Egitto, Usa invitano americani a partire. Chiusa al Jazeera

di Redazione

 IL CAIRO. Oltre cento morti in cinque giorni (33 solo sabato, secondo fonti mediche), un regime dimissionario e incalzato dalle proteste dei cittadini, la polizia che spara sulla folla.

In Egitto non c’è traccia di una tregua, nonostante le nomine decise dal presidente Mubarak, che ha affidato la vicepresidenza al capo dei servizi segreti Omar Suleiman, ruolo mai ricoperto dalla sua ascesa al potere trent’anni fa. Ma la tensione cresce: l’ambasciata americana al Cairo ha invitato i cittadini statunitensi a lasciare l’Egitto prima possibile. I voli per l’evacuazione cominceranno lunedì. Anche la Turchia sta mandando in Egitto due aerei di linea per evacuare i propri cittadini.

COPRIFUOCO. Dopo un’altra notte di coprifuoco, la situazione al Cairo è tranquilla ma la capitale resta presidiata dall’esercito, anche dal cielo. Gli elicotteri volano bassi con una frequenza superiore a quella degli ultimi giorni. In azione bande di saccheggiatori, molti arrestati dalla polizia. L’esercito ha sigillato l’accesso a piazza Tahrir, dove da giorni si riuniscono i manifestanti che protestano contro il regime di Mubarak. Carri armati sono schierati in modo massiccio in ogni via che conduce alla piazza, mentre nelle altre strade principali del centro cittadino, sin dalle prime ore dell’alba, la polizia militare ha eretto posti di blocco e ispeziona tutte le auto. Il coprifuoco imposto venerdì non è stato revocato e con molta probabilità sarà confermato anche per oggi, dalle 16 alle 8 di lunedì mattina.

EVASIONI DALLE CARCERI.È caos nelle carceri: migliaia di detenuti sono evasi dalla prigione di Wadi Natrun, a nord del Cairo. Sabato altri detenuti erano scappati del carcere di Khalifa e otto persone sono state uccise, e 123 ferite, in scontri con la polizia durante un fallito tentativo di evasione dal carcere di Abu Zaabal.

CHIUSA AL JAZEERA. Il governo tenta di mettere il bavaglio all’informazione: “Le autorità egiziane hanno deciso la chiusura dell’ufficio di corrispondenza di Al Jazeera al Cairo e ritirano gli accrediti ai suoi corrispondenti” ha annunciato la stessa tv satellitare in una scritta in sovraimpressione. L’ordine è partito dal ministro dell’Informazione uscente, Anas El Fekki. Questi, scrive l’agenzia ufficiale egiziana Mena, “ha deciso che il servizio di informazione dello Stato deve fermare e annullare le attività della catena Al Jazeera nella repubblica araba d’Egitto, annullare tutte le autorizzazioni e ritirare tutti gli accrediti dei suoi dipendenti a far data da oggi”. L’emittente araba è stata fino ad oggi una delle principali fonti di notizie dal Paese: aveva telecamere puntate su piazza Tahrir e sul vicino ponte 6 Ottobre, ma ora non può più trasmettere in diretta dal Cairo.

OBAMA: “STOP VIOLENZE”. Hosni Mubarak fermi le violenze e “si assuma la responsabilità di fare passi concreti per assicurare riforme politiche, sociali ed economiche al suo popolo”. Il presidente americano Barack Obama interviene in prima persona nella crisi egiziana. In un breve discorso alla Casa Bianca dopo il messaggio alla tv con cui Mubarak si è rivolto alla nazione annunciando un nuovo governo, Obama ha ribadito che “i diritti di libertà sono universali, al Cairo come nel resto del mondo”. Il presidente americano ha assicurato che gli Usa saranno sempre al fianco di “chi lotta pacificamente per decidere il proprio futuro” e ha esortato Mubarak a non usare la forza contro i dimostranti, che da cinque giorni protestano in piazza nelle principali città egiziane. Il presidente degli Stati Uniti è poi tornato sulla crisi egiziana, al termine del suo incontro con lo staff della Sicurezza Nazionale dedicato alla crisi egiziana, per ribadire l’appello a fermare le violenze e a favore della moderazione. Il presidente è inoltre tornato a insistere sul suo sostegno “alla tutela dei diritti universali” e sul suo impegno “perchè ci siano passi concreti, da parte delle autorità egiziane, a favore delle riforme”.

I LEADER EUROPEI. Nel frattempo, Nicolas Sarkozy, Angela Merkel e David Cameron hanno lanciato un appello congiunto al presidente egiziano, Hosni Mubarak, perchè “eviti ad ogni costo l’uso della violenza contro civili disarmati”, e ai manifestanti affinché “esercitino pacificamente i loro diritti”. In un comunicato reso noto a Parigi dall’Eliseo, i leader di Francia, Germania e Gran Bretagna esprimono “preoccupazione” e riconoscono a Mubarak il “ruolo moderatore svolto da diversi anni in Medio Oriente. Noi – si legge nel comunicato congiunto – gli chiediamo ora di dar prova della stessa moderazione per affrontare l’attuale situazione in Egitto”. “È essenziale che le riforme politiche, economiche e sociali future che il presidente Mubarak ha promesso – continua il comunicato dell’Eliseo – siano realizzate pienamente e rapidamente e che rispondano alle aspirazioni del popolo egiziano”. “I diritti dell’uomo e le libertà democratiche – continua il testo – devono essere pienamente rispettate, compresa la libertà d’espressione e di comunicazione, in particolare l’uso del telefono e di Internet; oltre al diritto di riunione e di manifestazione pacifica”. I tre leader aggiungono che “il popolo egiziano ha rivendicazioni legittime ed aspira a un futuro migliore e più giusto. Facciamo appello al presidente Mubarak per l’avvio di un processo di cambiamento che si traduca in un governo a rappresentanza allargata ed elezioni libere e giuste”.

FRATTINI: “SI EVITINO VIOLENZE CONTRO CIVILI”.Al lavoro la diplomazia internazionale. Dopo gli appelli del presidente americano Obama e di molti leader europei, è oggi il ministro degli Esteri italianoFranco Frattini a invitare le parti in conflitto alla moderazione: “La priorità è fermare le violenze ed evitare ulteriori vittime civili. – ha dichiarato – Bisogna fermare anche le azioni che producono danni materiali, in particolare quelle dirette contro i beni culturali del paese che sono patrimonio culturale di tutta la società egiziana e dell’umanità”. Sabato è stato infatti preso d’assalto e danneggiato il museo delle Antichità del Cairo e domenica un gruppo di saccheggiatori ha preso d’assalto il museo archeologico di Al Qantara, vicino a Suez, il principale della penisola del Sinai: molti dei 3mila pezzi che ospitava sono stati trafugati o danneggiati. La polizia è assente dalla città. “Il mio appello – aggiunge il ministro Frattini – va al presidente Mubarak e alle istituzioni egiziane affinché si evitino violenze contro civili disarmati e ai manifestanti affinché dimostrino pacificamente”. Al presidente egiziano il governo italiano rivolge un auspicio: “È in virtù del suo legame speciale con l’Egitto che l’Italia esprime il suo vivo auspicio che il presidente Mubarak e il nuovo governo realizzino con la massima rapidità ed efficacia le riforme promesse in campo politico, economico e sociale, volte a soddisfare le legittime aspirazioni del popolo. È fondamentale che vengano rispettati le libertà di espressione e comunicazione, il diritto a manifestare pacificamente. Mi auguro che attraverso l’apertura democratica e la realizzazione delle riforme l’Egitto possa quanto prima ritrovare la necessaria stabilità”. Intanto resta un mistero la sorte della famiglia di Mubarak, moglie e due figli: secondo Al Jazeera si sarebbero rifugiati a Londra, ma lo notizia è stata smentita dalla tv di Stato. Il leader riformista Mohammed ElBaradei, ex capo dell’agenzia atomica mondiale, ha chiesto a Mubarak di lasciare la presidenza e il Paese e di indire nuove elezioni e stilare una nuova Costituzione.

STRANIERI BLOCCATI IN AEROPORTO.La Farnesina ha fatto sapere che alcuni connazionali hanno subito attacchi o saccheggi e ha ribadito il consiglio a tutti i residenti di rimanere in casa e ai turisti di rimanere negli alberghi e agire con la massima prudenza. Nel Paese c’è una situazione di caos per gli stranieri che cercano di tornare a casa. Soprattutto a causa del coprifuoco, tra le 1.500 e le duemila persone sono rimaste bloccate in aeroporto, dirette verso Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania e Libano. Si tratta di turisti ed egiziani, compresi operatori economici per i quali le compagnie di bandiera dei rispettivi Paesi stanno tentando di approntare voli supplementari. Ma le difficoltà maggiori sono quelle di reperire velivoli ed equipaggi che devono essere dirottati da altre tratte per far fronte all’emergenza. Pressoché impossibile accertare le nazionalità precise di quanti sono bloccati nello scalo del Cairo International Airport, anche a causa del ridotto funzionamento delle linee telefoniche mobili. La situazione ha indotto il personale di alcune compagnie aeree di bandiera a consorziarsi in una sorta di unità di crisi. Tra le società occidentali British Airways e Alitalia hanno modificato gli orari di partenza dei propri voli per non farli arrivare durante il coprifuoco. Lufthansa, Air Berlin e Lot (polacca) hanno invece cancellato i propri voli. In serata, dicono fonti aeroportuali, erano state anche esaurite le scorte di bevande, caffè, latte, dolci e panini nei bar dell’aeroporto, presi d’assalto dai passeggeri che non possono partire e da chi è arrivato ma non può abbandonare lo scalo.

DIFFICOLTA’ PER ITALIANI A LASCIARE SHARM. Gruppi di turisti italiani stanno tentando di lasciare Sharm el Sheikh ma hanno difficoltà a partire. Lo riferiscono testimoni all’aeroporto della città sul mar Rosso. Gli aerei della Egypt air sono bloccati a causa della mancanza di connessioni al Cairo con voli internazionali. L’esercito egiziano è stato dislocato domenica mattina anche nelle strade della località turistica di Sharm el Sheikh, per prevenire manifestazioni e proteste. Ma anche perchè il presidente Mubarak sta dividendo il suo tempo, anche in questi giorni di crisi, fra il Cairo e la sua residenza di Sharm el-Sheikh.

PRECIPITANO BORSE.I disordini e le violenze in Egitto hanno fatto precipitare le Borse dei Paesi del Golfo. La Borsa saudita ha chiuso sabato con una perdita del 6,43%, mentre nel secondo mercato della regione, il Kuwait, il ribasso è stato del 2,14%. La Borsa del Qatar ha aperto domenica con un -5%, mentre peggio ha fatto il Dubai, dove l’indice Dfm ha perso il 6,27%; infine, la Borsa di Abu Dhabi ha fatto segnare -3,74% nei primi scambi.

TENSIONE ANCHE IN ALGERIA.La situazione resta incandescente anche in Algeria, dove un 26enne si è dato fuoco venerdì sera a Bordj Bou Arreridj, morendo per le ustioni. Un altro ragazzo di 21 anni ha tentato sabato di suicidarsi dandosi fuoco a Mostaganem e ora è ricoverato in gravi condizioni. Il giovane deceduto era disoccupato e di famiglia disagiata. “Non ne posso più, non ne posso più”, ha gridato con il corpo in fiamme. Prima di morire ha chiesto perdono alla madre. A Mostaganem, il giovane ferito, figlio di un ricco imprenditore, avrebbe deciso di compiere questo gesto estremo non per motivi legati alla sua condizione, ma per amore. Si sarebbe visto rifiutare per due volte una richiesta di matrimonio. Almeno quindici persone si sono date fuoco in Algeria di recente: tre sono morte.

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