Barriere architettoniche al Tribunale: accordo Comune-proprietari

di Antonio Arduino

Vincenzo D'AngiolellaAVERSA. C’è voluto l”’Indignato speciale” per avviare a soluzione il problema della mancata eliminazione delle barriere architettoniche nel tribunale di Aversa denunciato al Tg5 il 12 gennaio dall’avvocato Vincenzo D’Angiolella, …

… intervistato da Maria Luisa Cocozza, inviata della rubrica condotta da Andrea Pamparana. Costretto a vivere su una sedia a rotelle dalla distrofia muscolare, D’Angiolella aveva segnalato il problema da queste colonne richiamando l’attenzione dei media nazionali. Così l’inviata dell’Indignato Speciale, dopo aver raccolto nel 2009 l’sos di Carlo Zaccariello che lamentava l’impossibilità di accedere all’Ufficio Tributi di via De Chirico per l’inadeguatezza dell’ascensore installato nell’edificio, era tornata ad Aversa per raccogliere la denuncia. Poi, qualche giorno fa, è tornata in città ancora una volta poi per sollecitare una spiegazione al primo cittadino Domenico Ciaramella su un tema che è d’interesse nazionale perché, come detto, dall’avvocato D’Angiolella nel corso della servizio televisivo, la mancata eliminazione delle barriere architettoniche negli uffici giudiziari non riguarda solo il tribunale di Aversa. Anche gli uffici del giudice di pace di Trentola Ducenta, di Frattamaggiore, di Marano e tanti altri avrebbero la medesima carenza.

Da qui l’avvio, con l’intervista fatta al sindaco e che andrà in onda nel Tg5 del 7 febbraio, di un’inchiesta sul tema, partendo proprio dal “caso D’Angiolella” diventato di fatto un avvocato “invisibile” perché costretto a delegare i colleghi per trattare nelle aule di giustizia i procedimenti dei proprio clienti. E se ad Aversa, come dichiarato dal sindaco al Tg5, la soluzione del problema sarebbe prossima, altrove sembra ancora ben lontana malgrado il Dpr 503 del 1996 che detta le norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici parli chiaro.

Tg5 intervista D’Angiolella

“Agli edifici e spazi pubblici esistenti, anche se non soggetti a recupero o riorganizzazione funzionale, devono – recita l’articolo 4 del Dpr – essere apportati tutti quegli accorgimenti che possono migliorare la fruibilità sulla base delle norme contenute nel presente regolamento”. “In attesa del predetto adeguamento – aggiunge l’articolo 5 – ogni edificio deve essere dotato, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, a cura dell’Amministrazione pubblica che utilizza l’edificio, di un sistema di chiamata per attivare un servizio di assistenza tale da consentire alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale la fruizione dei servizi espletati”.

Una norma che sembra dimenticata, tant’è che dopo venticinque anni dalla entrata in vigore del Dpr 503 non viene applicata ma che, come detto, per il tribunale di Aversa sta essere applicata. Perché dopo l’intervento del Tg5 è stato firmato un accordo tra Comune e proprietari dell’immobile di via Corcioni, sede del tribunale, per dare il via ai lavori necessari a cancellare le barriere. Dureranno due mesi, saranno totalmente a carico dei proprietari dello stabile e verranno effettuati senza bloccare le udienze. Prevista l’installazione di un montacarichi, la sistemazione interna delle aule e la sistemazione e messa in funzione di una parte del terzo piano oggi inutilizzata. Cosicché i diversamente abili non avranno più problemi. Forse il “caso D’Angiolella” sta per aprire una strada.

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