CASERTA.Era sfuggito, il 7 giugno2010, ad un’operazione contro il clan dei Casalesi che portò all’esecuzione di nove arresti contro il gruppo Schiavone, per i reati di associazione mafiosa, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi ed estorsione.
Da allora Francesco Salzano, 37 anni, di Santa Maria la Fossa (Caserta), era “scomparso” fino a quando, nella mattinata di giovedì 10 febbraio, è stato arrestato a Fortaleza, in Brasile, intorno alle 12 (ora locale), dalla polizia brasiliana e dagli agenti italiani dell’Interpol.
Illatitante alloggiavanellalbergo Vittorio Veneto, situato in Avenida Aboricao, sul lungomare della città sudamericana. E stato preso, al culmine di attività di intercettazione e pedinamento, mentre sorbiva un caffè allinterno del bar di un distributore accanto allalbergo. Sarà presto estradato in Italia.
A suo carico due ordinanze di custodia cautelare, una per associazione a delinquere di stampo camorristico, un’altra di concorso nel triplice omicidio Papa-Buonanno-Minutolo, tre uomini di Santa Maria la Fossa uccisi nelle campagne tra Casal di Principe e Villa di Briano, nel maggio 2009, su ordine della fazione Schiavone del clan dei Casalesi. I tre erano deditiad attività estorsive nellambito del gruppo derivato dalla vecchia fazione Bidognetti, capeggiatoin quelperiodo da FrancoLetizia, considerato l’erede di Giuseppe Setola e arrestato il 19 maggio 2009. Estorsioni mal tollerate, però, da altre famiglie del clan dei Casalesi, come gli Schiavone,in quel momento prevalenti. In particolare, avevano chiesto somme di denaro ad un’impresa casearia riconducibile alla famiglia Schiavone, agendo d’intesa con esponenti dell’ala bidognettiana.
L’operazione del 7 giugno 2010 vide in azione i carabinieri del comando provinciale di Caserta, il Ros di Napoli e la squadra mobile di Caserta per lesecuzione di10 decreti di fermo, emessi dalla Direzione distretturale antimafia di Napoli, nei confronti, oltre che di Salzano, di: Bartolomeo Cacciapuoti, 37 anni, Orlando Caputo, 23, Bernardo Ciervo, 27, Gaetano De Biase (detto Burzone, ex guardia carceraria di Teverola), 27, Giancarlo Esposito (detto Gnagnariello), 43, Pietro Falcone, 30, Antonio Maione (detto U Modenese), Salvatore Orabona, 38, Agostino Paciello, 23.
QUESTORE: “SVENTATA FAIDA”. Con l’arresto di Salzano è stata bloccata una probabile faida all’interno del clan dei casalesi. Lo ha detto all’Adnkronos il questore di Caserta, Guido Longo, commentando l’arresto del latitante.Ora “tutto il gruppo di fuoco o quasi che fa capo a Nicola Schiavone (figlio di Francesco detto ‘Sandokan’, ndr),è stato sgominato”, dichiara Longo, secondo il quale “con i vecchi boss in carcere, da Francesco Schiavone a Francesco Bidognetti, e altri ancora, c’è il rischio che i giovani, desiderosi di prendere il loro posto, provochino una faida dagli sviluppi imprevedibili”. Longo parla anche della caccia al latitante numero 1, Michele Zagaria, che, dopo l’arresto del “Ninno” Antonio Iovine, è l’unico superboss in circolazione:”Le persone più vicine a lui – dice il questore – sono quasi tutte in cella. Adesso speriamo che finalmente tocchi a lui”.
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