Vive in auto e rifiuta aiuto del Comune: “La mia vita va bene così”

di Antonio Arduino

Nicola FabozzoAVERSA. L’amministrazione comunale si mobilità per dargli una mano ma lui la rifiuta. Questa, in sintesi, la conclusione della storia del 45enne Nicola Fabozzo, cittadino aversano, …

… cancellato dall’anagrafe municipale perché ufficialmente irreperibile dal momento che vive, da circa 10 anni, nella sua automobile rossa, sistemata stabilmente in un parcheggio pubblico, come fosse una abitazione. La storia, messa in luce da Pupia, aveva richiamato l’attenzione del primo cittadino che aveva attivato l’assessore alle politiche sociali perché trovasse una soluzione. A fine gennaio la soluzione era arrivata, annunciata dal sindaco in un comunicato stampa. “Grazie alla collaborazione dei vigili urbani si è riusciti – recitava la nota – ad individuare e contattare il signor Nicola che staziona in una vecchia Fiat 500, in un parcheggio pubblico, dove trascorre la notte, cibandosi di quanto gli offrono gli avventori del vicino supermercato. Anagraficamente, lo stesso, è irreperibile dal 2008”. “Lo scorso 17 gennaio – continuava la nota – accompagnato da un vigile urbano, si è presentato al Comune ed è stato possibile rivolgergli alcune domande circa il suo stato di salute e sul come organizza la giornata”. “Da questo incontro – aggiungeva – è emerso, fra l’altro, che in passato ha fatto uso di sostanze stupefacenti e che al momento è seguito, per questo, dal Centro di Salute Mentale di Aversa, dal Sert dell’Asl ed è sottoposto a terapia medica”.

“Abbiamo subito contattato l’assessore alle politiche sociali Vincenzo Lanzetta e la dottoressa Urbinati dell’Asl che ha dichiarato da subito la disponibilità affinché – concludeva la nota – il paziente venga seguito nelle ore diurne (con terapia medica, colazione e cena) e, quindi, dopo approfondimento diagnostico, far sì che egli possa partecipare ad una borsa lavoro e, nel frattempo, interessarsi perché gli si possa trovare anche una collocazione notturna”.

Le possibilità di alloggio sarebbero state due, la prima presso l’istituto “Sagliano”, l’altra presso una comunità terapeutica. Naturalmente a Nicola era stato dato tempo per scegliere, tant’è che fu fissato un secondo incontro in comune nel corso del quale avrebbe potuto ufficializzare la scelta. L’incontro, però, non c’è stato. Nicola lo ha disertato. Per sapere il perché lo abbiamo raggiunto nella sua auto-casa ed ecco la risposta. “Nel Sagliano – ha detto – ci sono giù stato e nella comunità sarei stato praticamente in carcere. Preferisco essere libero. In fondo io non ho chiesto niente. Siete stati voi a cercarmi”. “Per cortesia – ha concluso – lasciatemi stare. La mia vita va bene così”.

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