ROMA. “I danni sono ingenti: si parla di circa 20 milioni di euro. Adesso faremo una verifica più attenta”.
E’ il bilancio provvisorio che traccia il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dopo i disordini e le violenze scoppiate martedì nella capitale mentre era in corso il voto di fiducia alla Camera. L’Ama, l’azienda trasporti, parla invece di quasi 50 milioni di danni. Alemanno ha annunciato che Roma Capitale si costituirà come parte civile contro gli autori dei danneggiamenti a vetrine, palazzi, bancomat, senza tralasciare il traffico in tilt e la perdita dell’ottanta per cento degli incassi ai commercianti. A ciò devono aggiungersi le violenze contro le forze dell’ordine, con diversi feriti, e i danni agli automezzi di polizia, carabinieri e guardia di finanza e ai mezzi dell’Ama, con autobus devastati e almeno cinquemila corse saltate.
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha annunciato che riferirà prossimamente alla Camera ed al Senato. A condannare gli scontri anche il premier Silvio Berlusconi: “Quella di ieri – ha detto a Mattino Cinque – non è stata una manifestazione di libertà, è stato un attacco di bande di teppisti organizzate che hanno provocato incidenti ripresi dalle televisioni di tutto il mondo che buttano una brutta immagine sul nostro Paese e che non possiamo assolutamente accettare che avvengano”.
Il segretario del Pdl, Pier Luigi Bersani, alla trasmissione Radio Anch’io, fa un distinguo tra i manifestanti: “Non c’è alcuna ragione che giustifichi la violenza. Altro discorso è riconoscere che ci sono migliaia di giovani che nessuno ascolta. Quando io sono salito sul tetto della facoltà di architetturasopra ho trovato il pro-rettore della Sapienza, mica i fedayn. Il problema è un Governo che rifiuta ogni confronto e rifiuta di ascoltare le voci di studenti e ricercatori”.
26 le persone fermate martedì nel corso degli scontri, quasi tutte romane (altre provenienti da Toscana, Liguria, Emilia e Sardegna) e di età compresa tra i 18 e i 37 anni, al momento rinchiuse in carcere.Per loro procura che ha chiesto al gip la convalida dei provvedimenti e la contestuale emissione di misure cautelari in carcere, ai domiciliari o con obbligo di firma. I reati contestati sono di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, come rilevatodal procuratore aggiunto Pietro Saviotti eddal sostituto Silvia Santucci, che stanno esaminando la posizione dei singoli indagatial fine di circoscrivere le responsabilità. Tra queste, gli incendi appiccati a veicoli e cassonetti: in particolare si vuole accertare se gli incendi siano stati provocati con inneschi di fortuna o se i gli autori li avessero programmati e fossero già in possesso di materiali infiammabili. La Digos e i carabinieri stanno esaminando i filmati delle videocamere di sorveglianza nelle zone interessate dai disordini.
Intanto, un finanziere, immortalato dai fotografi mentre, a terra, impugnava la pistola durante gli scontri in via del Corso, all’angolo con via Tomacelli, chiarisce l’episodio. “Mi sono ritrovato da solo per un momento – racconta – e sono stato aggredito e strattonato dai manifestanti. Sono caduto a terra violentemente. Avevo lo scudo e il casco spaccato che era volato via dalla testa. Mi tiravano dalla giacca. Mentre ero a terra in ginocchio ho visto la mia pistola, con la sicura, che era in terra uscita dalla fondina”.”L’arma – aggiunge il finanziere – era comunque attaccata alla cordicella e io ho tirato quest’ultima per portarla al corpo e prenderla con le mani per impedire che altri la prendessero, poi i miei colleghi mi hanno trascinato via”. Nelle sue parole ancora la paura: “Un lato della giacca si è bruciato per un petardo esploso su di me”, ha detto l’appuntato scelto, di 42 anni, che è stato poi soccorso e portato all’ospedale Fatebenefratelli cavandosela con quatto giorni di prognosi. L’uomo ha contusioni al viso e alla spalla. “Sono ancora scosso – ha proseguito – ma allo stesso momento contento di essermela cavata”.