ROMA. La Cgil lascia il tavolo con il governo in cui l’esecutivo ha presentato ai sindacati il testo dell’accordo sul regime transitorio sugli aumenti salariali legati alla produttività nel pubblico impiego.
Siglata, quindi, un’intesa separata, firmata dal numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni e dal segretario confederale della Uil, Paolo Pirani. Dure le parole del leader della Cgil, Susanna Camusso, dopo la rottura: “L’accordo firmato da Cisl e Uil sui salari di produttività nel pubblico impiego è una presa in giro dei lavoratori”. Diretto l’attacco alle altre due organizzazioni dei lavoratori: “Siamo di fronte a dei sindacati che corrono in soccorso al governo che è un po’ claudicante”.
La risposta degli altri due leader sindacali non si è fatta attendere. “Mi dispiace – dice Bonanni- della caduta di stile di Susanna Camusso, perché noi siamo i rappresentanti di milioni di lavoratori e non prendiamo in giro nessuno. Io non mi sono mai permesso di dire una cosa del genere. Eppure ho molti, ma molti dubbi sulla caratura essenzialmente sindacale di comportamenti come quelli che ci tocca sopportare. Non lancio ingiurie ma continueremo a fare il nostro lavoro sindacale e lo faremo sempre di più”. Sull’accordo siglato, Bonanni ha commentato che le “buste paga di tutti i lavoratori del pubblico impiego avranno esattamente quello che è stato pattuitio, senza un euro in meno”.
“Non è manifestando solo il dissenso – ha commentato invece Pirani della Uil – che si salvano le ragioni del sindacato, ma è risolvendo problemi concreti che il sindacato potrà continuare ad essere credibile in Italia. Non comprendo le motivazioni per cui la Cgil non ha firmato un accordo che migliora le condizioni”.