MILANO. Giornata quasi da campagna elettorale a Milano per Silvio Berlusconi, mentre prova a ripartire la trattativa da tra Pdl e finiani in vista dell’attesa verifica parlamentare del 14 dicembre.
Le “colombe” di entrambi gli schieramenti fanno appello a Gianfranco Fini affinché non voti la sfiducia al governo e apra un tavolo col presidente del Consiglio. Italo Bocchino, però, insiste e spiega che ormai la sfiducia è inevitabile.
Il premier ha visitato sabato mattina un gazebo del Pdl a Milano, dove si è intrattenuto per un comizio, e ha fatto poi una breve passeggiata nel centro del capoluogo lombardo, stringendo mani e salutando i sostenitori. “La maggioranza ci sarà ma i numeri saranno inferiori al passato e quindi sarà più difficile governare e approvare in Parlamento le leggi proposte dal governo” ha ammesso il premier. Che in un messaggio audio inviato proprio ai gazebo organizzati dai Promotori della Libertà nelle piazze italiane ha anche ribadito di non credere che “ci saranno tanti parlamentari così ingenui da accodarsi ai pifferai del cosiddetto “terzo polo””.
Le “colombe” della maggioranza, intanto, sono al lavoro per evitare la sfiducia al governo. In un “documento politico”, sedici parlamentari (sei di Futuro e Libertà e 10 del Pdl) chiedono a Berlusconi e Fini di avviare “un confronto sui contenuti di questo documento, superando lo scoglio del voto di fiducia attraverso la non partecipazione dei parlamentari di Futuro e Libertà al voto del 14 dicembre”. Le “colombe” auspicano che si apra un dibattito su “tre tavoli di maggioranza” per discutere dei “temi della riforma costituzionale ed elettorale, sulle materie economiche e fiscali e su una nuova possibile articolazione del centrodestra”.
DOCUMENTO POLITICO. Il documento è stato promosso e ideato da Andrea Augello (Pdl) e Silvano Moffa (Fli) ed è accompagnato da una lettera a Berlusconi e Fini. “L’iniziativa è lodevole, ma dai toni di stamani di Berlusconi mi sembra manchi un elemento essenziale e cioè la disponibilità di Berlusconi, che si sente già in campagna elettorale, a ricostruire il centrodestra originario di cui facevano parte le anime moderate che sono state espulse: dall’Udc a Fli, dall’Mpa ai Liberal democratici” ha tagliato corto Italo Bocchino, capogruppo di Fli a Montecitorio. “Nessuna trattativa con Silvio Berlusconi” scrive dal canto suo su Ffwebmagazine Filippo Rossi, direttore del periodico online di FareFuturo. “È un dovere civico. E patriottico – aggiunge Rossi. – Perché l’Italia ha bisogno di altro. Ha bisogno di fare finalmente un passo avanti. Ed entrare nel futuro”.
Il documento in allegato alla missiva dei sedici parlamentari è piuttosto articolato. Dopo aver sostenuto che “l’imminente voto di fiducia rischia di precipitare il Paese in un clima di instabilità”, i parlamentari sottolineano come “in un momento di difficile congiuntura internazionale si imponga la massima mobilitazione per superare la crisi della maggioranza”. È inoltre necessario “ricostruire una corretta dialettica nel centrodestra”, ribadire “con forza la volontà ogni scorciatoia in odore di ribaltone” ed ogni “proposta che violi il mandato popolare espresso nelle urne in favore di Silvio Berlusconi”. Le “colombe” convinte che “esistono ancora i margini per trovare un ragionevole compromesso”, sostengono quindi che è “possibile, pur senza le preventive dimissioni del premier, realizzare di fatto un Berlusconi-bis, una seconda fase della legislatura che rafforzi il governo”.
“DISONOREVOLI”.A Milano, raggiunto il gazebo a sostegno del governo predisposto da Michela Vittoria Brambilla, lo stesso Berlusconi si è rivolto ai finiani: “Spero che molti di loro cambino idea e ci ripensino per potersi poi guardare allo specchio senza vergognarsi. Spero che ci saranno molte persone con senso di responsabilità e di lealtà. Si chiamano onorevoli e non credo che possano pensare di farsi chiamare disonorevoli” ha detto il presidente del Consiglio. “Penso – ha aggiunto riferendosi alla verifica parlamentare della prossima settimana – che chi è stato eletto sotto il simbolo Pdl e la scritta Berlusconi Presidente, dovrebbe fare una riflessione profonda se vale la pena di tradire il mandato ricevuto dagli elettori e di consegnare l’Italia a una crisi che sarebbe di nocumento a tutti. Credo che ci saranno molti ripensamenti”.