Rientra il caso Prestigiacomo, il Pdl: “Tutto chiarito”

di Redazione

Stefania Prestigiacomo ROMA. “Una sfortunata coincidenza e un difetto di comunicazione”. Così il Pdl, in una nota ufficiale, fa rientrare in poche ore l’incidente tra il ministro Stefania Prestigiacomo e il capogruppo alla Camera dei berlusconiani Fabrizio Cicchitto.

I due, si legge nella nota, “hanno chiarito ogni equivoco” dopo che mercoledì la Prestigiacomo aveva lasciato in lacrime l’Aula di Montecitorio annunciando di voler lasciare il Pdl. “Non mi riconosco più nel Pdl, mi dimetto, me ne vado al gruppo misto ma resto al governo. Ovviamente poi chiarirò tutto questo con il presidente Berlusconi”, aveva detto. Una decisione, quella della Prestigiacomo, che arrivava nel giorno in cui alla Camera ha votato diversamente dalla maggioranza sulla proposta, avanzata dal Pd e sostenuta dallo stesso ministro, di sospendere l’esame del testo sulla libera imprenditorialità e il sostegno del reddito. Proposta respinta per soli tre voti. Visibilmente contrariata, la Prestigiacomo raccoglieva i suoi documenti e abbandonava la seduta, mentre dai banchi qualcuno gridava: “Dimissioni, dimissioni…”. A questo punto il ministro accusava Cicchitto di non averla ascoltata e di aver esposto il governo a un voto che poteva metterlo in difficoltà.

LA NORMA. La scena avveniva quando l’Aula doveva esaminare l’articolo 5 della proposta di legge sull’imprenditorialità e il sostegno al reddito, che contiene “disposizioni in materia ambientale”. In particolare, l’articolo in via transitoria esonera le imprese costituite da disoccupati e cassintegrati dagli obblighi previsti in materia di comunicazione e catasto dei rifiuti, di registro di carico e scarico dei rifiuti e di iscrizione all’Albo nazionale dei gestori ambientali. Sulla norma, difesa dalla maggioranza ma anche dal presidente della commissione Lavoro, Silvano Moffa (ex Pdl, poi Fli, ora Misto) il ministro Prestigiacomo aveva chiesto di soprassedere, osservando che quell’articolo si sovrappone alle novità che già sono in cantiere in materia di smaltimento dei rifiuti, aggiungendo che il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si era impegnato a presentare parere contrario sull’articolo 5. Anche Fli ed Udc hanno appoggiato la richiesta di rinvio in Commissione, avanzata dal Pd.

CICCHITTO: “IL PROVVEDIMENTO AVEVA AMPI CONSENSI”. “Sono assai spiacente per ciò che ha dichiarato il ministro Prestigiacomo, ma ho il dovere in primo luogo di ascoltare i parlamentari del gruppo che hanno lavorato per lungo tempo a questo provvedimento senza che fosse venuta nessuna indicazione diversa da parte del ministro”, aveva replicato Cicchitto. “Su questo provvedimento, – aggiungeva il capogruppo del Pdl a Montecitorio – che va incontro alle esigenze delle piccole imprese, si è registrato un largo schieramento favorevole che è andato al di là della maggioranza avendo avuto il consenso dell’Udc e di Fli”.

BERSANI: “IL CENTRODESTRA NON CREDE NEMMENO PIU’ A SE STESSO”. “La situazione è questa: è evidente che anche il centrodestra non crede a quel che dice cioè che il Paese è governabile e possono garantire la stabilità. Ogni giorno si testimonia un altro film, dal 14 dicembre è successo qualcosa e aver salvato la pelle non vuol dire aver salvato la prospettiva”, sottolinea il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.

IDV: “TEATRINO”.A giudizio dell’Italia dei Valori invece “il teatrino messo in scena in aula alla Camera supera ogni limite di demenzialità e spiega bene come si sia potuti arrivare ad una situazione politica come quella in cui ci troviamo: Moffa, Pdl, ex finiano, che sfiducia il ministro Prestigiacomo era già uno spettacolo, completato poi dal tentato salvataggio della ministra ad opera di Fli”,afferma il vicecapogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera Antonio Borghesi.

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