Saviano: “Maroni? Il vero eroe è Cafiero De Raho”

di Redazione

Roberto Saviano MILANO. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni non ha avuto ragione ad arrabbiarsi quando in una puntata di ‘Vieni via con me’ lo scrittore Roberto Saviano ha accostato la Lega alla mafia.

A pensarlo è lo stesso Saviano, in un’intervista al Corriere della Sera. “Io ho raccontato le inchieste – rileva lo scrittore – e dire che non hanno portato all’arresto di politici leghisti, che ragionamento è? Un’inchiesta racconta un clima culturale, un modus operandi. La ‘ndrangheta interloquisce con i poteri del Nord: dove c’è la Lega, si rivolge alla Lega”.

Per Saviano “il problema principale del Nord non sono certo gli immigrati, come vogliono far credere, ma l’alleanza impresa-politica-criminalità. Il caso Desio lo dimostra. La Lega ha abbandonato la giunta dopo che un’inchiesta ha dimostrato che una parte di quella maggioranza faceva affari con la ‘ndrangheta. E prima? Ignoravano? Il Nord Italia è sempre più infiltrato, piaccia o non piaccia alla Lega”.

Ma Maroni ha catturato Antonio Iovine, quello che può essere definito il persecutore dello scrittore… ”Ma non scherziamo – dice Saviano – Iovine non l’ha mica arrestato Maroni. Era 16 anni che lo cercavano. Il pm Federico Cafiero de Raho, dell’Antimafia di Napoli, uno degli eroi silenziosi di questo Paese, è la persona a cui deve andare il merito morale del contrasto ai boss casalesi”.

Sulle polemiche sul fine vita Saviano spiega che “raccontare una storia d’amore come quella tra Piero Welby e sua moglie Mina non significa affatto oscurare altre voci. Chi, dopo quarant’anni di sofferenza, ha chiesto di fermare la macchina a cui era attaccato non è affatto contro chi invece continua a sperare in quella macchina che lo tiene in vita. Il mio era un racconto d’amore – sottolinea – di sentimenti e di libere scelte. Non c’era nulla a cui replicare”, afferma riferendosi alle richieste di intervento in trasmissione da parte delle associazioni pro vita.

Su ‘Vieni via con me’ Saviano non ha dubbi, “abbiamo davvero fatto il programma contro l’editore. Non c’era un gran clima intorno a noi, e continua a non esserci. Il bello è che ce l’abbiamo fatta nonostante questa Rai. Nonostante questa politica”. “Vieni via con me – aggiunge – è stato un programma trasversale. I dati dicono che ci hanno seguito tanti giovani tra i 14 e i 24 anni. E che il pubblico era diviso in maniera equa tra centro destra e centro sinistra”.

Saviano conclude sostenendo che “e’ stato bello, ma ora mi fermo. Esperienza durissima. Scrittura, prove serrate, memoria. E molta, troppa tensione che i dirigenti di Raitre ci aiutavano a sopportare. Non so se la ripeterò. Di sicuro non a queste condizioni. In una Rai come quella di oggi, mai piu”.

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