Medico “mobbizzato” e licenziato: Asl dovrà pagare 84mila euro

di Redazione

AVERSA. Il giudice del lavoro del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con sentenza 6039 del 27 novembre 2010, ha condannato l’Asl Caserta al pagamento di 84.103 euro al dottor Nazario De Cicco, ex dipendente dell’ospedale “Moscati” di Aversa, …

… a titolo di risarcimento per danno biologico da mobbing e demansionamento. La vicenda riguarda il periodo dal 1999 al 2002, durante il quale De Cicco ha svolto attività di dirigente medico, e ha avuto origine dalle sue denunce di inefficienze tecniche e organizzative della struttura ospedaliera. Dinanzi a tali contestazioni, la dirigente dell’allora Asl Ce2 rispondeva con una progressiva attività di vessazione, “prefigurata all’allontanamento del ricorrente e alla sua emarginazione ed isolamento”, come si legge nella sentenza. Del caso, nel gennaio 2007, si occupò anche la trasmissione televisiva “Mi manda Rai Tre”.

L’avvocato Angelo Maietta dello studio legale della Felsa Cisl di Caserta, difensore del dottor De Cicco, sottolinea la “grande sensibilità manifestata dal giudice del lavoro nella ricostruzione dell’intricata vicenda di mobbing”. “Con tale provvedimento – continua l’avvocato Maietta – il giudice ha infatti posto un primo punto fermo in una situazione complessiva che vede ancora pendenti tre ulteriori giudizi davanti ai magistrati del lavoro del tribunale sammaritano, compreso quello relativo al provvedimento di licenziamento comminato dalla stessa Asl di Caserta in data 8 luglio 2008”. Il segretario generale della Felsa Cisl, Gaetano Iodice, esprime soddisfazione per la sentenza e apprezzamento per il lavoro svolto dall’ufficio legale.

Ma la battaglia non è finita: ora De Ciccodeve attendere un’altra sentenza, quella contro il licenziamento. Del suo caso si è occupata di recente anche la nostra testata, pubblicando la lettera cheDe Cicco, chirurgo ortopedico stimatissimo ad Aversa, ha inviato ad Andrea Vianello, conduttore di “Mi manda Rai Tre”, che non risolse le cose ma le complicò, infatti il medico fu licenziato. “Egregio dottor Andrea Vianello (Rai 3) – scrive De Cicco – sono stato suo ospite a ‘Mi manda Raitre’ il 27 gennaio 2007 e, insieme alla direttrice generale dell’Asl Ce2e al presidente nazionale dell’ordine dei medici, discutemmo sulla diagnosi di mobbing syndrom e del conseguente giudizio che mi ha allontanato dal lavoro, entrambi fatti dall’Asl Ce2 con uomini e mezzi propri. Il tutto dopo aver denunciato le inefficienze e le carenze dell’ospedale di Aversa. Gli impegni presi (dagli allora vertici dell’Asl Ce2, ndr) in quella trasmissione televisiva sono stati ridicolizzati”. “Oggi – continua Di Cicco – a quasi quattro anni da quella trasmissione televisiva e a dieci da quella diagnosi e giudizio dell’Asl Ce2, il giudice ha sentenziato che ‘… la diagnosi è inesistente sotto il profilo nosografico non riscontrandosi nelle classificazioni dei disturbi mentali… il giudizio è errato perché basato sul nulla…è errato perché l’istante all’epoca del giudizio era da ritenersi idoneo ad esercitare la sua specifica attività professionale’”. “Nella sentenza – osserva lo specialista – si parla delle gravi ripercussioni che tutta la situazione ha avuto anche per la mia famiglia. Ma la sentenza in realtà è una beffa”, “Perché – spiega – ci sono voluti dieci anni per accorgesi che nel verbale della mobbing syndrom non c’é nulla. Perché non posso essere reintegrato dato che, come ha evidenziato il magistrato nella sentenza, ‘è pacifico che l’istante, nelle more del giudizio, è stato licenziato’. Quindi adesso debbo attendere un’altra sentenza, quella contro il licenziamento, avvenuto dopo la partecipazione alla trasmissione da lei condotta”. “E come se non bastasse – osserva – dovrò iniziare un nuovo giudizio per ottenere il risarcimento riconosciutomi oggi dal giudice, perché deve pagare l’Asl di Caserta in deficit e i conti della sanità campana sono in rosso per sei miliardi di euro”. “Intanto, – fa rilevare Di Cicco – quelli che hanno stilato la diagnosi di mobbing syndrom e mi hanno impedito di lavorare non solo non hanno dovuto rispondere di quanto hanno fatto e sono stati promossi, ma non pagheranno nulla per il danno fatto a me, alla mia famiglia e alla stessa Asl di Caserta”. Infine, una nota sulle condizioni qualitative dal punto di vista assistenziale del San Giuseppe Moscati: “In questi dieci anni – conclude – l’ospedale non è migliorato”.

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