Sagliocco (Fli): “La provincia di Caserta in preda ad interessi di bottega”

di Antonio Taglialatela

Giuseppe SaglioccoAVERSA. “Da queste parti il silenzio connivente e la latitanza di forze politiche, aduse a discutere di organigrammi e di gestione, mai creano le condizioni per un confronto di posizioni e progetti …

… finalizzati a far uscire la Provincia di Caserta dal tunnel per riportarla alla normalità, affrontando quindi in modo fattivo le grandi emergenze di questa realtà provinciale”. Così il leader provinciale di Futuro e Libertà, Giuseppe Sagliocco, a pochi giorni dalla convention casertana presieduta insieme ad Italo Bocchino ed Enzo Rivellini, riflette sulle condizioni della provincia, in preda, sottolinea l’ex consigliere regionale, ad una “crisi morale” e ad una politica “che parla d’altro”. “Questa – incalza Sagliocco – è la provincia più colpita in Campania da un’emergenza rifiuti che ha visto ben undici aree dichiarate a rischio diossina, discariche, aree di trasferenza, siti inquinati, così come dichiarato dall’Arpac, la cui rappresentazione che abbiamo visto dà la dimensione del disastro ambientale determinatosi in questi anni. Non c’è soltanto l’emergenza rifiuti, i cui riverberi creano quelle condizioni di un territorio cosi detto potenzialmente inquinato, che sta ad indicare quei luoghi dove l’intervento antropico ha creato il massimo disagio per la salute del cittadino. Tutto ciò è descritto in maniera chiara nel Decreto Ministeriale che definiva siti di interresse nazionale il litorale domitio e l’agro aversano”.

Per Sagliocco è un dato incontrovertibile che Caserta e la sua Provincia non siano state e non sono nell’agenda del governo regionale, “se non per particolarissimi interessi di bottega”. “Una bottega medioevale – spiega – dove il signore concede, attraverso evidenti alchimie amministrative e di compensazione politica, a qualche suo vassallo, la possibilità di continuare in una scandalosa gestione territoriale, quella che ha messo letteralmente in ginocchio questa Provincia. Questa provincia vive oggi tempi difficilissimi, i più difficili della sua storia, perché su una delle aree più belle d’Italia è stato permesso e concesso di sventrare intere montagne, di riversare tonnellate di rifiuti, di sfregiare il paesaggio, di compromettere la salute dei cittadini con centrali termoelettriche e con chilometri di elettrodotti. I dati epidemiologici pubblicati in diverse occasioni, in fasi precedenti ai presunti studi che Bertolaso ha annunciato in varie trasmissioni televisive, circa la questione epidemiologica in Campania realizzati da Organizzazione Mondiale della Sanità, Cnr, Osservatorio Epidemiologico Regionale, danno il quadro di una situazione dove la politica con la P maiuscola avrebbe già dovuto mettere in campo il massimo dell’allerta”. Ma niente di tutto ciò, solo “gestione ed organigrammi”, “questo – continua Sagliocco – è stato in questi anni l’esclusivo interesse di alcuni partiti del centrodestra malamente rappresentati in questo territorio”.

Solo delusione dinanzi a quelle che erano tante aspettative di chi ha votato per il centrodestra, come sottolinea il coordinatore casertano di Fli: “Dopo dieci anni di governo di centrosinistra, del presidente Bassolino, le cui responsabilità abbiamo descritto in tante circostanze, il cambiamento rivendicato dal popolo campano e di questa provincia, avrebbe dovuto creare le condizioni di discontinuità e programmatiche per affrontare le grandi emergenze del territorio. Tentativi a parte del presidente Caldoro, in questi lunghi mesi si è parlato di gossip, si è trattato di dossieraggi, si è letto di conflitti circa la gestione dei termovalorizzatori, ci si è scontrati all’interno del Pdl sull’opportunità della permanenza di Cosentino al vertice del partito in Campania. Viene spontaneo chiedersi perché a Caserta e nella sua Provincia, rappresentate in Regione Campania dal partito di maggioranza relativa da uomini di questo territorio, nulla si è mosso nel senso di un chiarimento che finalmente procurasse progetti e soluzioni ai problemi. Sanità, trasporti, bonifiche, aeroporto, interporto, policlinico”.

E qui Sagliocco, sulla base di diversi dati, dipinge un quadro desolante: “La provincia di Caserta è dichiarata provincia di crisi industriale da un quinquennio, l’occupazione registra un calo di 4746 Ulu, l’export casertano segna un crollo del -17% nell’arco del 2010, mentre cresce nelle regioni settentrionali. La filiera agro-alimentare di questa Provincia, una volta tra le più fertili del Paese, appare agli ultimi posti tra i territori produttivi di eccellenza. L’Onu nel 2007 inserisce la Campania e più segnatamente la Provincia di Caserta tra i territori a desertificazione spinta. Il disastro dei Regi Lagni, i cui riverberi sul turismo sono richiamati annualmente dal divieto di balneabilità delle nostre coste. Abbiamo la più alta concentrazione di cave di calcare nel pianeta (450 cave presenti in 75 comuni su 104, di cui 376 abbandonate o chiuse e 46 autorizzate, 36 abusive)”.

Sulle cause di questo disastro, Sagliocco cerca di darsi una risposta: “Non è semplicemente negligenza o incapacità, c’è dell’altro. C’è superbia, arroganza, personalismo, c’è spesso compromissione. Ingredienti, questi, che mal si amalgamano con un presunto buon governo e con il dovere di rappresentare gli interessi di un territorio e della sua popolazione. Una condizione feudale nella quale gli uomini di questo territorio non hanno avuto che due alternative: obbedire o soccombere”. Insomma, per Sagliocco “siamo di fronte ad un’inaccettabile aberrazione della politica e dell’etica. Ora questi stessi signori che avrebbero potuto salvaguardare il volto del nostro territorio ma non l’hanno fatto, pretendono di darci patenti di traditori, e vanno parlando di nuove ricette, nuovo modo di rapportarsi ascoltando l’opinione pubblica, nuovi ambiti. Nuove spartizioni mi domando?”.

E a chi bolla i finiani come “traditori”, Sagliocco risponde: “Traditori sono coloro i quali hanno soffocato la speranza del popolo casertano non curando le necessità e i bisogni di questo territorio, privilegiando interessi particolari e non lavorando per il bene comune. Questi sono i veri traditori. Che l’opinione pubblica di questo territorio ha ben individuato”.

Ma a cosa punta Futuro e Libertà? “Rivendichiamo con forza – conclude Sagliocco – il diritto ad una nuova stagione fatta di vera democrazia, di vero confronto, sui dati reali. Una nuova stagione di partecipazione complessiva e condivisione delle scelte. Una nuova stagione in cui possa finalmente affermarsi quel principio di libertà, di trasparenza, di legalità che sono poi l’unico vero fulcro di una democrazia che voglia definirsi tale, e che ci vede impegnati da uomini liberi e fortemente determinati a costruire, costi quel che costi, un futuro migliore per le future generazioni, nel solco dell’iniziativa politica del presidente Fini”.

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