ROMA.Il carteggio giunto dall’isola di Santa Lucia dimostra che la casa di An a Montecarlo è di Giancarlo Tulliani,cognato di Gianfranco Fini.
Pertanto, in virtù della “promessa” fatta in un video apparso mesi fa su Youtube, il presidente della Camera deve rassegnare le dimissioni. A sostenerlo sono a gran voce il Pdl e la Lega, dopo aver ascoltato al Senato le parole del ministro degli Esteri, Franco Frattini. “Alcune settimana fa ho ottenuto risposta dalle autorità di Saint Lucia, che me ne hanno certificato l’autenticità per la veridicità dei dati contenuti in questi documenti”, ha affermato Frattini, rispondendo a un’interrogazione urgente presentata da Luigi Compagna del Pdl sulla casa di An Montecarlo, finita poi nella disponibilità del cognato del presidente della Camera.
SITUAZIONE GIUDIZIARIA. Due le strade che potranno essere intraprese ora dai pm romani: una è l’integrazione delle posizioni di Fini e dell’ex tesoriere di An, Francesco Pontone, l’altra è l’apertura di un nuovo fascicolo. Intanto, è fissata per il 2 febbraio prossimo l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento avanzata dai pm sulla base del presupposto che non c’è stata “nessuna truffa” dietro la cessione dell’appartamento. A proporre opposizione sono stati coloro che presentarono la denuncia il 30 luglio scorso, gli esponenti de La Destra Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea, nonchè un gruppo di militanti del Pdl di Domodossola.
L’INTERVENTO DI FRATTINI. I documenti a cui fa riferimento Frattini, consegnati mervoledì alla procura di Roma, si riferiscono alla proprietà delle società off-shore Printemps Ltd e Timara Ltd, che in tempi diversi hanno gestito l’immobile di Montecarlo ereditato da An nel 1999 e venduto nel 2008 per circa 300 mila euro. Secondo il Pdl dalle carte, 3-4 pagine in inglese, risulta che il titolare delle società è Giancarlo Tulliani, cognato del presidente della Camera. Fini ha affermato in passato che se la casa di Montecarlo fosse stata veramente di proprietà di Tulliani si sarebbe dimesso da presidente di Montecitorio.
“L’estate scorsa – ha spiegato Frattini – vi fu una polemica che investì anche una presunta manipolazione del documento e quindi della sua autenticità, e da alcuni organi di stampa si era indicato un presunto ruolo di organi dello Stato in tali attività. Ecco la ragione – ha precisato il ministro – per cui chiesi, non una rogatoria, ma un chiarimento puro e semplice alle autorità circa la genesi e l’autenticità del predetto documento”.
“Mi limito oggi – ha aggiunto Frattini – a ribadire quanto vi ho appena detto: il documento non può essere a integrale disposizione e sui particolari non posso e non debbo aggiungere altro. Sarà la procura della Repubblica, se lo riterrà, a farne uso”. Il capo della diplomazia italiana ha quindi sottolineato che la documentazione è stata inviata “per le valutazioni di competenza, e quindi non nella indicazione di eventuali fattispecie di illecito penale, alla procura della Repubblica di Roma” perchè “che vi è ancora un fascicolo aperto sulla vicenda”.
PDL E LEGA: “SI DIMETTA”. Dalla Lega, il presidente dei senatori Federico Bricolo ha invitato “chi è interessato da questa vicenda” ad “assumersi le proprie responsabilità”. Mentre il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, pur indirettamente, invita Fini a dimettersi: “È stato Fini che collegò le sue decisioni ad alcuni fatti. Dalla risposta di Frattini in Aula all’interrogazione – ha aggiunto Gasparri – si è rivelato che le autorità di Santa Lucia hanno confermato che la casa di An è di proprietà di Giancarlo Tulliani. Si è definito un contorno della verità”. Daniela Santanchè usa le parole del conduttore di Annozero, Michele Santoro, “per il quale – dice il sottosegretario – se fossero emersi certi legami tra le società offshore e suo cognato, Gianfranco Fini avrebbe dovuto lasciare del tutto la politica. Ecco, noi non siamo così estremisti, ma alla luce dei fatti emersi, ci basterebbe che il Presidente della Camera mantenesse fede alla parola data e si dimettesse dalla sua carica istituzionale”. E per Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, se nemmeno quello che emerge ora è sufficiente a far dimettere l’ex leader di An da presidente della Camera “è evidente che Fini conta su protezioni enormi”.
OPPOSIZIONE: “SENATO PIEGATO AL GOVERNO”. Dall’opposizione si registra l’abbandono dall’Aula di Palazzo Madama di Pd, Api, Udc e Idv non appena Frattini ha preso la parola, mentre i finiani di Fli sono rimasti. Il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, ritiene che “non è possibile piegare la presenza del governo in Aula a una necessità politica del tutto insignificante. Non è possibile che il ministro venga convocato e l’interrogazione venga messa subito all’ordine del giorno mentre decina di centinaia, non so se migliaia di atti di sindacato ispettivo giacciono dimenticati”. Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l’Italia, ha detto che, consentendo l’esame dell’interrogazione sulla casa di Montecarlo, “il presidente Schifani oggi crea un precedente che ferisce il Senato nella sua dignità, compie un errore”. Per il capogruppo Idv Luigi Li Gotti “siamo stati violentati attendendo da anni risposte alle interrogazioni ed ora, solo perché fa comodo politicamente, un’interrogazione proposta l’altro ieri viene subito fissata: questa è una vergogna”.
FLI: “UMILIATE LE ISTITUZIONI”. Il capo della segreteria politica di Futuro e Libertà, Carmelo Briguglio, ritiene che “la differenza tra Fini e Berlusconi è che il primo ha sempre rispettato l’istituzione che presiede compresa. Berlusconi piega invece il ministro degli Esteri e il presidente del Senato a trasformare Farnesina e Palazzo Madama in dependance di Palazzo Grazioli nel tentativo di colpire il presidente della Camera tramite il dossier Lavitola-S.Lucia. È inutile ai fini dell’obiettivo di Berlusconi, ma Frattini e Schifani oggi umiliano le istituzioni”.