Parco Pozzi, Castaldo: “Il sequestro era inevitabile”

di Antonio Arduino

Antimo CastaldoAVERSA. Era proprio necessario che la pulizia e il recupero della vivibilità del Parco Pozzi fosse imposta dalla magistratura, specialmente se dovessero essere davvero sufficienti dieci giorni o anche meno come si è letto sulla stampa per riportare tutto alla normalità, così da permettere nuovamente l’uso dell’area ai cittadini?

Questa la domanda che pone Antimo Castaldo, ex assessore alla mobilità nella prima giunta Ciaramella e presidente dell’associazione politico-culturale “Democrazia e Territorio”. “Senza volere entrare in polemiche – esordisce l’avvocato aversano – è evidente che se un magistrato ha deciso di convalidare il sequestro dell’area, messo in atto dalla polizia ambientale, i presupposti c’erano”. “Del resto – aggiunge Castaldo – basta guardare il sito web di ‘Democrazia e Territorio’ per verificare che le condizioni di invivibilità del parco Pozzi, e non solo, sono state denunciate da tempo”. “Perché – continua l’ex assessore – nei sui primi sei mesi di attività la nostra associazione ha denunciato le scarse o assenti condizioni di vivibilità non solo del parco pubblico cittadino ma anche, per fare degli esempi, dell’area mercato, del quartiere di San Domenico dov’è ospitato il Giudice di Pace, di via Alfonso d’Aragona, segnalando tutta una serie di disfunzioni legate al problema della ramazza, dell’igiene urbana, della sicurezza”.

“Da sei mesi – ricorda Castaldo – l’associazione ha avviato un osservatorio permanente sulle condizioni di vivibilità della nostra città, finalizzato a dare vita a confronti con i cittadini, con tutte le forze politico-sociali interessate alla rinascita di Aversa e naturalmente con l’amministrazione. Chiedendo, in particolare, per il Parco Pozzi l’attenzione dovuta ad una struttura nella quale erano state evidenziate, anche dai frequentatori abituali, criticità tali che non potevano essere passate inosservate agli amministratori e che, come raccontano i fatti di questi giorni, ne hanno imposto il sequestro”.

“La chiusura forzata del parco Pozzi – afferma Castaldo – è una pagina negativa per la città di Aversa che poteva essere evitata, perché le disfunzioni esistenti sono state segnalate più volte da cittadini, associazioni, istituzioni politiche, stampa. Cosicché chi amministra non poteva non sapere”. “Perché tutto questo non accadesse – conclude l’ex assessore – sarebbe stato sufficiente amministrare con ordinaria diligenza la cosa pubblica”.

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