ROMA.Probabilmente consigliato dalle colombe del Pdl e da un Giuliano Ferrara tornato ad indossare i panni del consigliere, Silvio Berlusconi dice di condividere pienamente l’appello del presidente Giorgio Napolitano …
…affinché si interrompa “una spirale insostenibile di contrapposizioni, arroccamenti, prove di forza da cui può soltanto uscire ostacolato ogni processo di riforma”, con un riferimento esplicito al federalismo e al carattere “decisivo di un clima corretto e costruttivo confronto in sede istituzionale”. “La nostra condivisione – ha precisato – non è di parte ed è esente da ogni strumentalismo”. Il premier auspica che si restituisca al Paese “la capacità, di tornare alla politica, tornare ai contenuti più impegnativi della politica, quelli che riguardano i cittadini e l’interesse generale”. Ma, allo stesso tempo, punta il dito contro “comportamenti extra o anti istituzionali” e “qualche errore di tutte le parti in causa”.
Poi, in serata,al Tg1 parla di economia. In un’intervisa concessa in esclusiva, nessun cenno ai problemi che lo riguardano (parla solo di “attacchi inauditi”) ma la promessa di un pacchetto di misure “per stimolare la crescita”, partendo dalla riforma dell’articolo 41 della Costituzione sulla libertà d’impresa, che dovrebbe essere discussa nel prossimo Consiglio dei Ministri. E rilancia il piano casa e il piano per il Sud. “Troppi vincoli hanno creato una sorta di medioevo burocratico intorno alle imprese” dice Berlusconi, che fissa l’obiettivo: “Crescita del Pil del 3% in cinque anni”.
Il Cavaliere conferma anche il no alla patrimoniale sugli immobili, che “rappresentano la ricchezza dell’85 per cento delle famiglie italiane”, imposta che secondo lui è voluta da “vecchie forze che voglio tassare gli italiani”. “E’ un esproprio, lo impediremo”. Dal tema delle tasse anche un accenno al federalismo fiscale, giovedì al voto nella Commissione Bicamerale.”Stiamo approvando i decreti di attuazione. – spiega Berlusconi – Il federalismo fiscale non comporterà alcun aumento delle imposte, ma farà pagare le tasse agli evasori, coinvolgendo i Comuni nella valutazione delle dichiarazioni dei redditi”.
Al Tg2 risponde il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: “Berlusconi è un mentitore. Noi siamo contro la patrimoniale, abbiamo un’altra strategia fiscale. Lui sta mettendo una patrimoniale con le norme sul federalismo, e la sta mettendo alle piccole imprese”. “La scossa la daremo – conclude il leader Pd – quando se ne andrà il premier”. Sempre dal Pd, il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini, ritiene che il premier “butta ogni giorno litri di benzina sul fuoco: dal processo breve agli attacchi ai magistrati, allo scontro istituzionale e poi finge ipocritamente di accogliere le parole sagge del presidente della repubblica. Abbiamo detto e ripetuto che il contributo che Berlusconi può dare al paese è dimettersi da presidente del Consiglio”. La capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, giudica “senza ritegno” il commento di Berlusconi all’appello di Napolitano: “Sec’è qualcuno che in questi mesi ha acuito tensioni politiche e istituzionali, ha ignorato i continui appelli del Capo dello Stato alla moderazione e al confronto sui problemi reali del Paese è proprio il capo del governo”.
Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, si augurava cheBerlusconi “tenesse un contegno di serietà istituzionale per almeno 24 ore, dopo la sua espressione di buoni propositi a commento delle parole del capo dello Stato. Purtroppo – commenta Cesa – sono stato troppo ottimista: il premier ha retto solo cinque ore, fino all’intervista del Tg1, in cui ha riversato i soliti insulti verso l’opposizione. Certo, questo suo procedere a zig-zag incomincia ad essere davvero preoccupante”.
Attendista il vicecapogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova: “Napolitano ha chiesto di abbassare i toni, questo è un fatto positivo. Berlusconi ha detto che lo farà, i buoni propositi vanno bene. Bisogna vedere come si praticano questi buoni propositi, l’impegno è positivo e c’è da augurarsi che verrà messo in pratica nelle ore, nei giorni e nei mesi…”.
Polemica anche contro le modalità dell’intervista al Tg1.”Dopo quest’ennesima ferita all’informazione e alla sua correttezza con l’intervista-comizio di Berlusconi al Tg1, le cose devono cambiare. – dichiara Vincenzo Vita, componente Pd in Commissione vigilanza Rai – Qualcuno se ne vada: o il direttore del Tg1 Minzolini o, se nessuno batte un colpo, il direttore generale Masi“. “Il Tg1 trasformato in TgSilvio, siamo veramente oltre i confini della vergogna” denuncia il senatore Pancho Pardi, capogruppo di Idv in Commissione di vigilanza Rai. “Non contento di telefonare ovunque – aggiunge il dipietrista – il premier ha preteso da Minzolini una ridicola non intervista e lui è ovviamente subito scattato sull’attenti. Il direttorissimo si dovrebbe dimettere subito, ma non lo farà. Intanto chiediamo ai vertici Rai e all’Agcom di battere un colpo per restituire un minimo di credibilità al principale telegiornale del servizio pubblico”.