CASERTA. ll giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Roma ha assolto cinque imputati per la presunta scalata della camorra alla squadra di calcio della Lazio che avevano scelto il rito abbreviato.
Lo riferiscono fonti giudiziarie. I cinque erano accusati di impiego di denaro illecito e riciclaggio per avere contributo a celare la provenienza criminale dei 24 milioni di euro riconducibili al clan dei Casalesi, che secondo gli inquirenti avrebbero dovuto essere impiegati per l’acquisto della società biancoceleste, tra il 2004 e il 2006. L’acquisto però fallì perché il presidente Claudio Lotito si rifiutò di cedere la squadra. Secondo l’accusa, come spiega una nota del 2009 degli inquirenti, il piano dei Casalesi era di riciclare denaro sporco all’interno della società: “Il denaro sarebbe stato dapprima trasferito all’estero e successivamente fatto rientrare in Italia attraverso istituti bancari tedeschi, svizzeri ed ungheresi. La provvista doveva infine confluire presso un istituto di credito della capitale, per essere utilizzata per acquistare una quota rilevante del pacchetto azionario della società sportiva Lazio”.
I cinque assolti sono Giancarlo Benedetti, Diego Franchetti e Arturo Ceccherini, per i quali i magistrati avevano chiesto 6 anni di carcere; Giuseppe Diana, considerato dai pm l”amministratore” della scalata, per cui erano stati chiesti 10 anni, e Bruno Errico, che rischiava 8 anni, dicono le fonti.
I pm possono comunque ricorrere contro la decisione del gup. Il personaggio più noto della vicenda è l’ex calciatore Giorgio Chinaglia (nella foto), tutt’ora latitante, e imputato per associazione a delinquere latitante nel processo principale, di cui l’inchiesta che ha portato oggi alle cinque assoluzione è uno stralcio. Altri cinque imputati intanto aspettano il processo con rito ordinario.