Alfano: “Non vogliamo i pm sotto il governo”

di Redazione

Angelino Alfano ROMA. “Non vogliamo sottoporre il Pm al potere esecutivo, né intendiamo arrivare surrettiziamente a questo risultato intervenendo sulla polizia giudiziaria”, ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano parlando al congresso dell’Anm a Roma.

Il Guardasigilli ha spiegato che il governo non intende compiere questo passo “perché non abbiamo fiducia nei governi che ci hanno preceduto e che potrebbero succederci. Ed è questa la stessa ragione per cui non intendiamo – ha aggiunto – fare della polizia giudiziaria uno strumento nelle mani dell’esecutivo”. Insomma “per via diretta o traversa non intendiamo violare il sacro recinto della giurisdizione, perché non siamo certi che chi verrà dopo di noi non abuserà di quella violazione”.

Ma Alfano è riuscito a strappare anche qualche applauso nel suo intervento al Congresso dell’associazione nazionale magistrati, che è stato però spesso segnato da mormorii della platea. L’applauso è arrivato quando il ministro ha detto che proporrà al Parlamento di rendere stabile la deroga a mandare i magistrati di prima nomina nelle sedi disagiate.

I mormorii della platea si sono avuti in più passaggi dell’intervento di Alfano. Innanzitutto, quando il Guardasigilli ha fatto notare che alcune delle riforme più contestate dai magistrati, come ad esempio quello del processo breve e delle intercettazioni, non sono diventate leggi, come invece accaduto alla riforma del processo civile e agli interventi in materia antimafia. E ancora ci sono stati brusii dalla platea, quando il Guardasigilli ha rivendicato di non aver mai dato del “fannullone” a un magistrato, ma anzi di averne in più occasioni elogiato il lavoro difficile. Ancora qualche commento rumoroso c’è stato quando il ministro ha detto di non poter considerare disagiate alcune Procure della sua Sicilia, come Sciacca, per la sua posizione bellissima e anche per l’autostrada che collega l’aeroporto al tribunale.

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