CASERTA. Elezioni comunali 2011, Primarie del centrosinistra. Ci sarà anche Piero Riello, un appassionato della politica che dice che con i politicanti non ha nulla a che fare, un professionista, un volto giovane per cambiare la faccia della città.
In meno di due settimane, nel risicato spazio di tempo concesso, Riello ha raccolto mille firme a sostegno della propria candidatura. Un segnale evidente che a Caserta cè voglia di cambiare aria, soprattutto a sinistra. La mia scelta afferma è spinta dal desiderio di reagire all’indifferenza dei cittadini e ad una politica che non riesce più a dar conto ai bisogni ed alle necessità reali di ognuno di noi.
Avvocato, 40 anni, sposato con due figli, Piero Riello non usa giri di parole: Credo nel Pd e nel centrosinistra, ma a Caserta come in Italia bisogna rinnovare la classe dirigente. Come dice il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che idealmente mi ispira, bisogna rottamare questa classe politica che non risponde più alle emergenze del territorio. Il mio principale obiettivo, la mia speranza e il mio sogno continua Riello è rendere la nostra città normale.
Come? Il candidato propone cinque punti. Cinque passi in avanti da fare insieme.
Una città sicura – Ogni legame, anche indiretto con il crimine e la camorra va tagliato di netto: serve la stazione appaltante, per demandare a un ente superiore, impermeabile a ogni pressione, le gare dappalto. E unagenzia per la lotta alla criminalità organizzata, che alterni funzioni di controllo, ad attività di prevenzione e assistenza sociale, sullesempio di quanto fatto a Bari con successo dal sindaco Michele Emiliano.
Una città che funziona Servono servizi efficienti, trasporti puntuali da rafforzare, scuola pubblica e attività per linfanzia, eventi culturali. Ma è anche necessario realizzare strutture pubbliche che consentano ai giovani di sviluppate le proprie capacità artistiche, culturali o sportive, sfruttando le aree cittadine che già sono alla nostra portata, a cominciare dal Macrico.
Una città pulita. Con la differenziata, o con un sistema di smaltimento dei rifiuti che si renda autonomo dal baraccone degli enti strutturali (consorzi e quantaltro) che servono solo a produrre clientelismo. Ma anche con regolamenti edilizi che impongano il risparmio energetico.
Una città da valorizzare. Caserta è meravigliosa. Allora facciamo splendere le nostre bellezze. Casertavecchia, ad esempio va collegata meglio al centro con navette elettriche dal piazzale della Reggia, percorrendo poi l’antica mulattiera da ripristinare e valorizzare, perché è essa stessa un capolavoro. Ai turisti della Reggia va poi garantito un servizio di assistenza puntuale, cerchiamo di far dimenticare la sciatta accoglienza fin qui riservata ai visitatori (per inciso nei giardini della Reggia non deve circolare neppure un motorino a costo di mettermi io stesso con la paletta e il blocchetto dei verbali ad elevare multe a chi va avanti e indietro per il Parco).
Una città che produce. La nostra città merita unamministrazione capace di diventare un punto di contatto tra limpresa e la società civile, per fornire una risposta credibile alla devastante crisi occupazionale che affligge la nostra terra. Come fare? Innanzitutto restituendo dignità ad uno dei prodotti più importanti della nostra terra, ovvero la seta di San Leucio, attraverso la creazione del marchio d.o.p. Seta di San Leucio. E poi rivitalizzando il circuito delle piccole imprese che sono il nervo della nostra economia. In conclusione la mia sfida, o Pazzia Democratica, è l’esegesi di un nuovo modo di concepire la nostra città. Io ci credo. Penso che Caserta possa farcela.