Spaccio di droga, militare cesano chiede rito abbreviato

di Redazione

 CESA. Ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, che si svolgerà dinanzi al gup del Tribunale di Napoli, Giovanni Monte, 35 anni, di Cesa, coinvolto nell’operazione “Piazza Pulita”.

Monte, militare in servizio presso la Brigata Garibaldi di Caserta, era stato tratto in arresto insieme ad altre 28 persone per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo l’interrogatorio, su istanza dell’avvocato di fiduciaEnzo Guida, ottenne la scarcerazione, sulla base proprio degli elementi difensivi offerti. In questi giorni è iniziato il processo ed il militare ha chiesto che la propria posizione sia definita con il giudizio abbreviato. La sentenza, presumibilmente, sarà emessa dal gup Ferrigno l’anno prossimo considerato l’elevato numero di imputati presenti nel processo.

L’ordinanza “Piazza Pulita” nasce da una indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che portò lo scorso mese di febbraio all’arresto di 28 persone per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con l’aggravante di avere agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare l’organizzazione di stampo camorristico Farina-Martino operante a Maddaloni e comuni limitrofi e per numerose imputazioni di spaccio di spaccio di sostanze con l’aggravante mafioso. Tali indagini, supportate da servizi tecnici, consentivano di acquisire elementi di reità nei confronti di personaggi della criminalità organizzata che dimostravano la esistenza in Maddaloni di una diffusa e capillare organizzazione che, avvalendosi del metodo mafioso, era dedita al traffico di ingenti quantitativi di stupefacenti.

L’accusa nei confronti di Monte è quella di aver effettuato acquisti di sostanza stupefacente, per poi rivenderla a terzi. Con il rito abbreviato Monte cercherà di dimostrare la sua estraneità alle accuse mosse nei suoi confronti. Già nel corso dell’interrogatorio, sia dinanzi al gip sia dinanzi al pm, Monte ha negato qualsiasi coinvolgimento, precisando di non aver mai effettuato acquisti di droga ai fini di spaccio. La difesa del giovane aveva anche prodotto una corposa documentazione, tesa a dimostrare la condotta corretta del militare, impegnato in passato in delicate operazioni di pace, come quella in Iraq.

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