Il Milan è ufficialmente in fuga. La vittoria nell’anticipo di sabato sulla Fiorentina aveva già blindato il primo posto, ma il pareggio della Lazio a Parma permette ai rossoneri di portare a 3 punti il vantaggio sulla squadra di Reja.
Al terzo posto, con 23 punti, 6 meno del Milan, sale la Juventus vittoriosa a Genova sul Genoa. Ma la grande notizia è un’altra: l’Inter che ha perso 2-1 a Chievo si ritrova a -9 dalla capolista e in piena crisi di gioco, identità e nervi (la prova è la testata di Eto’o a Cesar al 36′ p.t.). Per la squadra di Benitez, 2 punti nelle ultime 4 partite, mai così male dal 2004.
Insomma, il Milan trascinato da Ibrahimovic fa sul serio. E lo svedese è ancora decisivo nell’1-0 di San Siro contro la Fiorentina. Ormai le statistiche su Ibra si sprecano, ma è un fatto che finora ha portato sempre al titolo le squadre nelle quali ha giocato. E il suo arrivo al Milan ha ribaltato le gerarchie che fino allo scorso campionato mettevano l’Inter sopra tutte le avversarie.
La Roma, che ha aperto la tredicesima giornata battendo 2-0 l’Udinese sale a quota 22. E mostra di aver ritrovato il passo per partecipare all corsa al titolo. Era quello che Ranieri voleva. E c’è anche la Juve, che grazie al rientrante Krasic sbanca Marassi con un secco 2-0. A metà classifica, importanti successi in trasferta per Palermo (2-1 a Cesena) e Sampdoria (3-2 a Lecce). Il Catania batte il Bari, mentre l’ex cT azzurro Roberto Donadoni esordisce bene sulla panchina del Cagliari: vittoria 2-1 a Brescia in rimonta.
Risultati giornata 13: Roma-Udinese 2-0, Milan-Fiorentina 1-0, Genoa-Juventus 0-2, Brescia-Cagliari 1-2, Catania-Bari 1-0, Cesena-Palermo 1-2, Chievo-Inter 2-1, Lecce-Sampdoria 2-3, Parma-Lazio 1-1, Napoli-Bologna 4-1.
Classifica: Milan 29, Lazio 26, Napoli 24, Juventus 23, Roma 22, Inter 20, Palermo 20, Sampdoria 19, Chievo 19, Catania 17, Udinese 17, Genoa 17, Fiorentina 15, Parma 15, Cagliari 14, Bologna 14, Lecce 12, Brescia 11, Cesena 11, Bari 9.
Prossimo turno: sabato 27 novembre Sampdoria-Milan (ore 18), Juventus-Fiorentina (ore 20.45); domenica 28 Inter Parma (ore 12.30), alle ore 15 Bari-Cesena, Bologna-Chievo, Brescia-Genoa, Cagliari-Lecce, Lazio-Catania, Udinese-Napoli, alle 20.45 Palermo-Roma.
MILAN- FIORENTINA 1-0La rovesciata di Ibrahimovic che determina l’1-0 sulla Fiorentina, oltre a essere un gesto tecnico pregevole, è quasi un simbolo del ribaltamento di valori nel campionato italiano dopo anni di dominio nerazzurro. Come i tifosi rossoneri speravano al via della stagione, lo svedes sta facendo la differenza. E se è presto per dire che lo scudetto sarà rossonero, è già ora di constatare che Ibra è decisivo e determinate in quasi tutti i punti fin qui accumulati dal Milan. E nel vantaggio accumulato in particolare sull’Inter. La sfida con la Fiorentina si decide una manciata di secondi prima dell’intervallo, quando Ibrahimovic, in area riceve un cross dalla trequarti destra di Gattuso, controlla sopalle alla porta, poi buttandosi a terra inventa una rovesciata che schiaccia la palla davanti al portiere vila Boruc su una traiettoria angolata. Gol capolavoro, non di finezza ma di destrezza. E dire che prima la Fiorentina aveva avuto buone occasioni. Abbiati aveva dovuto intervenire su D’Agostino (punizione) e Kroldrup. Il Milan aveva cominciato senza troppa pressione, crescendo poi alla distanza. Anche nella ripresa i viola hanno avuto occasioni per pareggiare, la migliore al 38′ con Ljajic. Ma Abbiati è stato ancora determinante e ha salvato il risultato. Nel finale Allegri manda in campo Ronaldinho chiudendo di fatto il caso delle “ore piccole”. Kroldrup invece viene espulso e lascia la Fiorentina in 10.
ROMA-UDINESE2-0 Un gol per tempo di Ménez (bella azione personale) e di Borriello, danno alla Roma tre punti importanti, che certificano la ritrovata salute dei giallorossi, con una striscia di risultati utili che hanno cancellato la crisi di inizio stagione. L’Udinese ci ha provato, in particolare con Di Natale e però ha trovato il gol, ingiustamente annullato, soltanto nei minuti di recupero oltre il 90′. “La differenza l’ha fatta anche quel pizzico di fortuna che ci vuole sempre. – ammette alla fine Ranieri – Il gran gol di Ménez ha cambiato la partita. Risultato importante: è tornata la consapevolezza di essere una squadra forte nonostante le assenze”. Deluso Guidolin, tecnico dei friulani: “La partita è stata equilibrata. Ma l’Udinese poteva fare di più”.
GENOA-JUVENTUS 0-2 La Juve risponde ai successi di Milan e Roma andando ad espugnare Marassi 2-0: è il nono risultato utile consecutivo per la squadra di Del Neri. Il Genoa rimedia invece il primo stop con Ballardini in panchina dopo i successi con Bologna e Cagliari. La Juve costruisce la sua vittoria nel primo tempo grazie soprattutto alla buona prova del rientrante Krasic. Il risultato si sblocca già al 18′, con un po’ di fortuna e la complicità di Eduardo: tira Marchisio, la palla finisce sul palo e poi rimbalza sulla sua testa insaccandosi. In 5 minuti i bianconeri confezionano un uno-due micidiale: al 23′ il raddoppio, con grande azione di Krasic che punta Criscito, lo salta con un doppio passo, entra in area e con un destro a incrociare infila ancora Eduardo. Il genoa potrebbe riaprire la partita in più occasioni ma è anche poco fortunato: traversa di Criscito nel primo tempo e un’altra nel secondo tempo con Kharja. Nella ripresa a fare la partita è soprattutto il Genoa, che si danna l’anima per recuperare non riuscendo però a trovare la via della porta difesa da Storari, che compie anche un paio di interventi decisivi.
PARMA-LAZIO 1-1Al Tardini finisce 1-1 e il pari va bene al Parma e, tutto sommato, anche ai biancocelesti anche se perdono 2 punti nei confronti della capolista Milan. Marino conferma il 4-3-3, con Crespo in mezzo, Candreva a destra e Bojinov a sinistra. In panchina Marques. Reja schiera un 4-2-3-1 con Matuzalem che vince il ballottaggio con Ledesma e che affianca Brocchi. Sulla trequarti linea a tre Hernanes-Floccari-Mauri con Zarate riproposto punta centrale dopo l’ottima prestazione contro il Napoli. Partita equilibrata: al 20′ Marino perde il suo capitano, Morrone deve uscire per infortunio ed è bravo il tecnico a trovare la soluzione giusta con l’ingresso di Angelo che si va a piazzare a destra nel tridente, mentre a centrocampo arretra Candreva. Passano appena tre minuti ed è proprio il nuovo entrato, Angelo, a mettere in mezzo un bel pallone che Crespo devia in rete di testa, anticipando Biava. La Lazio però reagisce: al 40′ sul sinistro di Hernanes, Mirante non trattiene, Zarate ha uno splendido guizzo, ma il suo pallonetto è respinto sulla linea da Paci in acrobazia. Insiste la Lazio e al 3′ minuto di recupero viene aiutata dalla fortuna e trova il pari: sul corner di Hernanes, Floccari sfiora, la palla finisce sulla testa di Antonelli e poi in rete. Nella ripresa ancora Lazio che ha un’arma in più nella qualità di Hernanes, Floccari e Zarate. L’argentino quando parte da lontano fa male, ma sulle sue conclusioni Mirante è sempre attento ed è fortunato sul sinistro di Hernanes che sfiora il palo. L’ultimo tentativo è di Matuzalem, il suo sinistro dai 25 metri, trova attento Mirante. Squadre stanche, campo pesante, finisce 1-1.
NAPOLI-BOLOGNA 4-1Poco più di un allenamento per il Napoli il posticipo serale contro il povero (in tutti i sensi, vista la situazione societaria) Bologna. Azzurri in vantaggio già al 3′ del primo tempo con Maggio. Al 37′ il 2-0 su tiro di Hamsik deviato da Garics. Nella ripresa, di nuovo in gol lo slovacco al 4′. Poi è Meggiorini a segnare il 3-1 per il Bologna, ma 6 minuti dopo Cavani segna il 4-1 raggiungendo di nuovo Samuel Eto’o in cima alla classifica cannonieri. Il Napoli invece si conferma al terzo posto con 24 punti, uno solo in meno della Lazio, ma uno in più della Juve e 2 sulla Roma.
CESENA-PALERMO 1-2Terza vittoria esterna per il Palermo che passa 2-1 al Dino Manuzzi di Cesena. La sfida con i bianconeri era considerata un piccolo esame di maturità per i rosanero, reduci dalla vittoria nel derby, ma che in trasferta spesso stentano proprio contro le cosidette piccole. Pastore e compagni fanno valere la loro superiorità tecnica con belle giocate e palla a terra in un campo reso pesante dalla pioggia. Il gol del vantaggio arriva grazie al quinto centro stagionale dello sloveno Ilicic, quello della vittoria è il primo gol di capitan Miccoli, pienamente recuperato, dopo 6 mesi. L’unico neo un paio di disattenzioni difensive, in una delle quali arriva il momentaneo pareggio di Bogdani. Il Cesena ha comunque poco da rimproverarsi: non demerita, gioca la sua partita e si procura alcune buone occasioni.
LECCE-SAMPDORIA 2-3Una tripletta di Pazzini e la Sampdoria vola a Lecce, rimediando a un secondo tempo folle nel quale aveva consentito a un avversario in 10 di recuperare un doppio svantaggio. Un gol di rapina, un rigore e un contropiede sul filo del fuorigioco: è irresistibile Pazzini nei panni dell’uomo-faro. Ha preso la squadra sulle spalle, con la forzata uscita di scena di Cassano, e non l’ha mollata, consentendole di fare la differenza e di riportarsi a ridosso delle grandi. Il Lecce perde nelle battute conclusive l’imbattibilità casalinga stagionale e l’occasione di ottenere un risultato eccellente dopo essere riuscito, con un uomo in meno, a raddrizzare la partita con due gemme di Di Michele e Diamoutene. I giallorossi protestano vigorosamente denunciando il fuorigioco (che non c’è) di Pazzini nel gol-partita, ma prima di prendersela con l’arbitro Gava dovrebbero insegnare educazione e disciplina a Chevanton, la cui espulsione ha sicuramente influenzato il risultato avendo costretto i compagni a giocare in inferiorità per oltre una frazione. L’attaccante, al 38′ del primo tempo, ha reclamato un rigore per fallo di mano di Gastaldello. L’arbitro è stato di avviso contrario e cosa ha fatto l’uruguaiano? Si è precipitato nella sua metà campo, ha rincorso Marilungo e lo ha steso con estrema durezza. Fallo intenzionale, rosso diretto, maglia lanciata contro Gava, alla Cassano vecchia maniera. E prima di entrare furibondo negli spogliatoi, accuse anche al quarto uomo. Una reazione da campi dilettantistici, immotivata per un anziano professionista, che ha cambiato il corso della partita. Prima dello Chevanton-show, la Samp si era segnalata per la concretezza. Al primo affondo era passata, all’8′. Cross di Ziegler, pasticcio confezionato in tandem da Rosati e Fabiano, Pazzini ha ringraziato e portato a casa il vantaggio. Prima del raddoppio, Pazzini aveva seminato il panico in area salentina ma era finito a terra dopo un contatto dubbio con Mesbah. Due minuti dopo l’espulsione di Chevanton è giunto il raddoppio: Grossmuller ha atterrato Marilungo e il «Pazzo» ha bissato dagli 11 metri. Ripresa alla garibaldina del Lecce con De Canio che ha rispolverato Diamoutene, al posto di Giuliatto. Fischiatissimo il maliano per aver vestito la maglia del Bari. Ma proprio lui e Di Michele sono stati i più intraprendenti, con la Samp apparsa appagata prima del tempo, e con due prodezze al 27′ e 38′ hanno riagguantato un insperato pari. Due a due invece di una passeggiata doriana. Ma al 43′ Pazzini, scattato al 43′ sul filo del fuorigioco senza che il compagno Dessena tocchi la palla mettendolo in offside, segna il 3-2.
BRESCIA-CAGLIARI 1-2Bel debutto per Roberto Donadoni sulla panchina del Cagliari: i suoi ritrovano una vittoria che in trasferta mancava dal gennaio scorso. Per contro, rischia grossissimo l’allenatore del Brescia Iachini, anche se Corioni jr. dice “stia tranquillo, non cambia nulla”. Settima sconfitta in nove partite per la squadra di casa che contro i rossoblù era passata in vantaggio, aveva dominato il primo tempo sprecando più occasioni per il raddoppio subendo poi il ritorno e quindi la vittoria ospite maturata nel giro di due minuti nella ripresa. L’equilibrio si è spezzato al 20′ del primo tempo quando Caracciolo ha trasformato un calcio di rigore che lui stesso si era conquistato sugli sviluppi di una punizione di Cordova. Da quel momento in fino alla fine del primo tempo il Brescia gioca più e meglio, ma arretra nella ripresa. Il Cagliari se ne accorge e ne approfitta ribaltando il risultato nel giro di due minuti, tra il 18′ ed il 20′ con un micidiale uno-due che vede Matri finalizzare (diagonale preciso) un’azione di contropiede e poi Conti a segnare direttamente su calcio di punizione dai 40 metri. Iachini butta nella mischia Diamanti, ma cambia poco: il Brescia non ne ha più.
CATANIA-BARI 1-0Ancora Terlizzi. Come a Palermo, anzi meglio. A sette giorni di distanza dal gol messo a segno nel derby di Sicilia, il difensore rossazzurro si ripete. Il colpo di testa del centrale etneo vale tre punti pesanti. Così il Catania risolve a proprio favore una gara molto più complicata di quanto classifica e difficoltà contingenti dell’avversario potessero far presumere. La formazione di Giampaolo la spunta sul Bari solo a 7′ dalla fine e per di più in inferiorità numerica a causa dell’espulsione di Maxi Lopez. Nonostante i problemi dell’avversario, il Catania gira a vuoto per l’intero primo tempo, o quasi. I ritmi modesti rendono sterile il perdurante possesso di palla dei rossazzurri, ai quali manca il cambio di passo: Gillet viene impegnato seriamente solo da un colpo di testa di Mascara su cross di Alvarez e corre un altro brivido su un’inzuccata a lato di Silvestre su corner di Mascara. Il Bari fa quel che può intasando la propria metà campo per togliere respiro alla manovra etnea e affidando le rare ripartenze a Caputo e soprattutto alla velocità di Alvarez, che appena si affaccia sulla trequarti prova a tirare da ogni posizione senza però trovare mai la porta di Andujar. Un destro dalla distanza di Gomez respinto in tuffo da Gillet apre una ripresa nella quale il Catania aumenta la pressione guadagnando campo. Giampaolo passa a un assetto più offensivo rimpiazzando Izco e Mascara con Ledesma e Llama e avanzando Ricchiuti. Russo annulla un gol di Gomez per un fallo su Parisi, poi una girata di testa di Maxi Lopez sfiora il palo alla sinistra di Gillet. Il Bari non esce più dalla propria metà campo, i rossazzurri insistono. Gillet si oppone a una conclusione ravvicinata di Ricchiuti, ma proprio nel momento di maggiore pressione il Catania resta in dieci a causa del cartellino rosso rimediato da Maxi Lopez per proteste. Paradossalmente, la squadra di Giampaolo passa proprio in inferiorità numerica: punizione dalla sinistra di Llama e Terlizzi stacca in area battendo Gillet. Il Bari si riversa in avanti, ma è troppo tardi.