della Commissione europea oggi è andata a Giugliano, al sito di stoccaggio di Taverna del Re insieme all’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano. Successivamente la delegazione si è trasferita al Centro Direzionale di Napoli, nella sede del Consiglio regionale, per partecipare della commissione Ambiente dell’assemblea, presieduta da Luca Colasanto. “Abbiamo dimostrato – sottolinea l’assessore Romano – che l’impostazione strategica c’è. La situazione è profondamente diversa da quella di due anni fa. Oggi abbiamo un sistema strutturato su scala regionale che se potesse essere utilizzato senza condizionamenti garantirebbe autonomia alla regione. Questa mattina a Taverna del Re la commissione si è resa conto che per smaltire le ecoballe di rifiuti occorrono tempi tecnici certamente non coerenti con quelli della Corte europea ma la commissione ha anche detto che se da subito realizzeremo gli impianti, possiamo allungare i tempi per quella sentenza. Si tratta di 6 milioni di ecoballe uguali a 7.900.000 tonnellate”. Secondo Romano “la soluzione è contenuta nel decreto 90 convertito nella legge 123 e cioè quella dell’impianto di termovalorizzazione ma noi abbiamo anche fornito una nostra soluzione aggiuntiva, quella di trattare quelle balle per produrre cdr, combustibile dai rifiuti, di qualità che normalmente viene impiegato per centrali elettriche fonderie, acciaierie. I tempi stimati sono di sei anni, ripeto non compatibili con quelli della Corte di Giustizia ma possiamo avere un allungamento dei tempi di ottemperanza”.
LA RUSSA: “PRESTO IL DECRETO AL QUIRINALE”. La trasmissione del decreto al Quirinale è imminente”, annuncia Ignazio La Russa a proposito del decreto sull’emergenza rifiuti. Il ministro della Difesa ricorda che al documento sta lavorando “Gianni Letta, che sta collazionando il testo”. Militari in stand by contro l’emergenza rifiuti in Campania, aggiunge La Russa: “Tengo pronti i militari, se dovessero servire”.