ROMA. All’indomani della fiducia incassata al Senato e, per tre voti, alla Camera, il premier Silvio Berlusconi conferma di voler andare avanti, senza tornare alle urne, di allargare la maggioranza dopo la defenzione dei finiani, anche con una “crisi pilotata” che porti all’adesione dell’Udc nel governo.
In un’intervista telefonica a Maurizio Belpietro durante “Mattino Cinque”, il Cavaliere spiega anche la strategia: “Penso a singoli deputati che militano nei partiti di cui non condividono più la linea. Abbiamo diversi posti liberi nel governo e quindi possiamo rinforzare la squadra, ma non offriamo posti per convincere qualcuno: se vi sarà la disponibilità di altri gruppi parlamentari a partecipare al nostro progetto offriremo loro la possibilità di lavorare con noi anche in ruoli di governo”. E, alla domanda se pensa di poter andare avanti con soli tre voti di maggioranzaa Montecitorio, Berlusconi risponde: “Ieri sera erano molti di più, già diversi altri parlamentari hanno offerto la loro collaborazione”.
Il premier sottolinea che “la fiducia è stata chiesta non per andare alle elezioni, ma per governare. In questo momento votare è irresponsabile. Confermando la fiducia al governo le Camere hanno creato le condizioni perché si possa continuare a governare”. Ora, ha aggiunto Berlusconi, “dobbiamo proseguire nell’opera di rigore finanziario per evitare le tempeste” che hanno colpito altri Paesi e quindi “in questo quadro portare il Paese al voto sarebbe davvero irresponsabile”. “Le elezioni – ha sottolineato – sarebbero state inevitabili se la congiura di Fini e del Palazzo avesse rovesciato il voto popolare”.
E a proposito di manovre di palazzo, Berlusconi ritiene che martedì “c’è stata la sconfitta di chi si proponeva di rovesciare il governo scelto dagli elettori”, ora “il governo va avanti” visto che “il ribaltone è stato sconfitto”. E’ il terzo polo Fini-Casini-Rutelli-Lombardo? “Dopo il voto di ieri – risponde – l’ipotesi del terzo polo non ha più grandi prospettive”.
Un’altra domanda riguarda l’opportunità di Gianfranco Fini a dimettersi o meno dalla presidenza della Camera: “E’ una scelta che attiene alla sua dignità”, taglia corto il Cavaliere, anche se il Pdl chiede a gran voce le dimissioni del leader di Futuro e Libertà. Proprio parlando dei parlamentari finiani, dice: “Mi stupirebbe molto che deputati e senatori, anche quelli finiani, da domani votassero contro le stesse leggi sulle quali fino a ieri hanno votato, perché tutto ha un limite, anche in politica, e se non la coerenza ci deve essere almeno la decenza”.
Intanto, mercoledì è previsto un vertice del terzo polo: Fini, Casini, Rutelli ed esponenti dell’Mpa e dei Liberal democratici torneranno a incontrarsi per valutare gli sviluppi della situazione politica. Ma il governo può realmente sopravvivere? Secondo il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato a “Radio Anch’io”, Berlusconi “è uno che non scherza, non si ferma davanti a niente. Abbiamo visto delle cose invereconde e il dato più rilevante è che si è allargata la distanza tra politica e percezione comune. Una cosa devastante. Alla Camera – riflette Bersani – il governo non ha la maggioranza dei voti, si tratta di un’operazione di sopravvivenza, di un capo del governo che aggira il tema politico raccattando, comprando un voto qui e la. Mi chiedo cosa c’è da aspettarsi da un vivacchiamento che non porta a nessuna decisione utile”.Per Bersani”c’è una situazione che ci fa dire che non abbiamo un governo. Noi abbiamo un’altra proposta che consentirebbe di modificare una legge elettorale impraticabile. In ogni caso, – chiarisce il segretario dei democratici – del voto noi non abbiamo paura”.