ROMA. “Ho già chiesto più volte al presidente del Consiglio di essere sostituito. Vorrei dimettermi e spero che accetti le mie dimissioni al più presto”.
Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi afferma di voler “sparire dalla prima linea”. “Voglio dedicarmi alla mia famiglia, alla mia compagna”, ma anche “fare il senatore e continuare a lavorare a fianco del presidente Berlusconi”, spiega il coordinatore del Pdl. “Spero che nelle retrovie io possa trovare un minimo di terreno utile a fare quello che per me significa la politica: un confronto di idee e impegno per il rinnovamento del Paese”.
Bondi ammette che “non è normale” il fatto di non andare più al dicastero ma, precisa, “non ho mai cessato i miei doveri di ministro, anche se sono consapevole di molte sconfitte. Ultimi i miei interventi per il decreto Milleproroghe, anche se pure questi non sono serviti a ottenere risultati positivi”. Il responsabile dei Beni culturali racconta di aver “vissuto la mozione di sfiducia come una grande lacerazione”. “Per tre mesi sono stato sotto attacco dell’opposizione in maniera violenta e non ho ricevuto nessuna solidarietà. Sono stato lasciato solo”. Bondi accusa Casini, reo di aver votato a favore della mozione di sfiducia. “Sono stato l’unico dentro al Pdl a tenere sempre una porta aperta nei confronti del suo partito, lui mi ha ricambiato con un atteggiamento barbaro”.