LUSCIANO. I carabinieri del reparto territoriale di Aversa hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Paolo Gargiulo, di Lusciano, e Salvatore Santoro, di Trentola Ducenta, già detenuti.
Gargiulo, 24 anni, arrestato nel gennaio 2009 a Mignano Montelungo insieme al boss Giuseppe Setola, è il figlio di Luciano Gargiulo, 49 anni, di Lusciano, detto Calimero, capozona del clan dei casalesi per Parete e Lusciano, arrestato lo scorso dicembre nellambito delloperazione Pizzo di Natale. E accusato di concorso in violenza privata, aggravata dal metodo mafioso. I fatti risalgono a luglio 2008, a Giugliano (Napoli), quando Gargiulo, insieme a Giovanni Mola, oggi collaboratore di giustizia, con delle spranghe in ferro pestò a sangue due giovani del posto M.G. ed S.A., perché insidiavano la fidanzata di Mola. Il fatto non venne denunciato dalle vittime ma è emerso dallattività investigativa e da intercettazioni telefoniche nellambito delle indagini che hanno poi portato a disarticolare il gruppo Setola.
Salvatore Santoro, 23, detto Salvaturiello, fu arrestato nel 2008 nell’ambito delle indagini che hanno portato alla cattura di Setola. Per lui laccusa di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso, per richieste di denaro e moto alla Tamburrino Motors di Parete. Successivamente partirono attentati intimidatori alla concessionaria. Il 9 luglio 2008 un commando agli ordini del boss Setola sparò numerosi colpi darma da fuoco contro la concessionaria, con danni alle vetrate e a diversi veicoli in esposizione. Al proprietario fu chiesto di pagare 100mila euro e 15 motociclette da consegnare man mano agli affiliati. Il sistema per avere questultime era semplicissimo: laffiliato si recava alla concessionaria, pronunciava il nome in codice, Rebecca, prendeva la moto e andava via. Due delle 15 moto estorte a Tamburrino furono rinvenute nel covo in località Grotta del Sole, a Monteruscello, nel napoletano, dove vennero scovati i setoliani Cirillo, Spagnuolo e Letizia.