Berlusconi: “Altri otto deputati con me”. Fini: “La carne è debole”

di Redazione

Silvio Berlusconi BRUXELLES. A Bruxelles per il Consiglio europeo, Silvio Berlusconi riesce finalmente a godersi il successo della verifica parlamentare del 14 dicembre.

Nella certezza di poter rinsaldare la maggioranza di governo e anche di vincere nel caso di un ritorno anticipato alle urne. “Abbiamo vinto per tre voti però ieri notte ne ho recuperati altri otto”, ha detto il premier incontrando i giovani del Ppe. “Ho passato tutta la notte a incontrarli quando avrei preferito incontrare delle belle ragazze”, ha poi aggiunto, sorridendo e raccogliendo applausi.

I nomi sui deputati pronti a “tornare alla casa madre”, come ha detto Berlusconi, restano “top secret”. Ma dialogando con i giovani popolari il cavaliere si toglie qualche sassolino dalla scarpa e torna ad attaccare Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini. Per il premier sono stati “disastrosi” e avrebbero fato bene a restare nel centrodestra. Nel caso in cui decidessero di allearsi con la sinistra, il leader centrista e quello di Fli “sarebbero destinati al niente, ossia alla fine”. Questo accadrebbe – secondo il presidente del Consiglio – nonostante lo spazio che hanno on televisione. In particolare per quanto riguarda Casini, il Cavaliere ha osservato che i sondaggi lo danno al 6% anche perché “piace alle signore sopra i 55 anni, come si dice a Milano è un “bel figliol””. Ma questo, ha voluto precisare Berlusconi, è vero se resta nell’area dei moderati, ovvero “se fa il bravo ragazzo”.

Al termine dei lavori del Consiglio europeo, berlusconi si è intrattenuto per una trentina di minuti circa con i giovani del Ppe. Prima ha parlato di politica e poi si è lasciato andare al racconto di alcune delle sue barzellette preferite. Infine, si è fatto fotografare con i popolari juniores. “La società anagrammatica italiana mi ha inviato l’anagramma del mio nome. – ha scherzato a un certo punto – Silvio Berlusconi: unico boss virile.” Mentre il premier parlava è partito un applauso con il coro “Silvio-Silvio”.

“Silvio Berlusconi è un grande seduttore, la carne è debole… ma ogni volta che esce qualcuno entrano tante persone che chiedono di respirare aria pulita dando tanto senza chiedere niente e scontando l’imparità di mezzi”, ha affermato Gianfranco Fini durante una cena di Fli a Firenze. Chiarissimo con i suoi ha detto: “Chi è allergico alle critiche, quella è la porta, perché nel Pdl non si può. Dobbiamo uscire, dopo 16 anni dal perenne derby amici o nemici di Berlusconi”. “Ci raccorderemo – ha aggiunto Fini – con quelle forze che si sono raccordate alla necessità nazionale”. Il presidente Fini ha poi ricordato, come prossima tappa, il congresso fondativo di Fli a febbraio. “Cercheremo di far parlare la parte sana del Paese”, ha detto. Sostenendo che come forze del Terzo polo “ci raccorderemo come forza di opposizione responsabile in Parlamento e nel Paese”.

Il suo progetto, ha ripetuto ancora in questa occasione è un nuovo centrodestra”. “In questo centrodestra ci siamo e nessuno ci può cacciare”, ha ribadito Fini. “Fli non sarà una forza estranea ai valori di centrodestra che sono amare la patria, il primato della legge, un’economia che produce ricchezza”. E ha aggiunto: “Serve una nuova fase e svolta politica che si sarebbe aperta se fosse stata approvata la mozione di sfiducia, finalizzata a rendere possibile un nuovo centrodestra più rispetto degli impegni presi”. Rispetto alla bocciatura della mozione di sfiducia, il presidente ne prende atto. “La mozione è stata battuta”, dice, “ma solo chi non vuole vincere, può non mettere in conto una battuta d’arresto”. E continua: “Occorre coraggio e responsabilità perché non è sufficiente continuare a governare con una maggioranza risicata, con 3 o 4 numeri in più. All’Italia serve uno scatto di reni, un’azione riformatrice. Noi nel centrodestra ci siamo e nessuno ci può cacciare”. Ricco di metafore per l’occasione Fini rilancia la sua visione di futuro: “Occorre un Governo che affronti le questioni, senza nascondere la polvere sotto il tappeto. Se le risorse sono poche, bisogna indicare priorità. Il Governo non deve eccedere nella propaganda, ma caratterizzarsi da iniziative reali e concrete”.

“Si continua a vegetare – ha aggiunto – giorno per giorno, addebitando ad altri responsabilità che sono di tutti. Non si possono sempre scaricare su altri le responsabilità, occorre magari l’umiltà di dire che gli impegni erano troppo onerosi, era arrivato il momento di confrontarsi e trovare una sintesi con le opposizioni per fare ciò di cui l’Italia ha tremendamente bisogno. Questa è la ragione per la quale abbiamo cominciato ad avanzare critiche”. A Firenze il presidente Fini coglie l’occasione per rispondere alle critiche dei giorni scorsi: “Non avevamo mai visto qualcuno che con volontà di tradire lascia i posti al governo, di solito si tradisce per prenderli. Non si poteva continuare a tacere”. In chiusura del discorso sono partite le note dell’inno di Mameli.

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