MADDALONI. I consiglieri comunali del Pdl, Antonio De Rosa e Rosa De Lucia, in un documento inviato ai vertici nazionali, regionali e provinciali del partito, annunciano lappoggio esterno alla maggioranza guidata dal sindaco Cerreto.
Una posizione condivisa anche dal Club della Libertà Maddaloni per Silvio, con il coordinatore Andrea De Filippo che dichiara di condividere integralmente lo spirito e la sostanza del documento prodotto dai due consiglieri.
Ecco il testo integrale del documento:
Le vicende ultime del Pdl maddalonese rappresentano, in maniera ancor più evidente che nel recente passato, lo stato di irrecuperabile agonia nel quale un gruppo ristretto ed autoreferenziale di personaggi ha ridotto questo Partito e questa Amministrazione Comunale. Avevamo, nei mesi scorsi, più volte sollecitato un confronto politico nel partito sugli assetti, sulla gestione politica e sulle questioni amministrative più significative, a partire dalla questione dell’ampliamento della Cementir, passando per la conduzione della macchina amministrativa, per finire ad una possibile comune valutazione delle linee strategiche da adottare in materia finanziaria ed urbanistica.
Rispetto a queste sollecitazioni, abbiamo riscontrato solo una sorda e cieca affermazione di forza, realizzata attraverso l’arroganza e la protervia di una maggioranza risicata del gruppo consiliare che, con la complicità del sindaco (ormai ridotto al ruolo di capofazione) e del redivivo sedicente coordinatore, ha sancito di fatto l’emarginazione totale di una ampia parte di militanti, iscritti, dirigenti, candidati e consiglieri del Pdl di Maddaloni.
Abbiamo assistito ad episodi che, se non fossero drammatici, avrebbero di sicuro effetti assolutamente esilaranti.Dalla diserzione di massa all’ultimo consiglio comunale fino alle dimissioni farsa di qualche giorno fa, date senza che fosse resa nota alcuna motivazione e ritirate senza che fosse resa nota alcuna motivazione. Senza dimenticare la barzelletta, durata mesi, di un coordinatore virtuale al posto di un coordinatore dimessosi con una lettera strappalacrime, che ribadisce la irrevocabilità delle sue dimissioni, che ripetutamente si sottrae ad ogni obbligo politico e che, infine, miracolosamente, senza motivazione alcuna, rientra in carica, defenestrando, in maniera altrettanto miracolosa, il coordinatore virtuale.
Solo una guerra per bande. Solo scontri di potere, mentre la città langue, muore, abbandonata a se stessa ed in balia dei novelli detentori di un potere sprezzante ed arrogante. Solo tentativi goffi di cooptazione di singoli in nome di caselle da riempire, incarichi politici da ricoprire, riconoscimenti amministrativi da distribuire. Fatti e cose che avevamo sperato questa città potesse dimenticare, consegnandoli agli anni bui della conduzione politica ed amministrativa del centrosinistra. Invece, no! Tutto come prima, anzi, peggio di prima! Fino a giungere alla recente nomina degli assessori, effettuata piegando la rispettabilità, l’onorabilità e la competenza degli amici prescelti alle ragioni di una guerra immotivatamente rancorosa e politicamente folle nei confronti di quanti non sono disposti a sottostare alla smania di potere satrapico espressa dalla combriccola che si è impossessata del Pdl maddalonese.
Rispetto al nostro rifiuto di regole di confronto interno inesistenti e di fronte alla richiesta di una riflessione comune di tutto il partito sulle ragioni di una crisi tanto profonda e preoccupante, abbiamo dovuto subire l’ennesima offesa da parte di un coordinatore, delegittimato nella forma e nella sostanza, incapace di svolgere un ruolo di sia pur minima garanzia, che dichiara alla stampa ….i due devono riconoscere che si trovano in una posizione di minoranza all’interno del gruppo e, dunque, come in ogni democrazia che si rispetti, devono adeguarsi alle decisioni della maggioranza del gruppo. In caso contrario, devono organizzarsi in modo tale da non creare fratture nel gruppo…...
Come far capire che, in un partito democratico che si rispetti, il gruppo consiliare è una parte del tutto e non il tutto, ad uso e consumo del padrone? Come far capire che, in un Partito democratico che si rispetti, la maggioranza, ammesso che sia tale, si confronta con la minoranza, ammesso che sia tale, e non impone scelte ed organigrammi, funzionali solo a logiche di potere? Come far capire che esistono decine di persone, oltre ai sette consiglieri comunali, che hanno fatto sì che questo Partito vincesse le elezioni? Come far capire che, se fosse vero ciò che dice il sedicente coordinatore, non esisterebbe la democrazia, ma semplicemente la dittatura della maggioranza?
Il Pdl non è questo! Il Pdl è il popolo della libertà, il partito del confronto, della democrazia! E proprio per essere fedeli a questi valori che oggi ci costituiamo nel gruppo consiliare denominato Pdl Maddaloni per Berlusconi, orgogliosi di interpretare l’anima autentica di questo partito, liberale, democratica e solidale.
Da oggi accontenteremo il sedicente coordinatore, organizzando i nostri iscritti, i nostri elettori, i nostri concittadini, ai quali avevamo promesso il cambiamento e il rinnovamento della nostra martoriata città. Da oggi voteremo in Consiglio comunale solo in ossequio a quanto promesso ai nostri concittadini e secondo quanto previsto dal programma elettorale da noi sottoscritto, contro ogni degenerazione della politica in mercimonio, contro ogni arroganza e dispotismo e senza alcuna condivisione di qualsivoglia logica di spartizione. Nessuno potrà arrogarsi il diritto di rappresentarci e di rappresentare la nostra posizione di autentici depositari dei valori, dello spirito e della sostanza del Pdl di Maddaloni.
Da oggi spiegheremo ai nostri iscritti, ai nostri elettori, ai nostri concittadini che esiste ancora il Popolo della Libertà che crede in una città migliore e diversa e in una politica fatta di valori e contenuti positivi e condivisi. Tutto ciò nella certezza che i dirigenti provinciali, regionali e nazionali del nostro partito non potranno che condividere questa nostra analisi e vorranno intervenire per fermare questa folle corsa alla dissoluzione e per ripristinare democrazia e rispetto politico.