CESA. Torna a far discutere ladesione del Comune di Cesa al Consorzio Idrico Terra di Lavoro.
Questa volta a dire la sua è lavvocato Anna Mele, coordinatrice cittadina dellUdc, che esordisce citando addiritturale Sacre scritture: Come tanti anni fa il diluvio universale scosse gli uomini e le loro menti, così ladesione al Consorzio Idrico Terra di Lavoro, voluta fortemente da tutta lamministrazione, maggioranza ed opposizione in Consiglio Comunale, in questi giorni sta provocando un vero e proprio sconvolgimento popolare. Infatti, mai come questa volta tutta la cittadinanza è daccordo sulle tesi che lUdc già dal giugno scorso ha sostenuto, ovvero che tale adesione graverà pesantemente sulle tasche dei cittadini per diversi anni. Ecco, dunque, cosa ci aspetta: pagheremo per il servizio idrico integrato un aumento quantificato in prima battuta pari al 70% ma che in realtà inciderà nella misura ben oltre il 90% nelle bollette.
La Mele, invece, avanza una proposta diversa che avrebbe presentato in Consiglio Comunale se il suo partito avesse avuto un rappresentante al suo interno: Se il Comune avesse gestito direttamente il servizio idrico, – spiega lesponente dellUdc – costituendo un ufficio comunale apposito, costituito da un geometra, che attualmente è relegato a mansioni inferiori alle sue competenze professionali, dallidraulico comunale e dai tre Lsu, ceduti al Consorzio idrico, la cittadinanza avrebbe potuto pagare il solo costo di acquisto dellacqua con aggiunta di pochi centesimi iniziali per lacquisto delle attrezzature per la manutenzione. Così facendo la cittadinanza avrebbe pagato indipendentemente dal consumo il solo costo di acquisto dellacqua pari ad 0,345 /mc, oltre quei pochi centesimi iniziali in più, a fronte delle tariffe imposte che sono le seguenti:
Scaglione 0-72 0,4728 /mc
Scaglione 73-108 0,8442 /mc
Scaglione oltre 108 1,1031 /mc
A ciò è da aggiungere . 29,58 per quota fissa annua, oltre . 52,00, somma la cui destinazione è ignota. Si deve aggiungere ancora continua la Mele – che le tariffe suddette non comprendono le acque reflue, che in base alla sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008 si devono pagare solo come corrispettivo di un servizio, ovvero solo se i comuni hanno impianti di depurazione.Chiediamo, dunque : esiste un impianto di depurazione utilizzato per le acque reflue del Comune di Cesa? b) E se esiste, dove è collocato? Ed ancora, siamo sicuri che funziona?Perché, vogliamo informare i cittadini che in base alla sentenza della Corte Costituzionale 335/2008, nulla è dovuto se il servizio non è fornito ed anzi se viene provato che il Comune di Cesa non ha sistemi di depurazione o si serve di impianti di altri comuni ed essi non funzionano, si può chiedere il rimborso delle acque reflue pagate anche retroattivamente alla sentenza.A questo punto, – conclude – per avere maggiore forza nella lotta per il bene comune, vorremmo raccomandare alle associazioni del territorio di non interessarsi solo di corse campestri ma anche di quei problemi che stanno a cuore della cittadinanza. Cosa che lUdc, e solo lUdc, sta facendo da diversi anni.