CASERTA. E’ stato un viaggio nel momento più buio, caotico e disperato della storia meridionale quello fatto dai ragazzi del Liceo Manzoni di Caserta …
…che hanno partecipato al terzo incontro del Seminario di studi storici organizzato dall’istituto di ricerca storica delle Due Sicilie in collaborazione con l’associazione culturale De Mollot, i Comitati Due Sicilie e l’archivio di stato di Caserta con il patrocinio morale di Regione Campania, Provincia di Caserta e Comune di Caserta. I relatori dell’Istituto di ricerca storica Due Sicilie, l’avvocato napoletano Giovanni Formicola e il giornalista e ricercatore Roberto Della Rocca, hanno infatti illustrato le motivazioni ideologiche e politiche che sono alla base della caduta del Regno delle Due Sicilie avvenuta 150 anni fa.
Grazie alla disponibilità del Liceo Manzoni, della dirigente Adele Vairo, e della professoressa Francesca D’Errico, a capo del dipartimento di storia del Liceo, i ragazzi hanno riscoperto una storia nascosta e obliata da 150 anni di pubblicistica anti – borbonica che ha privato intere generazioni di conoscere larga parte delle proprie radici come dimostra il fatto che, messi di fronte alle immagini dei protagonisti del triennio 1859 – 1861, tutti conoscessero Cavour, Garibaldi e Mazzini mentre nessuno ha saputo identificare i sovrani delle Due Sicilie Ferdinando II e Francesco II.
“Questo non dovrebbe accadere perché il passato e la nostra storia sono dei patrimoni di inestimabili che vanno assolutamente recuperati” ha spiegato il giornalista Della Rocca che, dopo aver fatto leggere un estratto di un manuale di storia scolastico dove, ovviamente, si parlava male del Re Borbone, ha spiegato hai ragazzi la realtà calabrese di Mongiana che fino al 1860 è stata il cuore dell’industria siderurgica napoletana, e delle altre realtà industriali presenti nel regno. Durante la lezione sono stati illustrati alcuni tratti salienti dei protagonisti del così detto risorgimento, termine contestato dall’avvocato Formicola che ha spiegato: “Utilizzare il termine risorgimento vuol dire annullare secoli e secoli di storia e arte italiana, vuol dire dare ragione a chi sostiene che prima del 1861 l’Italia fosse un deserto spoglio senza alcuna positività e questo è totalmente falso. Nessuno vuole mettere in discussione l’unità italiana ma dobbiamo raccontare i fatti per quelli che sono stati anche se ciò vuol dire intaccare la mitologia costruita in quegli anni”.
Sorpresi sono stati i ragazzi quando si è parlato delle “figurine” dell’unità d’Italia, dell’intrigante Cavour che definiva l’unità d’Italia una corbelleria (e con Plombis acconsentì alla cessione di due terzi della penisola alla Francia, del masnadiero Garibaldi che si macchiò del reato di pirateria ed esercitò la tratta degli schiavi e di Mazzini, ispiratore e teorizzatore dell’assassinio a fini politici. Altrettanto sorpresi quando hanno scoperto le eccellenze delle Due Sicilie, il personaggio di San Pio IX, l’eroismo di Francesco II di Borbone e della moglie Maria Sofia, sorella di Sissi, imperatrice d’Austria.