SUCCIVO. Martedì 30 novembre a Succivo, confronto tra ambientalisti, urbanisti e magistrati. Unaltra casa? è il titolo scelto da Legambiente per il dibattito sulle buone prassi di utilizzo del territorio che si terrà a Succivo, presso lAuditorium Paolo VI, martedì 30 novembre alle 17.30.
Il dibattito è organizzato dallOsservatorio Ambiente e Legalità della Provincia di Caserta, fondato dalla rete Casertana dei circoli di Legambiente nellambito di una serie di iniziative per la sostenibilità dello sviluppo territoriale di Terra di Lavoro.
Non ci potrà essere uno sviluppo se non passando attraverso la salvaguardia del territorio e del paesaggio afferma Antonio Pascale, presidente del circolo atellano di Legambiente. Negli ultimi decenni è avvenuto un processo di diffusione insediativa e occupazione di suoli senza paragoni nella storia che ha interessato gran parte delle aree agricole e delle periferie a nord di Napoli, che pagano lo scotto di essere tra le poche vie di sbocco di chi fugge all’insostenibilità della città partenopea.
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Al dibattito, condotto da Gabriella Corona, direttrice della rivista Global Environment, parteciperanno Paolo Berdini, urbanista, consigliere nazionale del Wwf, Vezio De Lucia, urbanista, consigliere nazionale di Italia Nostra e autore del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Caserta. E urbanistica e cemento fanno spesso rima con ecomafia. Al dibattito interverranno, quindi, il pm Donato Ceglie, autore della recente operazione Mattone Selvaggio ed Enrico Fontana, del direttivo nazionale di Legambiente e responsabile dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità. Inoltre, ci sarà la testimonianza di Vincenzo Cenname, ex sindaco di Camigliano, tra i primi Comuni a deliberare contro il piano casa regionale. Infine, Antonio Pascale, presidente del circolo locale di Legambiente, illustrerà la posizione degli ambientalisti in merito agli interventi edilizi approvati dal consiglio comunale di Succivo, contro i quali già a febbraio, Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Libera avevano espresso un netto dissenso.
La proposta degli ambientalisti è chiara. Occorre superare una visione del paesaggio ferma alla tutela di alcune aree e beni conclude Pascale – ragionare di salvaguardia ma anche di come contaminare con la chiave della qualità gli interventi sul territorio. Invertire la rotta, ripianificare lo sviluppo del comprensorio non in un ottica di aumento di capacità insediativa bensì di riqualificazione e valorizzazione dell’esistente, rappresenta la vera sfida per le amministrazioni dei comuni a nord di Napoli.
Una sfida resa difficile dalle condizioni delle casse degli enti locali e dalle enormi spinte speculative che pesano sui comuni che, come quelli della corona atellana, hanno grandi disponibilità di territorio agricolo. Più informazioni, video, foto e commenti, sui gruppi facebook sportello ambiente legalità e geofilos.