OSLO. Consegnato davanti a una sedia vuota il premio Nobel per la Pace 2010. Nel corso della cerimonia a Oslo, il presidente della giuria, Thorbjoern Jagland, …
… ha deposto il diploma e la medaglia d’oro del premio sulla sedia dove sarebbe dovuto trovarsi Liu Xiaobo, dissidente cinese detenuto in patria.
Xiaobo ha inviato un messaggio che è stato letto da Liv Ullman. “Non ho nemici e non covo odio”, ha scritto tra l’altro, “nessuno dei poliziotti che mi sorveglia e dei magistrati che mi hanno condannato è mio nemico, l’odio può marcire grazie all’intelligenza e alla coscienza di una persona”. “Credo fermamente che il progresso politico della Cina non si fermerà e guardo pieno di ottimismo all’avvento di una futura Cina libera”, ha scritto ancora nel messaggio in cui ha anche ringraziato la moglie per il suo “amore disinteressato”. Liu Xiaobo ha dedicato il suo Nobel per la Pace alle “anime perse” della Piazza Tienanmen, le vittime della repressione del 4 giugno 1989.
Diversi Paesi, in segno di solidarietà con la Cina, hanno disertato la cerimonia. All’ultimo hanno deciso di presenziare i rappresentanti di Colombia, Serbia e Ucraina, ma Afghanistan, Algeria, Arabia Saudita, Cuba, Egitto, Filippine, Iraq, Iran, Kazakhstan, Marocco, Pakistan, Russia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Venezuela e Vietnam si sono uniti alla Cina nel boicottaggio. All’ultimo ha disertato la premiazione anche l’Autorità nazionale palestinese.
Poco prima che iniziasse la cerimonia, Barack Obama ha definito Liu Xiaobo portatore di valori “universali”. Il dissidente cinese, ha affermato il presidente americano che ottenne il riconoscimento nel 2009, “merita il Nobel più di quanto lo meritassi io, i valori che rappresenta sono universali, la sua battaglia è pacifica e va scarcerato al più presto”. “Sono rammaricato”, si legge in una nota, “che a Liu e alla moglie sia negata la possibilità di essere presenti alla stessa cerimonia alla quale io e Michelle partecipammo. Oggi, nella giornata universale dei Diritti umani, dobbiamo raddoppiare gli sforzi per far avanzare tali valori universali”.
All’esterno una cinquantina di manifestanti cinesi ha contestato l’assegnazione del Nobel a Liu definendolo “un criminale”. In un comunicato, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Jiang Yu, ha menzionato una “mentalità da guerra fredda”. “Noi – ha aggiunto – ci opponiamo con forza a ogni Paese od ogni persona che si serva del premio Nobel per la Pace per interferire con gli affari interni cinesi o per violare la sovranità cinese”.