BRASILIA.Dal Brasile il nuovo governo gela le speranze dell’Italia sul caso Battisti. Dopo il ‘no’ all’estradizione dell’ex presidente Lula, ora il neo ministro della giustizia Josè Cardozo, membro dell’esecutivo guidato da Dilma Roussef, ritiene “senza alcun dubbio” che tale decisione sia stata “corretta”.
Lula, secondo Cardozo,ha agito “in stretta consonanza con il nostro diritto e con quanto aveva manifestato il Supremo Tribunal Federal”. Il ministro fa sapere diessersi convinto “dopo aver letto il parere dell’Avvocatura generale dello Stato”, che ha consigliato a Lula di lasciare l’ex terrorista italiano in Brasile. Cardozo sostiene di non prevedere possibili “ritorsioni” da parte dell’Italia a causa della vicenda Battisti. “La nostra è una decisione sovrana”, ha detto. “Non credo che possa compromettere i nostri rapporti di profonda amicizia con l’Italia. Gli italiani – ha sottolineato – sono nostri fratelli”. “Non c’è alcuna ragione per la quale la decisione di Lula possa essere contestata dal punto di vista della sua validità giuridica”, ha detto ancora il nuovo ministro della giustizia.Cardozo non ha fatto riferimenti diretti alla lettera del capo della diplomazia italiana recapitata dall’ambasciatore italiano poco prima di lasciare il Brasile, “richiamato in Patria per consultazioni”. Lettera in cui Frattini ribadiva “la ferma determinazione del governo italiano ad esperire tutte le possibili vie legali per ottenere l’estradizione di Battisti”, e “l’auspicio” che “il nuovo Presidente possa rivedere la decisione del suo predecessore ed uniformarsi alla sentenza del Tribunale Supremo Brasiliano”.
Dall’Italia arriva la replica del deputato Pdl e presidente del Comitato Schengen Margherita Boniver: “È poco incisiva la difesa d’ufficio del nuovo ministro della giustizia brasiliano. Il no di Lula all’estradizione dell’assassino Cesare Battisti è stata una carognata. Negli incontri ufficiali con il presidente della Repubblica Napolitano e del Consiglio Berlusconi, Lula aveva evidentemente dato un messaggio tranquillizzante. L’unica cosa certa è che l’Italia continuerà ad adire in ogni sede legale internazionale affinché Battisti possa scontare la sua pena”.
In questo clima di tensione fra i due Paesi arrivano parole distensive dal nuovo ministro degli Esteri Antonio Patriota che ha apprezzato la presenza dell’ambasciatore italiano Gherardo La Francesca alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente Dilma Rousseff: “La presenza dell’ambasciatore è stata una manifestazione di desiderio dei due paesi per proseguire i propri rapporti ed enfatizzare le convergenze e un’agenda costruttiva”, ha spiegato Patriota. L’Italia comunque non intende lasciare nulla di intentato per ottenere l’estradizione di Cesare Battisti ed è pronta anche a ricorrere alla Corte Internazionale dell’Aja. La posizione del ministro degli Esteri Franco Frattini, che giudica il no di Lula un “precedente gravissimo”, non preoccupa però il Brasile. Proprio sulla possibilità che Roma ricorra alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja si è espresso Marco Aurelio Garcia, consulente speciale agli affari internazionali del Brasile. “Non ci preoccupa, la nostra è una decisione sovrana, che ha un forte fondamento giuridico”, ha commentato in una dichiarazione alla stampa locale.Garcia (che era consigliere di Lula ed è stato confermato dalla Rousseff) ha detto di non escludere che il caso Battisti possa incidere, “per un brevissimo periodo”, sui rapporti bilaterali, sottolineando allo stesso tempo l’importanza della presenza dell’ambasciatore italiano alla cerimonia in onore du Rousseff. “Vorrei sottolineare come tale presenza sia un indizio che c’è una disponibilità per il dialogo, per una soluzione diplomatica”, ha commentato Garcia.
Con il no all’estradizione, ha sottolineato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, tra Italia e Brasile si è creato un clima che mette a rischio “le relazioni commerciali”. D’accordo il titolare della Farnesina che, però, realisticamente ha spiegato che “un governo sovrano e forte come quello brasiliano non è condizionabile da azioni di ritorsione”. Su questo aspetto spinge anche il capogruppo alla Camera di Futuro e Liberta Italo Bocchino secondo il quale sul caso Battisti “servirebbe adesso un passo ulteriore a tutela della nostra dignità nazionale da parte del presidente Berlusconi, che farebbe bene a recarsi immediatamente a Brasilia per incontrare la Rousseff comunicandogli l’interruzione di tutti i rapporti commerciali”. Intanto, sul nuovo presidente Dilma Rousseff (ex guerrigliera di 63 anni con un passato in carcere durante la dittatura) si stanno concentrando le pressioni dell’Italia per ribaltare il diniego del suo predecessore.