Egitto, ancora scontri. Atteso ritorno leader opposizione

di Redazione

 IL CAIRO.Non si placa, in Egitto, l’ondata di proteste popolari, sfociate anche mercoledì in violenti scontri nel centro del Cairo, come di altre città, e che hanno fatto registrare per tutta la notte nuovi scontri nella capitale tra le forze dell’ordine e i dimostranti antigovernativi che non sembrano avere intenzione di fermarsi.

Il bilancio degli scontri è di due vittime, un manifestante al Cairo (ed è la prima volta) e un poliziotto. Per fronteggiare le decine di migliaia di manifestanti, che si sono resi protagonisti di sassaiole, nella capitale la polizia ha fatto ricorso al lancio di lacrimogeni, sparando proiettili di gomma. Così come negli altri giorni, a convocare i manifestanti sono stati appelli lanciati su internet. Secondo alcune fonti, sarebbero mille gli arresti eseguiti in tutto il Paese. Tra essi anche ventisei giornalisti, due dei quali stranieri.

Le proteste dovrebbero raggiungere un vero e proprio picco venerdì, quando l’ex presidente dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) e punto di riferimento dell’opposizione, Mohamed El Baradei, rientrerà in Egitto. “Tornerò al Cairo e andrò in strada, perché non c’è alcuna alternativa. – ha detto da Vienna El Baradei al sito Usa ‘The Daily Beast’ – A guardare questo numero impressionante di gente che protesta si spera che le cose non degenerino, ma al momento sembra che il regime non abbia recepito il messaggio”. A poche ore dalla sua pubblicazione su Facebook, la convocazione della manifestazione di venerdì ha già raccolto oltre 24mila adesioni, nonostante le restrizioni imposte dalle autorità all’accesso alla rete.

“Sono rimasto allibito e sconcertato dalle parole di Hillary Clinton”, che ha definito il governo del Cairo “stabile”: così El Baradei, in una lettera aperta al Daily Beast. “Che cosa intendeva con stabile, e a quale prezzo? – scrive El Baradei – E’ la stabilità di 29 anni di leggi d’emergenza, un presidente con un potere imperiale per 30 anni, un Parlamento che è quasi una beffa, una magistratura che non è indipendente? E’ questo che Clinton chiama stabilità? Sono sicuro di no. E spero che non sia lo standard che Clinton applica ad altri Paesi”.

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