POTENZA.Attentato nella notte tra il 6 e il 7 gennaio contro il giornalista di Televideo Rai Nello Rega.
L’autore del libro “Diversi e divisi”, sulla convivenza tra islamici e cristiani, è rimasto illeso. Si trovava sulla statale Basentana, da solo a bordo della sua auto. Stava tornando a Potenza dopo aver trascorso una serata con alcuni amici nel Materano. All’improvviso è stato affiancato da un’altra vettura da cui è partito il proiettile che ha infranto i vetri posteriori. Rega ha accelerato ed è riuscito a raggiungere Potenza dove ha allertato le forze dell’ordine. Sull’auto che ha speronato la sua c’erano almeno due persone, ha raccontato il giornalista che hasentito almeno un colpo di pistola.
“Chi ha sottovalutato il pericolo che correvo – ha detto all’Ansa il giornalista – ora deve fare un esame di coscienza. Sono terrorizzato e chiedo ancora una volta allo Stato di proteggermi adeguatamente. Tuttavia – ha concluso Rega- non mollerò perchè non voglio rinunciare alla mia libertà di pensiero”. Rega, nel mirino dell’Islam radicale,è stato ripetutamente minacciato a Potenza e a Roma, a partire dal 2009, ricevendo buste con proiettili e una testa mozzata di agnello nella sua auto.
Rega, 44 anni, potentino, lavora nella redazione Esteri di Televideo Rai. Dal 2005è presidente della Together Onlus e del progetto umanitario LibanItaly. Il libro che ha innescato le minacce, ”Diversi e divisi diario di una convivenza con l’Islam”, contribuisce a raccogliere fondi a favore dell’Oratorio dei Salesiani a nord di Beirut.
Il direttore di Televideo, Antonio Bagnardi, indirizza dalle pagine tv della sua testata un appello al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, perché venga garantita la sicurezza del suo giornalista. “L’ agguato della scorsa notte a Nello Rega dovrebbe far cessare ogni titubanza. Rega poteva essere ucciso. – scrive Bagnardi – Perché non viene protetto adeguatamente? Rivolgo un fiducioso appello al ministro dell’ Interno Maroni: non bastano mesi e mesi di intimidazioni e ora il tentativo di uccidere? Rivolgo anche un appello ai colleghi dell’informazione -conclude Bagnardi – non liquidate la notizia con poche righe, nonè possibile che il caso di Rega sia accompagnato dalla sottovalutazione o, peggio, dal silenzio”.