Berlusconi: “Nel 2013 potrei non candidarmi. Senza Fini via a riforma giustizia”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. Abruzzo, rifiuti, scuola, crisi politica, Fini, giustizia, fino all’ultimo caso Prestigiacomo e alle eventuali nuove elezioni.

Sono questi, e molti altri, i temi trattati dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in occasione della tradizionale conferenza stampa di fine anno tenutasi a Villa Madama. Un appuntamento ripreso in diretta da Raiuno, iniziato alle 12 e andato avanti per oltre due ore, tanto da far slittare l’edizione del Tg1 delle 13.30. Un caso unico che ha sollevato le proteste dell’opposizione.

IMPOSTE ABRUZZO. “Spero di poter spostare dal primo di gennaio al primo luglio il termine di pagamento delle imposte – ha detto Berlusconi parlando dell’Abruzzo – per poter dare la possibilità alle imprese e all’economia di quel territorio”. Quanto alla riforma universitaria, il Cavaliere ha smentito che non ci sia stato dialogo tra gli studenti e il ministro Gelmini e ha sottolineato che “una volta che i ragazzi conosceranno veramente il contenuto di questa rivoluzione vedranno come ci sono solo vantaggi per loro”.

“CONRIFORMA GELMINI CANCELLATO CLIENTELISMO”. Il dialogo con gli studenti c’è sempre stato. Il presidente del Consiglio replica alle accuse dei manifestanti contro la riforma dell’università che hanno lamentato una mancanza di dialogo con il governo. “In questi giorni i giornali hanno riportato le lamentele dei giovani che dicono di non aver avuto un dialogo con il ministro Gelmini: non è vero”. Il premier ha affermato che “i termini della riforma sono stati discussi due anni fa con il Consiglio nazionale degli studenti, con 120 incontri di cui 100 informali e 20 formali. Il dialogo è stato continuativo, il ministro Gelmini ha intrattenuto dialoghi con tutti i rettori delle università e questa legge comporta una rivoluzione delle università che puo’ produrre tutto tranne qualcosa di negativo per gli studenti, anzi. Una volta che i ragazzi conosceranno i contenuti di questa rivoluzione della riforma capiranno che non c’è nulla di negativo”. Berlusconi ha affermato che “la riforma non è un castello di promesse impossibili come fu quella del ’98, è una riforma di cui possiamo essere orgogliosi”.

“NEL 2013 POTREI NON CANDIDARMI”.

Ma sono poi stati i temi più prettamente politici a tenere banco nel resto del faccia a faccia con i cronisti. Berlusconi ha parlato della maggioranza, ha assicurato di potere arrivare a 325 deputati a suo sostegno alla Camera pescando tra i delusi degli altri partiti e ha annunciato che, con un centrodestra diverso, nel 2013 potrebbe non essere lui il candidato premier.

“LETTA CANDIDATO AL QUIRINALE”.

E anche per il Quirinale, il presidente del Consiglio ha ammesso di avere in mente un candidato “che potrebbe essere il capo dello Stato migliore per unire il paese”. “Non sono io” ha chiarito alludendo a Gianni Letta.

LE FIGLIE.In conferenza stampa non è mancata una parentesi legata alle vicende personali: “Svolgo una vita che può essere portata ad esempio per tutti” ha detto. “Lavoro 20 ore al giorno e se ogni tanto chiamo a raccolta gli amici per una serata distensiva non c’è nulla di male”. Ha però tagliato corto sulle parole della figlia Barbara, che in un’intervista aveva parlato di ‘debolezze’ che incidono anche sulla vita pubblica del padre: “Purtroppo – ha detto Berlusconi – i figli a volte vengono condizionati dalle madri…”. Mentre sulla figlia maggiore, Marina, ha smentito una sua discesa in politica: “Assolutamente no, glielo impedirei, non ho mai dato un ordine ai miei figli, cerco di convincerli, ho cinque figli di cui sono orgoglioso, ma direi che proprio non devono essere tentati dalla politica”.

“SENZA FINISARA’ FACILE RIFORMA GIUSITIZIA”. Durante l’incontro il leader del Pdl ha dunque fatto il punto sulla situazione politica nel centrodestra: ha assicurato che il governo sarà in grado di andare avanti, ha annunciato un sicuro allargamento della maggioranza e ha ribadito che ogni avvicinamento all’esecutivo da parte di parlamentari eletti in altri gruppi non è stato e non sarà frutto di “calciomercato”, bensì solo di libero convincimento dei singoli. Non è mancato un affondo su Gianfranco Fini e il gruppo di Futuro e Libertà: “Senza di loro sarà più facile portare a termine la riforma della giustizia” ha detto, chiamando in causa senza citarla esplicitamente anche Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio e avvocato del presidente della Camera. Il Cavaliere ha giudicato quello di Fini un ruolo non super partes e ha spiegato che dal suo punto di vista “è impossibile un riavvicinamento”, così come avvenne invece dopo la rottura con Bossi nel 1994.

LA VERIFICA POLITICA.Berlusconi ha poi ricondotto a se stesso la decisione di una verifica politica della maggioranza a gennaio, di cui mercoledì sera aveva parlato proprio Umberto Bossi: “Ho posto io alla Lega il termine di gennaio per una decisione definitiva. Penso che avremo una maggioranza per portare al Parlamento le riforme necessarie e allora avremo anche il dovere di continuare, con grande piacere, con questa legislatura”. E ancora: “Se, contro le previsioni, non dovessimo avere una maggioranza sufficiente, non per galleggiare ma per fare riforme, allora si può ritenere migliore una nuova possibilità di maggioranza nei due rami del Parlamento”. In merito poi a un possibile rimpasto di governo, il premier ha chiarito che se il Pdl “trattasse con qualche forza politica, avere dei posti a disposizione da condividere con loro sarebbe del tutto legittimo e auspicabile”. “Io credo – ha detto ancora rispondendo a chi gli chiedeva dei rapporti con l’Udc – che sarebbe ragionevole aprire un tavolo di confronto, ma dico che io sono sicuro di poter allargare la maggioranza anche senza accordi con i partiti che si sono messi insieme per fare il terzo polo. Sarebbe comunque più ragionevole un confronto piuttosto che andare alle elezioni, cosa negativa”. La pensa però diversamente la Lega, che ha subito bollato come “inutile” la ricerca di un’intesa con i terzopolisti.

NUOVO PARTITO.Si è parlato anche del futuro del partito e Berlusconi ha spiegato che non ci sarà un ritorno a Forza Italia, anche se il nome verrà certamente cambiato sia per evitare ritorsioni da parte degli esponenti di Futuro e Libertà (il Pdl nacque anche con il contributo di An, i cui ex esponenti potrebbero ora accampare diritti su nome e logo), sia perché “al nostro popolo non piace” perché il suo acronimo “non commuove e non produce emozioni”.

“CASO PRESTIGIACOMO CHIUSO”.Il presidente del Consiglio ha poi minimizzato il caso dell’annunciata fuoriuscita dal Pdl del ministro Stefania Prestigiacomo. “Il caso è chiuso” ha detto. E sulle motivazioni che hanno portato al braccio di ferro, il premier ha ricondotto il tutto “alla maggiore passione che ci mettono le donne” che a volte “prevale sul mestiere del politico”.

“MAGISTRATURA EVERSIVA”.Il capo del governo è intervenuto anche sulle vicende giudiziarie che lo riguardano, sottolineando che “dentro di me non sono mai stato preoccupato per i miei processi” e che “tutte le leggi ad personam non le ho mai proposte io, ma sono state proposte dalla preoccupazione dei miei avvocati”. e ha detto di essere pronto, in caso la Consulta dovesse decidere di togliere lo scudo del legittimo impedimento, ad affrontare pubblicamente i suoi accusatori e le “invenzioni” di alcuni pubblici ministeri. Per il premier chi si occupa del governo del paese non può essere limitato nel difendersi da accuse “portate avanti da una magistratura politicizzata”. Di più: “Non si può negare che ci sia una volontà e un’associazione, all’interno della magistratura, tesa all’eversione”.

IL “COMPLOTTO” SUI RIFIUTI.Berlusconi ha poi evocato una sorta di complotto dietro all’emergenza rifiuti in Campania: “Sono arrivato a ritenere e sono personalmente convinto che ci sia una volontà precisa per dimostrare urbi et orbi che l’intervento del governo non è stato risolutivo”. “Ho il fondato timore – ha aggiunto – che ci sia una manovra politica dietro questo fatto e cioè che faccia comodo a qualcuno far credere che l’intervento del governo non sia stato definitivo”.

FINE DELLA MINACCIA NUCLEARE.“Credo che l’Italia abbia contribuito a far diventare solo un ricordo questo incubo (nucleare, ndr) che è stato addosso a noi per interi decenni” ha dichiarato il premier Silvio Berlusconi nella conferenza stampa di fine anno, in merito al Trattato Start per il disarmo nucleare che ieri ha ottenuto la ratifica del senato americano. “Sono intervenuto anche su quello. Ho imposto, con la mia capacità di amicizia, a Obama e Medvedev di venire in Italia (al G8 dell’Aquila, ndr) dopo aver almeno siglato un accordo per la riduzione dell’arsenale atomico”, ha aggiunto Berlusconi ricordando che “ora quell’accordo è stato firmato”.

“ITALIA MAI COSI’ AUTOREVOLE”.“L’Italia non è mai stata così autorevolmente sulla scena della politica estera. Questo anche per l’esperienza del premier che oggi, tra i rappresentanti delle democrazie, è il più anziano di ruolo e purtroppo anche di età e ha una grande esperienza. L’Italia ha contribuito a fare si che diventasse un ricordo l’incubo della guerra fredda”.

“SULLA MAFIA LO STATO E’ TORNATO A FARE LO STATO”.Nella lotta alla criminalità organizzata “lo Stato è tornato a fare lo Stato garantendo di più la sicurezza dei cittadini con un’opera di contrasto alla criminalità che nessuno mai aveva assicurato in passato”.

“ITALIA FUORI DALLA CRISI MEGLIO DI ALTRI PAESI”.“Abbiamo tenuto i conti pubblici in ordine senza mettere mai le mani nelle tasche dei cittadini, abbiamo avuto il plauso di tutti gli organismi di controllo. In questa situazione stiamo portando l’Italia fuori dalla crisi molto meglio di altri paesi europei. Abbiamo tutelato i lavoratori con la cassa integrazione – ha elencato il premier – abbiamo protetto il risparmio, abbiamo sostenuto i pensionati e i deboli, abbiamo garantito l’accesso al credito, abbiamo abolito l’Ici sulla prima casa e rilanciato le infrastrutture, abbiamo abolito più di 300mila leggi inutili e avviato la stagione del federalismo fiscale”.

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