TEVEROLA. Momenti di tensione nella mattinata di sabato presso il centro commerciale Medì di Teverola.
Ad andare in scena lennesimo dramma della disperazione causata dalla mancanza di lavoro a causa della crisi che si sta facendo sentire soprattutto nelle fasce più deboli. Un lavoratore ex Ipercoop, tra i dipendenti dellIperfamila colpiti dalla cassa integrazione, è salito sul tetto del centro commerciale ed ha minacciato di buttarsi nel vuoto. A farlo desistere gli agenti del commissariato di Aversa, coordinati sul posto dallispettore Vinciguerra, i rappresentanti sindacali e dirigenti della stessa Mida3, dopo circa unora di permanenza sul tetto.
Ma, andiamo per ordine, cercando di illustrare i motivi del gesto. Da qualche mese i lavoratori ex Ipercoop poi inglobati nellIperfamila, il supermercato gestito dalla società Mida3, sono in cassa integrazione a rotazione. In questo momento sono sei quelli posti a riposo forzato dallazienda a causa della diminuzione di fatturato dovuto non solo alla crisi ma anche alla nascita a pochissime centinaia di metri di altri due punti vendita di unaltra grande catena commerciale.
Per mettere in luce questa grave crisi occupazionale e richiamare lattenzione dellopinione pubblica sulla vicenda, i sindacati di categoria avevano indetto uno sciopero di due giorni, sabato e domenica, con volantinaggio presso il centro commerciale per illustrare alla clientela quanto stava avvenendo. Per evitare ripercussioni a causa dellassenza dal lavoro di sei addetti, la Mida3 ha richiamato altrettanti dipendenti da un altro punto vendita e li ha posti in servizio a Teverola, vanificando, di fatto, lo sciopero.
Da qui la protesta, che doveva limitarsi al solo volantinaggio, ma ha visto A.C., 50 anni, di Teverola, salire sul tetto e minacciare di buttarsi giù se non fossero state ascoltate le proprie ragioni. Sul posto si sono portati i poliziotti e i vigili del fuoco del distaccamento di Aversa. Immediate le trattative con il lavoratore che ha desistito solo quando i rappresentanti della Mida hanno accettato di conoscere le sue ragioni.