CASERTA. “Non sono il boss che racconta la tv”. Queste le parole che il boss Antonio Iovine avrebbero detto dal carcere, secondo quanto trapelato.
Iovine, che insieme a Michele Zagaria ha raccolto l’eredità di Francesco Schiavone detto “Sandokan” insediandosi al vertice del clan dei Casalesi, sembra insomma voler sostenere la propria estraneità alle numerose e pesanti accuse contestategli nel corso degli anni.
Secondo indiscrezioni, durante quest’anno già due volte le forze dell’ordine erano giunte vicinissime alla cattura, a marzo e a maggio scorso. Ma quando avvennero le irruzioni nei due covi, localizzati tra Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa, Iovine da poco si era allontanato. Secondo gli inquirenti, il boss si spostava di frequente tra diversi nascondigli, ultimo dei quali il villino in via Cavour a Casal di Principe dove mercoledì pomeriggio è stato individuato. Non aveva documenti né ne utilizzava di falsi, così come non adoperava mai telefonini.
“Se qualche volta gli è capitato di usare un cellulare – ha spiegato un inquirente – subito dopo distruggeva la scheda”. Si avvaleva della complicità di personaggi della zona per i suoi spostamenti, sia tra un covo e l’altro, sia per viaggi in altre regioni d’Italia, come l’Emilia e la Toscana, sia all’estero, come in Francia.
LA FIGLIA: “E’ INNOCENTE”. “Mio padre è innocente, non è affatto un boss della camorra”. Filomena Iovine, 23 anni, figlia di Antonio,lo dice senza mezzi termini. Dal balcone della casa della famiglia Iovine, a San Cipriano di Aversa, Filomena si mostra serena. Racconta di aver incontrato suo padre ieri in questura a Napoli: “Ci siamo abbracciati, lui è stato contento e anche io”. Poi riferisce quanto le ha detto il padre: “Ci ha detto di avere fiducia in lui, ci ha detto che dimostrerà la sua innocenza”. Poi anche un consiglio: “Si è raccomandato di continuare gli studi, perchè lo studio è la cosa più importante”. La figlia del boss, studentessa in farmacia, dice anche che sua madre “non è affatto disperata”. “La cosa che mi preme maggiormente dire è che tutti noi siamo vicini a nostro padre – conclude – non lo lasciamo e, soprattutto, crediamo in lui e nella sua innocenza”.