Pd chiede “azzeramento” dei consiglieri dell’ex Patto

di Redazione

PdORTA DI ATELLA. “L’han giurato. Son convenuti da destra e da manca. L’han giurato concordi e serrati: ‘Il Patto per Orta dev’essere distrutto’”.

E’ la considerazione con cui il Pd esordisce nel commentare la vicenda che ha portato alla crisi del centrosinistra in città. “Era tutto scritto e deciso con precisione svizzera e puntualità tipicamente anglosassone nel variegato testamento storico dell’infamia delle vicende politiche ortesi. Tutto era già deciso all’indomani delle elezioni comunali di marzo 2010. E’ una sorta di rito primordiale che si ripete in modo ossessivo e distruttivo; un ciclo che si riapre e si richiude. E’ un agire tristemente noto. Non è una novità qui ad Orta!. Semplici e pure riflessioni dettate da amaro realismo specchio della realtà locale, in perfetta antitesi a riflessioni tipiche del “flata vocis”, caratterizzate dal vuoto politico e dall’effimero. Di pari passo, come d’incanto, in perfetta sincronia, si è rimessa in moto la macchina del fango di Saviano-denuncia qui ad Orta, per screditare e colpire ancora e chiunque si erge con coerenza e dignità a baluardo della libertà, della democrazia e della legalità. Un meccanismo perverso che caratterizza l’agire politico nel nostro paese e lubrifica i suoi diabolici ingranaggi di continuo per usarli all’occorrenza, al fine di delegittimare chiunque è fuori dal coro affaristico-clientelare, riservandogli il “trattamento speciale” di messa alla gogna e tentativo sotteso di linciaggio verbale e di pubblico ludibrio.

Questo, in sintesi, a nostro avviso, il verdetto finale sancito e/o avallato in modo irresponsabile da chi ha da tempo smarrito la propria identità politica e da chi ha perso l’ennesima occasione di rivisitare, rivalutare e riscoprire la propria identità culturale, soffocandola nel mare della farsa, della menzogna e dell’opportunismo. Si è scelto a discapito della propria storia socio-politico-culturale di imboccare deliberatamente, in modo lucido e premeditato la vecchia e consumata strada del tradimento e delle picconate “cattive e sleali” che sanno poco di politica ma tanto di personale…tanto di pochezza intellettuale. Il tutto teso a demolire un centrosinistra organico, frutto di precisi accordi politico-programmatici e non di un cartello elettorale come semplicisticamente si è tentato di far credere con enorme superficialità.

Volgendo uno sguardo agli orizzonti politici nostrani, l’aspetto più torbido e preoccupante dell’intera vicenda potrebbe essere, anzi lo è già, interpretando tra le righe gli Sos di taluni comunicati stampa, la deriva qualunquista palese ed evidente di singole individualità che si auto-identificano con loghi partitici e/o associazionistici, lanciati a chi di dovere. Messaggi cifrati e codificati dal contenuto inequivocabile: ‘Sapete in che direzione puntare l’obiettivo, il Pd, i suoi dirigenti, i suoi tesserati’. E’ un chiaro grido all’untore di Manzoniana memoria. E’ un sistema perverso che tenta disperatamente di ricomporsi chiudendosi a mò di testuggine a difesa delle “birichinate” congiuntamente commesse nel tempo addietro che fù. E’ un continuo e perpetuo rincorrersi di “galantuomini” sempre di manzoniana memoria, nostalgici di riassaporare ancora i bei tempi andati, i tempi fruttuosi della devastazione morale, sociale, culturale, ambientale e strutturale di Orta.

A nulla in tale contesto son serviti i continui campanelli d’allarme e di allerta lanciati dal Pd mentre altri fintamente sonnecchiavano con un occhio, ma con l’altro preparavano “la festa” ai fratelli democratici del già Patto per Orta. A nulla son servite le esortazioni e le sollecitazioni fatte di continuo dal Pd agli ex del Patto al fine di produrre istanze e proposte concrete per dar luogo ad azioni politiche congiunte, così come da programma politico-elettorale. Il Pd, nonostante gli sforzi immani messi in campo in tal senso con estremo senso di equilibrio, pazienza certosina, saggezza e responsabilità politica, attestati da documenti politici coerenti con gli accordi sanciti dal Patto, ha purtroppo registrato per mesi un assordante silenzio, farcito di rado da riflessioni paranoiche, sterili, vacue, stantie e prive di contenuto politico; riflessioni tipiche di chi è preda di un tatticismo esasperato e fine a se stesso, che hanno riportato non solo il centrosinistra, ma l’intero quadro politico locale indietro nel tempo di tre anni. Un tatticismo deleterio e distruttivo condito di ambiguità, bizantinismi ed atteggiamenti gattopardeschi, che misti allo strisciante neotrasformismo locale, temiamo siano l’antifona di evoluzioni politico-sistemiche negative che lasciano presagire un forte rallentamento al viatico necessario ed indispensabile per il rilancio della politica che costruisce e non demolisce.

Fatte queste dovute considerazioni utili a sgombrare il campo dagli equivoci e dalle false verità, il Pd è consapevole che qui ad Orta si ricomincia da uno per rimodellare il centrosinistra, autenticamente alternativo all’attuale maggioranza che governa il paese, in tutto e per tutto. Si ricomincia dal Partito democratico. Comincia una fase nuova, fatta di chiarezza e soprattutto di lealtà politica per cui riteniamo in tale ottica doveroso fare talune considerazioni: il Psi è uscito dal Patto per Orta con motivazioni legittime che rispettiamo ma non comprendiamo; da mesi l’Udc in varie occasioni ha affermato che il Patto non è un partito politico e che come tale era superato, senza però rispondere per iscritto come richiesto dal Pd alla seguente domanda: ‘In merito al documento fattoci pervenire congiuntamente dal Psi, per voi il Patto esiste ancora?’. Risulta tutt’oggi incomprensibile l’ultimo documento del Psi pubblicato su Pupia in data 19/11/10 che sancisce un’inversione ad U, compiendo una manovra che tradisce di fatto l’essenza di quanto stipulato nel programma politico-elettorale del Patto: ‘Denunciare politicamente per costruire socialmente’. In virtù di queste considerazioni, il Pd ritiene che quando uno o più contraenti escono di fatto dal Patto, che ribadiamo pur sempre nato da precisi accordi politico-programmatici come organica coalizione di centrosinistra, allora è evidente che il Patto non è più.

Il Pd ribadisce, inoltre, che i consiglieri eletti nell’ex Patto, hanno vincolo di mandato dagli elettori ed obbligo di fedeltà al programma politico di centrosinistra. Tali considerazioni sono avanzate non perché si vuole mettere il dito nelle piaghe degli errori politici pur evidenti e grossolani commessi dagli ex alleati del Patto, ma solo e semplicemente per ribadire che il Pd si adopererà comunque e sempre per costruire da subito una sinistra forte che guarda anche al centro. E’ utile ricordare a chi ha memoria corta e lingua lunga che il Pd ha il merito di essersi posto ancor prima della gestione commissariale come unico laboratorio attivo e operativo impegnato a riportare al centro del dibattito ad Orta la dialettica politica, risvegliando un indotto di “coscienze dormienti” e stimolandole ad un impegno attivo e propositivo.

Il Pd, per essere chiaro fino in fondo e per dimostrare quanto tiene alla costruzione di un forte, rinnovato ed organico centrosinistra, ispirato a coerenti comportamenti e a leali motivazioni politiche, propone pubblicamente l’azzeramento degli attuali consiglieri eletti nell’ex Patto per consentire agli altri candidati della lista di alternarsi nel ruolo di rappresentanza istituzionale. Riteniamo che la nostra proposta politica sia ampiamente ragionevole e costruttiva al fine di rilanciare fattivamente il centrosinistra ortese.

Non mancheranno, per quanto ci riguarda a livello amministrativo, le confluenze con altri partiti dell’opposizione, ma chiara e distinta sarà la matrice politica di appartenenza. Un’opposizione che dovrà caratterizzarsi non per umorali vampate di calore ma con dialettica politica onesta che ponga in primo piano il benessere collettivo dei cittadini ortesi: questa la finalità delle menti costruttive autentiche, realmente libere e non condizionate dall’opportunismo trasformistico ed episodico ispirato dalla dottrina del cicero pro domo sua.

Il Pd ortese, in virtù delle proprie ragioni, in piena autonomia di pensiero, supportato dai valori fondanti della democrazia, della legalità e della libertà che lo guidano e lo alimentano da sempre, ribadisce con fermezza la ragionevole ambizione di continuare la battaglia politica intrapresa sin dalla Costituente dell’ottobre 2007, ispirata e tesa a ridare dignità e credibilità alla nostra terra, pur consapevole degli aguzzi cocci di bottiglia che ne lastricano il percorso politico. Un percorso dove è più facile e comodo assoggettarsi a chi gestisce il potere, piuttosto che attivarsi politicamente per denunciare gli orrori sociali, culturali ed ambientali perpetrati e consumati ai danni del benessere e del vivere civile di tutta la comunità di Orta di Atella”.

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