ROMA. Nel rione Monti c’è stato un saluto laico per Mario Monicelli, con tanto di banda che ha suonato ‘Bella Ciao’, ma anche con il suono delle campane della vicina chiesa.
E non si e’ trattato di una coincidenza, perche’ quando il feretro si stava allontanando da piazza Santa Maria dei Monti, dopo le note di ‘Brancaleone’, le campane hanno suonato ancora. “Queste campane – ha spiegato il parroco Don Francesco – erano anche le sue, era una brava persona. Quando muore una persona le campane servono ad avvisare il cielo che sta arrivando qualcuno”. E Don Francesco spiega che il film che gli è piaciuto di più è stato ‘La Grande Guerra’. Sulla piazza c’erano tutti i negozianti e i residenti del rione; pochi i volti noti tra i quali Paolo Villaggio e i Fratelli Vanzina.
A suonare le poche note di ‘Bella ciao’ e ‘Brancaleone’, la ‘Banda della Mensa’ del quartiere Pigneto, composta da sei elementi. Sulla bara solo tre fiori: una rosa rossa e due garofani. Tutti sanno che “a Mario non sarebbero piaciuti tanti fiori”. Chiara, la moglie, ha detto che “a Mario sarebbe piaciuta l’atmosfera di questo saluto”, composto, silenzioso e interrotto solo da due applausi e un paio di “Mario ci hai fatto divertire”.
SCONTRO ALLA CAMERA.L’Aula della Camera ha ricordato Monicelli con un applauso unanime; ma la commemorazione del regista, morto suicida in un ospedale romano, dà la stura a un dibattito sul fine vita. Gianfranco Fini definisce il regista scomparso”un personaggio illustre” e Walter Veltroni ricorda il personaggio “antiretorico e coerente, sottolineando che “l’ultimo atto della sua vita gli assomiglia”. Nessun accenno all’eutanasia; ma l’ex sindaco di Roma rileva che “Mario ha vissuto e non si e’ lasciato vivere; non si e’ lasciato morire” ed “ha deciso di andarsene”.
Ci pensa Rita Bernardini rilanciare il tema chiedendo “una riflessione, almeno una riflessione, della Camera sul modo in cui Monicelli ha scelto di lasciare la vita.” La deputata radicale spiega che “per porre fine a una vita – osserva – che non riteneva più di dover continuare, ha scelto il suicidio, buttandosi da un balcone. Semplicemente, voglio dire che l’Aula dovrebbe avviare una riflessione su come alcune persone che non ce la fanno più siano costrette a lasciare la vita, anziché morire con i propri familiari vicini, con il metodo della dolce morte”.
Non ci sta Paola Binetti che replica: “Non si può approfittare della disperazione di un uomo per fare uno spot pro eutanasia.” La deputata cattolica non si ferma e dice la sua anche sul gesto del regista toscano: “questi sono uomini disperati. Quello di Monicelli non è stato un gesto di libertà, ma di solitudine e di smarrimento. Il suo è stato un gesto di disperazione”.”Ciò va detto con grande fermezza – ha sottolineato l’esponente centrista con un riferimento alla trasmissione ‘Vieni via con me’ di Fazio e Saviano – anche rispetto a tutte le vicende che si sono susseguite in questi giorni alla televisione. Basta credere che morire sia libertà, perché qualcuno non ti dà una mano. Credo che noi dobbiamo trovare in questo una diversa sfida alla vita, ad andare incontro a chi soffre, a chi è solo, e ad andare incontro agli anziani”.
Sulla stessa linea la Lega Nord, il cui portavoce anziché rispondere alla Bernardini tira in ballo Walter Veltroni. “La lode al suicidio recitata da Walter Veltroni – dice il deputato del Carroccio Massimo Polledri – per ricordare il regista Mario Monicelliè sembrata tanto strumentale quanto inopportuna. Mistificare un gesto disperato, dipeso dallo stato avanzato di una grave malattia com’e’ la depressione, per declamare un’apologia della morte ha segnato ancora una volta la distanza sui valori che divide il centrodestra dal centrosinistra”. La vita umanaè un diritto primario da tutelare, la condizione necessaria di ogni convivenza sociale, e pertanto ribadiamo che per noiè inaccettabile tanto l’omicidio quanto l’assistenza e l’istigazione al suicidio che, voglio ricordare a Veltroni,è ancora considerato un reato – conclude – previsto dal Codice Penale italiano”.
NAPOLITANO. Sull’argomento interviene, indirettamente, anche il presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano che, visitando la camera ardente ha dichiarato che “Monicelli se n’è andato con un’ultima manifestazione forte della sua personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare. E’ stato un grande del cinema, non solo italiano, e un uomo meraviglioso”. “Vivevamo nello stesso quartiere, quindi lo incontravo spesso. L’ultima volta – racconta ancora Mapolitano – la moglie mi aveva detto che le sue condizioni andavano a giorni, ma erano più i giorni buoni”, ha aggiunto il Capo dello Stato. Napolitano ha anche detto che i suoi film preferiti di Monicelli sono “La grande guerra, ma anche Romanzo popolare”.
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