Decreto Melandri su diritti tv: Spezzaferri a sostegno di Macalli

di Redazione

Giovanni SpezzaferriAVERSA. Sulla scia degli ultimi interventi messi in campo da Mario Macalli, presidente della Lega Pro, a sostegno interviene il presidente dell’Aversa Normanna e consigliere di Seconda Divisione, Giovanni Spezzaferri.

«Mi trovo in perfetto accordo – dice Spezzaferri – con le posizioni del presidente Macalli e come lui sostengo che, se non si interviene in modo diretto e concreto, il calcio di Lega Pro è destinato lentamente a morire». «Mi riferisco al progetto di modifica all’esame della Commissione parlamentare ed avente ad oggetto il Decreto legislativo numero 9 del 9 gennaio 2008, cosiddetto ‘decreto Melandri’, che evidentemente potrebbero aggravare lo stato di disagio in cui la Lega Pro attualmente versa. Qualora, infatti, alla nostra Divisione dovesse essere destinato solo l’1% delle risorse derivanti dalla suddivisione dei proventi dei diritti radiotelevisivi ed il decreto Melandri dovesse essere applicato non equamente, come sostenuto dal nostro presidente Macalli, sarebbe evidente che il nostro calcio di Lega Pro non avrebbe più risorse e mezzi per poter andare avanti».

«Si arriverebbe così – ne deduce Spezzaferri – ad un punto di non ritorno per evitare il quale è giusto mettere in campo, come Lega Pro, ogni azione possibile. A partire dallo sciopero delle ottantacinque società che ne fanno parte, del tutto in diritto di protestare, come ne hanno diritto tutte le società del calcio professionistico, perché vero motore del calcio italiano e fonte di crescita per le società di massima serie per cui rappresentano un serbatoio dove far svernare e crescere i campioni del futuro. Non si tratta, però, solo di questo. L’economia che gira ed anima il mondo del calcio, infatti, parte proprio dalle nostre società che concentrano attorno a se un enorme movimento di risorse umane e finanziarie senza cui il calcio moderno non potrebbe andare avanti. Pertanto non dovremmo essere penalizzati con la decurtazione delle risorse derivanti dai diritti radiotelevisivi ma bisognerebbe trovare il modo per incentivare il calcio di Lega Pro e consentirgli di andare avanti».

L’analisi di Spezzaferri è, dunque, dettagliata e come tale prevede anche una conclusione che, se le cose dovessero restare così come sono, sarebbe inevitabilmente drastica come lui stesso conferma: «Sono consigliere di Lega ma allo stesso tempo presidente di una squadra e a capo di una società che non ha mai avuto problemi di alcun tipo, che siano di natura economica o di natura prettamente calcistica. Come me ci sono tanti presidenti che lavorano alacremente ogni giorno per creare un calcio migliore. Le condizioni in cui quotidianamente operiamo sono assolutamente difficoltose e a queste molte società, tante dal grande blasone, non riescono a sopravvivere incappando in continue penalizzazioni comminate dall’organo disciplinare competente che non fanno altro che dimostrare come questo calcio stia lentamente e dolorosamente procedendo verso la morte. Pertanto, ritengo giustificato un eventuale sciopero delle società di Lega Pro piuttosto che gli interventi superficiali ed aleatori di alcuni che non vivono a pieno la nostra stessa condizione e le nostre difficoltà quotidiane evidenziate anche dal presidente Macalli. E’ arrivata l’ora di scendere a fondo ed analizzare la situazione in cui versa il nostro calcio di Lega Pro per quella che è e trovare, così, in unità di intenti, la soluzione migliore perché questo calcio non finisca ma possa crescere e portare nuovi giovamenti a tutto il mondo del calcio. Se tali condizioni non dovessero verificarsi non mi resterebbe, e così per tanti altri Presidenti di Lega Pro, che portare a termine il mio compito presidenziale fino al termine della stagione in corso, abbandonando definitivamente il prossimo anno un mondo del calcio che ormai non ci appartiene più e non ci rappresenta. Questa sì che sarebbe la vera fine del gioco del calcio italiano».

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