KABUL. Un soldato italiano, il tenente Massimo Ranzani, 37 anni, originario di Ferrara, appartenente al quinto reggimento alpini di stanza a Vipiteno, è morto lunedì mattina in Afghanistandopo l’esplosione di una bomba.
Altri quattro connazionali sono rimasti feriti. I militari italiani, tutti alpini del Quinto Reggimento, intorno alle 12.45 ora locale, erano a bordo di un blindato Lince, a 25 chilometri a nord di Shindand, nell’ovest del Paese, quando il veicoloè saltato su un ordigno improvvisato. L’esplosione ha investito il terzo mezzo diuna pattuglia che rientrava da un’operazione di assistenza medica alla popolazione locale. I quattro feriti sono ricoverati all’ospedale militare (Role 2) della base ‘Shaft’ di Shindand, sede del comando della Task force centre. Le loro condizioni sono gravi.
Ranzani abitava a Santa Maria Maddalena, nel comune di Occhiobello in provincia di Rovigo, dove aveva la residenza con i genitori, il papà Mario di 62 anni e la mamma Ione di 58.
Nella stessa mattinata altri due soldati stranieri sono deceduti in zone dell’Afghanistan meridionale ed orientale, uno per l’esplosione di un ordigno rudimentale, l’altro duranteun attacco degli insorti. L’utilizzo degli ordigni improvvisati, nonostante gli importanti progressi svolti dagli uomini della missione Nato per contrastarne la minaccia, rappresenta una delle modalità di azione tra quelle utilizzate dagli “insurgent” e, nel 30% dei casi, colpisce vittime civili.
CORDOGLIO DI NAPOLITANO. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con “profonda commozione la notizia del gravissimo attentato perpetrato a Shindand, in Afghanistan, contro il contingente italiano impegnato nella missione internazionale Isaf” ha espresso i suoi “sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del caduto e un affettuoso augurio ai militari feriti”. Profondo cordoglio anche dal ministro della Difesa Ignazio La Russa.
BERLUSCONI: “MI CHIEDO SE SERVA QUESTO SACRIFICIO”. La missione in Afghanistan ”è veramente un calvario”, afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la presentazione dell’iniziativa ‘Al servizio degli italiani’.”Tutte le volte ci si chiede se questo sacrificio che impegna il parlamento con voto unanime e tutto il popolo italiano ad essere lì in un paese ancora medioevale sia uno sforzo che andrà in portò”. ha aggiunto il premier, che poi precisato: “Dobbiamo andare avanti”.
DI PIETRO: “MORTI CHE RICADONO SUL GOVERNO”. “Denunciamo in modo forte e chiaro che la responsabilità politica di queste morti ricade sul governo e su tutti coloro che in Parlamento hanno votato per il proseguimento della missione”. Antonio Di Pietro attacca senza mezzi termini e torna a dire che “non ha più alcun senso restare in Afghanistan, perchè nel Paese è in atto una vera e propria guerra civile, e quindi non portiamo avanti soltanto una lotta al terrorismo”. Il leader Idv ricorda che il sì a proseguire la missione “è stato un voto trasversale e, proprio per questo, ancora più inaccettabile”. “Siamo vicini alle famiglie del militare caduto in Afghanistan, dei quattro feriti e a tutti i commilitoni impegnati su quei territori. Esprimiamo profondo dolore e commozione per questa ennesima tragedia annunciata. Smettiamola – ribadisce Di Pietro – e usciamo dal luogo comune di chi intende coprire la propria responsabilità in nome della patria e della bandiera”.