ROMA.Il 13 febbraio, a Milano, in Piazza Duomo, si terrà una manifestazione del Pdl in difesa del premier Silvio Berlusconi, al centro dello scandalo sui presunti festini hard ad Arcore.
Lo si apprende da fonti vicine al partito, che dice “basta alla giustizia politicizzata”. Inizialmente si era deciso di organizzare eventi nei teatri di 100 città italiane, poi, dopo la tensione salita alle stelle per il caso Ruby, si è optato per un’unica grande manifestazione.
Nel frattempo, la Giunta per le autorizzazioni della Camera ha votato giovedì pomeriggio, su iniziativa del Pdl, la proposta di restituire gli atti alla procura di Milano sul caso Ruby motivando la decisione con il fatto che la competenza dell’indagine spetterebbe al Tribunale dei ministri. I voti a favore sono stati 11, quelli contrari 8. Due gli assenti, Giuseppe Consolo (Fli) e Rossomando del Pd. Hanno votato sì Pdl, Lega e Responsabili. Per il noPd, Idv Udc e il componente di Fli presente. La parola definitiva spetta però all’aula di Montecitorio.
Nel chiedere alla Camera di sollevare il conflitto di attribuzione, il membro della Giunta del Pdl Maurizio Paniz ha esposto la tesi che competente sull’inchiesta non può essere il tribunale di Milano bensì il Tribunale dei ministri, dal momento che Berlusconi avrebbe agito per “motivi istituzionali” quando si è mosso per Ruby fermata dalla questura di Milano, pensando che fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak. Dall’opposizione il Pd parla di “atto illegittimo per alimentare una crisi istituzionale”, mentre Antonio Di Pietro dell’Italia dei Valori ritiene che la decisione della Giunta di rimandare le carte è “un golpe” perché “solo in un Paese antidemocratico il Parlamento si sostituisce alla magistratura per decidere la competenza territoriale o funzionale”.
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani si è appellato anche al centrodestra: “Chi, anche tra i nostri avversari politici, ha a cuore gli interessi fondamentali della nostra casa comune, deve finalmente indurre Berlusconi a fare un passo indietro e a liberare il Paese da un disagio non più sopportabile”. Pronta la risposta del leader della Lega Umberto Bossi: “Sono tutto tranne che un imbroglione, non mollo Berlusconi dopo che sarà approvato il federalismo”. Il Senatur, ha ammesso che il caso Ruby è “un pasticcio che complica le cose”, ma si è detto ottimista sulla riforma: “Alla fine diranno tutti sì”.
E Berlusconi, che ha riunito giovedì a Palazzo Grazioli i vertici del Pdl, haconfermato di non avere alcuna intenzione di tirarsi indietro. La linea di difesa è che “non c’è nulla di penalmente rilevante”, e tutto sta a spiegarlo all’opinione pubblica, in primis attraverso una manifestazione pubblica.