ROMA. Se Silvio non si muove, la valanga scende. La minaccia arriva da Umberto Bossi che, dalle colonne del quotidiano La Padania, fa capire di aver perso la pazienza con il premier Silvio Berlusconi. Il senatùr rinnova linvito al Cavaliere a presentare le dimissioni per dar vita ad una crisi pilotata.
Larticolo del giornale leghista riporta le parole proferite da Bossi al suo rientro, giovedì sera, dopo il faccia a faccia con Gianfranco Fini ed il lungo colloquio telefonico con Berlusconi, in Corea per partecipare al G20. Secondo le indiscrezioni riportate dalla Padania, Bossi avrebbe detto: Di spazio per una trattativa ancora ce nè, ma deve muoversi Berlusconi. Deve andare da Fini ad incontrarlo perché una crisi al buio sarebbe troppo pericolosa, per lui ma anche per il Paese.
Inoltre, il ministro delle Riforme riferisce che, durante il colloquio con Fini, il leader di Futuro e Libertà non ha inserito nella trattativa il federalismo che, dice Bossi, ormai va avanti comunque. Si è invece parlato di riforma elettorale, senza riferimenti a modelli precisi. Un elemento che potrebbe comportare un possibile riavvicinamento tra le parti. Ma tutto ciò ad un patto: non solo per Fini, ma ora anche per Bossi, Berlusconi deve rassegnare le dimissioni. Una condizione che, però, il presidente del Consiglio non sembra voler accettare: Non mi dimetto, Fini mi sfiduci, ha detto dal vertice dei capi di governo in Corea.
BONDI: “NON CI SONO CONDIZIONI PER GOVERNO TECNICO”. Sulla stessa linea i suoi fedelissimi del Pdl. Per il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, non ci sono le condizioni per un governo tecnico, che sarebbe lecito ma politicamente illegittimo. L’unica alternativa al governo Berlusconi – ha detto all’Intervista, condotta da Maria Latella su Sky Tg24 – è andare subito alle elezioni. Se si andasse ad un governo tecnico, il Pdl e la Lega avrebbero una reazione durissima ha proseguito il ministro Bondi che ha citato l’editorialista Ostellino sulla illegittimità politica del governo tecnico. Per l’opposizione andare al voto è un rischio altissimo che non vogliono correre. Per Bondi, il via libera al Lodo Alfano stabilizzerebbe la politica. Non siamo agli ultimi giorni di Pompei, questo è l’ultimo colpo di coda della vecchia classe politica alla quale appartiene anche Gianfranco Fini, un politico di professione che non ha saputo svolgere all’interno del Partito delle libertà un dissenso intelligente, duttile e sapiente, ha detto Bondi. Una parte della classe politica è indifferente alle questioni di governo e più che alla politica del fare – ha osservato Bondi – si impegna nella politica delle polemiche e delle carriere.
FRATTINI: “O BERLUSCONI O VOTO”. Non possiamo immaginare un’alternativa a questo presidente del Consiglio, che ha vinto le elezioni del 2008. Può succedere solamente che o si conferma Berlusconi (alla guida del governo, Ndr) oppure c’è la richiesta al popolo di decidere. Non vedo soluzioni bizantine o da Prima Repubblica. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in merito alle ipotesi di un eventuale Berlusconi-bis, a margine di un convegno al Senato. Le ipotesi di crisi pilotate appartengono al passato della politica, che oggi – ha aggiunto – vuole un dibattito in Parlamento e, dopo, l’assunzione di responsabilità chiara e trasparente, a seguito della quale si può ragionare.
ANCHE MPA SI RITIRA DAL GOVERNO. Intanto, dopo i finiani, anche lMpa di Lombardo annuncia la fuoriuscita dal governo, con il ritiro del sottosegretario alle Infrastrutture Giuseppe Reina. Il Movimento per le Autonomie, nei tempi concordati con Futuro e Libertà, uscirà dal governo Berlusconi: così il portavoce nazionale Aurelio Misiti. Mpa – spiega – ritiene indispensabile la formazione di un nuovo governo che risponda alle aspettative della maggioranza degli italiani realizzando un programma di fine legislatura che, partendo da un piano di sviluppo per il sud, sia capace di superare la fase pur necessaria di difesa dei conti pubblici e di avviare una politica a sostegno delle famiglie e delle imprese.